Angelica Bezziccari – L’informazione di San Marino: Il lusso di sognare

Angelica Bezziccari – L’informazione di San Marino: Il lusso di sognare

L’informazione di San Marino

Il lusso di sognare

Angelica Bezziccari 

Il progetto era già partito mesi fa. Qualcuno dice che si poteva vedere chiaramente passando nei pressi della cosiddetta “zona depressa”, ovvero una delle poche aree di San Marino non ancora cementificate. Si poteva osservare ogni tanto chi prendeva le misure, chi faceva i calcoli strutturali. Gli anziani che amano guardare i lavori in corso, si chiedevano cosa stesse succedendo. Niente, nonno, non ti preoccupare, voglion solo buttar su un altro palazzone.

Ora, in questo day after, ci si guarda un po’ smarriti, un po’ preoccupati. Un po’ rassegnati. L’unico polo che si sarebbe dovuto costruire e ampliare a San Marino era quello universitario. Quello sì sarebbe stato un investimento, magari costoso, ma proficuo, lungimirante, che avrebbe riempito di vita il centro storico, permesso l’affitto di vecchie abitazioni, l’apertura di nuove attività. Ma questo è solo il mio personale sogno, mi rendo conto che non posso pretendere che sia quello di un’intera comunità. Oggi, in questo giorno triste, voglio continuare a sognare, ma sognare solo sogni reali, sogni di altre città. Mentre a San Marino si è approvato il progetto del Polo del Lusso, a Locarno, in Svizzera, si è inaugurato il Festival del Cinema di Locarno.

Pure un paese
che è ben attento allo sviluppo
delle attività finanziarie e bancarie
non fa a meno della cultura e di tutti
i benefici che ne derivano. Nel 1946
venne organizzata la prima edizione,
in meno di tre mesi, a seguito
di un REFERENDUM LOCALE
a Lugano il 2 giugno 1946, il quale
aveva sancito il diniego popolare
alla costruzione di un anfiteatro che
potesse ospitare le proiezioni della
rassegna internazionale del film.
Già, perché non son certo quattro
mura che portano la vera ricchezza,
ma i contenuti, le idee. Gli elvetici
erano partiti da altre basi, da una
democrazia diretta tramite la quale
prendere decisioni importanti per il
futuro del paese.
Continuo a sognare, o meglio a ricordare
la mia bellissima esperienza
di vita a Dublino. Un altro referendum
importante si è svolto due
mesi fa in Irlanda, che fa parte di
quella comunità europea in cui tanti
sammarinesi, anche politici, aspirano
ad entrare. Con più del 62% dei
sì, l’Irlanda ha approvato le unioni
civili tra coppie gay e il permesso
di adottare bambini.

Un progresso
notevole di portata storica, non
solo per l’affermazione di importanti
diritti civili, quanto perché si è
giunti a questa decisione per la prima
volta tramite REFERENDUM.
Parola, quest’ultima, decisamente
tabù a San Marino, quasi quanto la
parola “gay”. In Repubblica infatti,
soprattutto al governo, ci si guarda
bene dallo specificare, se si parla di
diritto di convivenza, che i primi a
beneficiarne devono essere e sono
proprio le coppie gay. Si danno più
diritti nel 2015, certo, ma l’importante
è non fare troppo rumore. Non parlarne troppo. Troppa democrazia
e troppi diritti, forse stravolgerebbero
l’identità sammarinese, immersa
da secoli in un brodo oligarchico da
mettere i brividi.

E sempre nel frattempo,
mentre con l’agognato polo
del lusso si costruirà anche un bel
parcheggio, e se ne continuano a
costruire altri, la capitale irlandese
punta a liberare il suo centro storico
dall’ingombro delle automobili
private entro il 2017. Per fare questo,
l’amministrazione cittadina ha
lanciato un piano da 150 milioni di
euro per creare diverse zone carfree
a partire dal centro storico. Anche
qui, viva la democrazia, sull’argomento
è stata indetta anche una
CONSULTAZIONE PUBBLICA,
e per portare a termine il progetto
saranno potenziati i mezzi del trasporto
pubblico, saranno realizzate
nuove aree pedonali, sarà dato più
spazio al car sharing e al car pooling,
sarà potenziata la metropolitana,
come anche la mobilità alternativa,
quindi la bicicletta e i servizi
di bike sharing.

Solo un pensiero di stampo medioevale, nel senso più spregiativo del termine, può pensare nel 2015 di risollevare un’economia già morente costruendo negozi per vendere cose, in un mondo già pieno di cose e oggetti, dove l’unica vera cosa che riescono a produrre siffatti beni è nient’altro che spazzatura. E’ il settore della ricerca e sviluppo quello da incentivare, l’informatica, la cultura. Anche questo l’Irlanda lo ha capito bene, diventando in pochi anni, dopo la crisi del 2008, la Silicon Valley d’Europa, grazie a tutte le principali aziende informatiche, da Twitter a Google, che hanno la loro sede nell’isola di smeraldo, grazie a uno sfruttamento intelligente della bassa pressione fiscale e della tax credit: ad esempio se investi 100mila euro in ricerca, l’anno dopo paghi 25mila euro di tasse in meno.

Anche Dublino sogna e continua a
farlo. Si è infatti candidata ad essere
la capitale europea della cultura
per il 2020: un titolo importante, ma
anche senza vincerlo Dublino è già
una delle più belle capitali europee,
e sapete perché? Perché crede nei
suoi progetti migliori e nei suoi sogni,
e li realizza, nonostante la crisi,
e non si piange addosso.
E San Marino? Tu cosa vuoi essere,
San Marino? Ti vuoi decidere
ad avere una visione in grande del
tuo futuro? Qual è il tuo sogno, il
tuo progetto? Cosa sognavi di fare
da piccolo? Vendere borse firmate
ai russi benestanti? Avere 200 sammarinesi
impegnati nella vendita al
dettaglio? Continuare a speculare a
vantaggio dei pochi, sulla pelle di
molti? E’ questo il tuo progetto per
il domani? Qual è il tuo sogno? Ce
li hai, dei sogni, oppure no?

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