Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: Credersi felici

Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino: Credersi felici

L’Informazione di San Marino

Credersi felici

Antonio Fabbri

 

Che bello credersi felici! Lo
è più che esserlo realmente.
La ricerca della felicità costa
fatica, dedizione, sentimento,
virtù, verità.
Credersi felici invece è più facile:
basta non pensare troppo a
quello che si dice, non leggere
bene ciò che si scrive, evitare
di ammettere quanto è evidente
ed essere cocciutamente
convinti che il mondo intero ci
sia cascato.
E’ un po’ quello che sta succedendo al
Segretario alle Finanze. Da qualche tempo
dice cose diverse da quelle che scrive, fa
affermazioni antitetiche a quello che pensa
– o pensava, o sembrava pensare – prova a
dare ad intendere il contrario di quello che in
verità fa.
“Non ci sarà nessun debito pubblico, smentisco
categoricamente”, ha detto di recente.
Basta crederci per sentirsi subito tutti un po’
più felici. Già, perché se non ci si crede e si
va con masochistica curiosità a leggere il
documento ufficiale dell’assestamento di bilancio
depositato agli atti del Consiglio Grande
e Generale, si scopre che proprio nella
relazione che il Segretario alle Finanze dovrà
pronunciare in aula, c’è scritto che verranno
emessi “titoli pubblici”, fino a 105milioni di
euro, entro il 31 dicembre. Si prova all’inizio
a non usare la parola “debito”, ma proprio
perché è la prima volta che si decide una cosa
del genere, sempre nella relazione c’è scritto
che è prevista “l’istituzione di capitoli in
entrata per la sottoscrizione dell’emissione
di titoli del Debito Pubblico ed in uscita i
capitoli per gli oneri relativi alla quota parte
di interessi passivi e di competenza”. Per non
dire di pagina 25 del documento contabile
allegato, dove il Capitolo 13 titola proprio:
“Emissione Titoli del Debito Pubblico”.
Tuttavia, con pervicacia, continuiamo a
crederci felici e a pensare categoricamente
che non sarà così, che il debito pubblico non
ci sarà e che quanto arriva all’approvazione
del Palazzo è tutto uno scherzo. Poi viene
in mente, però, quando lo stesso Segretario
diceva: “Siamo al lavoro per applicare la
legge”. Lo sosteneva a proposito della trasparenza
degli effettivi beneficiari degli istituti
di credito. E invece, con una serie di giri di
parole mutuate dai vertici di Banca centrale,
si è venuti fuori che la legge non si applica
perché tanto non è di interesse pubblico. Di
esempi di incancrenita contraddizione come
questi ce ne sono ceste piene che si porta sul
groppone chi ciclicamente si trova a governare
con il compito di far credere a tutti che
si può star contenti. Sarà che la gente quanto
meno il proprio estratto conto lo legge, ma a
questa faccenda di credersi felici non dà più
credito e scende in piazza anche perché la
grancassa celebrativa suona ciocco, palesando
una imbarazzante discordanza tra quello
che comunica e quello che, invece, fa.
Comprensibile che di fronte a scelte obbligate,
deficit senza precedenti, palese difficoltà
ad uscire da paludi di corruttela e clientelismo,
si provi a far passare quello che non è,
mettendo in campo una sorta di informazione
alternativa. Ma attenzione perché, come dice
il mio amico Bertino, con rispetto parlando,
“l’alternativa all’Informazione è la stronzata”.

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