Anna De Marino, Nq Rimini. Arrestato l’omicida di Covignano. Marco Zinnanti

Anna De Marino, Nq Rimini. Arrestato l’omicida di Covignano. Marco Zinnanti

Nq Rimini

L’OMICIDIO DI COVIGNANO

In manette anche la sorella di 25 anni sorpresa mentre entrava nella casa del ragazzo. Trovato un fucile, droga e documenti falsi

Arrestato il killer del tassista

E’ finito in trappola ieri sera in un paesino sul Gran Sasso. Era senza documenti.
Si chiama, Marco Zinnanti, 22enne di Rimini già noto alla polizia per rapina e aggressione

Anna De Marino

RIMINI – Braccato dalla polizia
di Rimini, stremato e senza
più una “tana” sicura. La sorella
in manette per concorso e
i genitori stremati dall’attesa e
dalla paura. Col fiato degli investigatori
sul collo, alla fine è
stato accerchiato e preso. E’ f inita
sul Gran Sasso la caccia al
presunto killer di Covignano.
Marco Zinnanti 22 anni, è stato
arrestato ieri sera intorno
alle 20, in un paesino del Teramano,
Valle Castellana. Per gli
investigatori della Squadra
Mobile, coordinati dal sostituto
procuratore Davide Ercolani,
ci sono tutti gli elementi
per ritenere il 22enne il presunto
autore dell’assassinio di
domenica mattina, quando
con due colpi di fucile, è stato
freddato Leonardo Bernabini,
il tassista abusivo di 55 anni
trovavo cadavere nella sua auto,
in una stradina di campagna
sul colle. La fuga del giovane,
già conosciuto dalle forze
dell’ordine per episodi violenti
è stata breve. Gli investigatori,
veloci nel ritrovare l’arma
usata per uccidere il tassista,
il fucile che il 22enne aveva
gettato in un rovo dopo l’omicidio
e quindi in possesso delle
impronte digitali, sono risaliti
all’identità del ragazzo. Le perquisizioni
nelle abitazioni degli
amici e l’arresto martedì
pomeriggio della sorella, per
concorso nel reato di detenzione
d’arma, droga e documenti
falsi, hanno fatto il resto.
Il ragazzo al momento
dell’arresto non aveva con sé i
documenti d’identità. Marco
Zinnanti era stato denunciato
un paio di volte per guida in
stato di ebbrezza e guida senza
patente. Oltre ad alcuni episodi
avvenuti quando era ancora
minorenne, per i quali aveva
avuto il perdono giudiziale per
ricettazione, nel 2009 era stato
denunciato dai carabinieri per
rapina e nel 2010 dalla polizia
perché aveva aggredito un uomo
ferendolo alla testa, in
quella che era sembrata una
strana rapina per 30 euro. La
polizia durante le ricerche è
stata in contatto con i familiari
del ragazzo, che dopo il delitto
non era tornato a casa, anche
se alcuni testimoni la domenica
dell’omicidio lo avevano
sentito fare una telefonata per
chiedere aiuto nella fuga. Martedì
pomeriggio poi, i poliziotti
hanno arrestato la sorella
mentre apriva la porta d’ingresso
di un appartamento a
Rimini, che si presume fosse
nella disponibilità del 22enne.
La ragazza, 25 anni, è detenuta
nel carcere femminile di Forlì
per concorso in detenzione
d’arma da fuoco, droga e documenti
falsi. La polizia infatti
dopo aver bloccato la ragazza
ha perquisito l’appartamento,
usato come alloggio dal 22enne
in fuga, trovando un fucile
funzionante e due armi a salve.
C’era anche della droga e
una carta d’identità falsa con la
foto del fratello. Ormai sem-
RIMINI – “Certo che lo conoscevamo,
l’avevamo visto appena
due volte nel locale ma
era un personaggio che litigava
con tutti ed era difficile
da non considerare”. Non ha
dubbi il responsabile della sicurezza
del Classic Club, il
locale frequentato dall’assas –
sino domenica mattina prima
di prendere il taxi di Leonardo
Bernabini. Il ragazzo
non era frequentatore abituale
del Classic, anzi, ci aveva
messo piede appena un
paio di volte. Due comparsate,
due presenze più che sufficienti
per farlo rimanere
bene nella mente di chi era
deputato a mantenere l’ordi –
ne là dentro.
“Un personaggio che litigava
con tutti – racconta il
responsabile della sicurezza
– Non un frequentatore abituale,
ma le uniche due volte
che lo abbiamo visto ce lo siamo
bene impressi nella mente.
Tre sabati fa era capitato
nel locale e aveva cominciato
a dare fastidio a tutti, tanto
che eravamo dovuti intervenire
prontamente perché la
situazione non degenerasse”.
E
lì si calmava. “È chiaro,
alla vista di una decina di addetti
alla sicurezza si dimostrava
collaborativo e non ci
dava più noie. Capiva la situazione
e si metteva in riga”.
Domenica mattina però ecco
che ricomincia il giro. “Era
uno di quelli che frequentavano
il locale dalle 5 della
mattina in poi, clientela diversa
rispetto a quella presente
da mezzanotte alle cinque.
Domenica stessa storia
della volta precedente, dava
fastidio e siamo dovuti intervenire.
Niente di grave, per
carità, ma si faceva notare”.
Non un lupo solitario, anche
se non era stato visto entrare
con nessuno. “Non sappiamo
se potesse essere entrato
al Classic con qualcuno. Di
certo dentro il locale ha trovato
modo di parlare con ragazzi
che sembrava conoscere,
al di là di quelli che disturbava
saltuariamente. Un tipo
come è stato descritto, con i
capelli a cresta nel mezzo come
da moda del momento,
alto poco più di 1.70. Dall’aspetto
sembrava dimostrare
24-25 anni”.
Tutto sotto controllo dentro
al Classic, fuori chissà. Gli
addetti alla sicurezza monitorano
cosa succede all’in –
terno della discoteca, ma non
sono riusciti a capire i movimenti
all’esterno del killer di
Bernabini. “Poco dopo le otto
ci siamo accorti che non
c’era più, ma non ci siamo
fatti troppe domande. L’uni –
ca cosa che mi sono chiesto, a
posteriori, riguardava il fucile
e l’assassinio. Un tizio del
genere magari, se non avesse
sparato a quel povero taxista,
chissà dove altro avrebbe potuto
utilizzare l’arma. Chissà
quali altri obiettivi avrebbe
potuto avere”.
Loriano Zannoni
..- L’OMICIDIO DI COVIGNANO —..
bra chiaro agli investigatori
come Bernabini abbia trascorso
le ultime ore di vita. Intorno
alle 8.30 di domenica mattina
è stato chiamato dal suo assassino,
che aveva passato la notte
alla discoteca Classic club. Il
giovane ha litigato con qualcuno
all’interno del locale, minacciando
che sarebbe tornato
dopo mezz’ora. Una delle ipotesi
al vaglio degli inquirenti è
che il killer si sia fatto accompagnare
a Covignano, dove teneva
nascosto il fucile con il
quale ha poi ucciso Bernabini.
Probabilmente, vedendo l’arma,
l’uomo ha rifiutato di farlo
salire in macchina e a quel
punto il giovane ha sparato
due colpi, uccidendolo. Bernabini
sarebbe morto per una
tragica concomitanza di fattori:
il giovane infatti pare avesse
chiesto un passaggio ad un altro
tassista che si era rifiutato
perché già impegnato. Questi
quindi aveva proposto al
22enne di salire con un collega,
Bernabini appunto, che poi
l’ha effettivamente caricato.

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