Anis-Csu uniti nel Referendum Contratto Industria, verso la netta vittoria dei si’. Loris Pironi – Fixing

Anis-Csu uniti nel Referendum Contratto Industria, verso la netta vittoria dei si’. Loris Pironi – Fixing

Il referendum per l’approvazione o meno del contratto industria sottoscritto da ANIS e CSU sta procedendo speditamente. E, almeno per il momento, sono i sì a prevalere.

“Per una questione di correttezza sino a quando il referendum non sarà giunto al termine e non avrà un esito definitivo, come già avvenuto in passato preferiamo non rendere noti i dati della percentuale dei sì e dei no”, spiega a San Marino Fixing Enzo Merlini, Segretario Fuli-Csdl. Però quello che possiamo dire con certezza è che, oggi che si sono già svolte assemblee in oltre un centinaio di aziende, i “sì” rappresentano un risultato che va anche oltre le aspettative, vista la campagna contraria che è stata svolta da più parti. A quanto risulta a Fixing, da fonti non sindacali, è ampia anche la partecipazione al voto nelle singole aziende, anche in quelle con il maggior numero di dipendenti.

“Questo referendum rappresenta uno strumento di democrazia – ricorda ancora Enzo Merlini – Non c’è una legge infatti che obblighi la CSU a chiedere il parere dei lavoratori dopo l’approvazione già avvenuta da parte dei delegati della Federazione Industria, ma siamo lo stesso nelle aziende a sentire la voce dei dipendenti per l’approvazione di un contratto che riteniamo utile e importante per difendere i salari, l’occupazione e contestualmente mettere le aziende in condizione di far fronte alle fluttuazioni del mercato”.

E poi, parliamoci chiaro – prosegue il Segretario Fuli-Csdl – questo accordo, nei fatti, è la fotografia fedele della gran parte della realtà esistente a San Marino. Qual è il lavoratore che, oggi, quando l’azienda gli chiede di fare straordinari o flessibilità, è in grado di rispondere negativamente? Piaccia o meno, questo contratto darà a tutti i lavoratori una contropartita economica adeguata”.

Tra i nodi più delicati del contratto c’è il discorso del passaggio alle 39 ore. Un aumento in termini di ore lavorate che un’azienda può eventualmente decidere di “accendere”, a fronte di un aumento del 4% in busta paga, che va ad aggiungersi agli altri aumenti stabiliti con il contratto. Aumenti che – come tradizione impone – già sono stati fatti partire dalle aziende ANIS pur ancora in attesa dell’esito definitivo della consultazione referendaria nelle aziende.

Loris Pironi – Fixing

 

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