Anche a San Marino ‘lodo Alfano’

Anche a San Marino ‘lodo Alfano’

La nostra Carta dei Diritti sancisce la parità del cittadino, stabilendone l’equo trattamento davanti alla legge.

Da ieri, 18 giugno 2009, non è più così nella nostra amata Terra della Libertà, avviata a diventare sempre più “terra delle libertà”.

La legge sulle intercettazioni telefoniche, approvata in Consiglio Grande e Generale su proposta del Segretario Augusto Casali e sostenuta da governo e Maggioranza consigliare, prevede che NON si possano intercettare né i segretari di stato né i consiglieri della Repubblica.

Ciò che per il cittadino è consentito viene aborrito per i due soggetti menzionati, essendo giustamente i Capitani Reggenti già esclusi da indagini durante il semestre del loro incarico.


Il Famoso “Lodo Alfano” impallidisce al confronto. (ricordiamo che in Italia si “proteggono” dai processi le cinque maggior cariche dello Stato).

Non so se l’opposizione abbia sollevato forti proteste in merito, dal momento che ne usufruiranno anche i suoi membri; mi è sembrato fossero molto impegnati a seguire la “Frana in Movimento” del PSD, le nuove correnti centrifughe di quel partito, sempre più simile ad una polpetta non amalgamata.


Forse qualcuno ora minaccierà un Referendum abrogativo?


Forse qualcuno avrà intenzione di rivolgersi a Strasburgo?


Ma forse si dirà che non ci sono i numeri (consigliari) sufficienti, si darà la colpa a chi ha ancora una volta rivotato Gatti e co. e si reciterà stucchevolmente il ritornello sulla perdita di credibilità della Politica e la sua distanza dalla gente cosiddetta comune.

Ci si dimenticherà molto presto che ogni azione di CASTA allontana sempre più la Gente, delegittimando le Istituzioni.


Non è un caso che da tempo ormai la Politica non parli più di Costituzione o, perlomeno, riprenda il discorso colpevolmente non completato della Carta dei Diritti.

Ma se domani un consigliere sarà intercettato casualmente (nonostante Alfano) in un’indagine italiana, cosa faremo? Invocheremo ancora una volta una non precisamente definita “sammarinesità”.

Convocheremo il Signor Ambasciatore?

Oppure, obtorto collo, concederemo alla Magistratura italiana ciò che neghiamo a quella sammarinese?

Come cittadino militante al di fuori da ogni partito, mi concedo un minimo di ottimismo e di speranza.

Spero che non tutti i consiglieri sammarinesi si identifichino con i deputati italiani, paurosi d’intrusioni nella loro vita privata romana e che non considerino chiusa questa disparità grave.

Spero che la stampa sappia toccare le corde giuste di cittadini e politici.

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