Antonio Fabbri – L’informazione: Commissione urbanistica, strumento di speculazione

Antonio Fabbri – L’informazione: Commissione urbanistica, strumento di speculazione

L’informazione di San Marino

Commissione urbanistica, strumento di speculazione

Per l’accusa
a governare il
meccanismo
c’era una vera
associazione
criminale finalizzata
a far soldi”

Spuntano i
libretti Titano 1, 2 e
3 e la mazzetta da
600milioni di lire per
acquisire
la Marchant Bank
poi diventata Ibs

Antonio Fabbri

Dalle ulteriori indagini del
nuovo filone sul Centro uffici
Tavolucci emerge ancora una
volta come, secondo i magistrati,
fossero catalizzatori di interesse
e di tangenti l’edilizia e le banche.
In questi ambiti l’intreccio
tra affari e politica faceva girare
decine di miliardi di vecchie
lire.
In questo quadro i magistrati i magistrati Alberto Buriani e Antonella Volpinari indicano l’architetto Luigi Moretti come chi “pilota le operazioni” dopo essersi dimesso da Dirigente dell’Ufficio Urbanistica “venne scelto per gestire il grande affare immobiliare e a dirigere la colata dei soldi”, dicono i magistrati. Ma nella nuova ordinanza che dispone altri accertamenti bancari la ricostruzione
dei magistrati offre anche un
di come operasse la Commissione
urbanistica e di come, ancora,
molte cose non siano cambiate,
in particolare in ambito longa
manus della politica.

La Commissione urbanistica
strumento di speculazione

Negli anni c’è stato chi lo ha
sempre pubblicamente sostenuto.
Nella nuova ordinanza lo
mettono nero su bianco anche
i magistrati.
“La Commissione Urbanistica divenne la longa manus del potere in ambito edilizio. Non a caso la composizione della Commissione era (ed è) strettamente politica“. Nonostante la nomina politica di membri politici, alla Commissione competevano attribuzioni prettamente tecniche, rilevano i magistrati che sottolineano anche come non sia cambiato molto. “Più recenti disposizioni hanno cambiato nome alla commissione e in parte modificato l’iter procedurale. La sostanza, tuttavia, è rimasta invariata“. La normativa del 1995 aveva
attribuito “ad una commissione
di nomina e composizione politica
l’individuazione degli indici
di edificabilità di ampie zone
del territorio. La negoziazione
tra il “privato” e il “politico”
è diventata una necessità
ineludibile voluta dal legislatore.
In altri termini, il piano
regolatore e la legge rendevano
necessaria una negoziazione
che, ammantata col nome di
“convenzione”, altro non era
se non un accordo al massimo
rialzo delle superfici utili,
delle altezze e delle volumetrie.
Sulla Commissione Urbanistica
incombeva un potere superiore
spettante al Congresso di Stato.
Era il Congresso di Stato infatti
che, tra la prima e la seconda
approvazione da parte della
Commissione, è chiamato ad
“adottare” la variante. Non solo
la composizione della Commissione
era politica, ma anche il
riconoscimento al Congresso
di Stato di un potere di intervento
sulle pratiche edilizie,
avevano attribuito agli uomini
di governo un inusitato potere.
Il Congresso poteva semplicemente
omettere di “adottare”
un piano e l’iter si sarebbe
bloccato. Non erano previsti
rimedi e, in capo al Congresso,
non era previsto un termine o
un obbligo di motivazione. Ciò
fa capire come funzionasse il
meccanismo volto a consentire
alla politica di vagliare istanze
di privati, che, spesso, erano gli
stessi uomini con cui si dividevano
affari, parenti o associati
vari (ovviamente sotto mentite
spoglie)”. Nel caso in esame le
varianti furono approvate in
gran fretta, man mano che le
aree edificabili passavano velocemente
di mano, perché a governare
il meccanismo era una
vera associazione “criminale”
finalizzata a far soldi, costituita
da uomini eletti e da costruttori
senza scrupoli, non tutti per la
verità, perché tanti, nell’una e
nell’altra schiera erano onesti
”,
dicono i magistrati.

I libretti Titano1, 2 e 3
Anche in anni più indietro
rispetto a quelli del conto
Mazzini, i libretti al portatore
avevano fatto la loro comparsa
come veicolo di trasferimento di
denaro.
Dalle ulteriori indagini gli inquirenti
ne hanno individuati altri
tre dai nomi Titano1, Titano2
e Titano3. In particolare il libretto
Titano2, riconducibile ad
Ambrogio Rossini, vide un versamento
di 600.000.000 di lire
e venne estinto da FinProject
nel febbraio 2000. La società
finanziaria riversò la totalità dei
fondi sul proprio conto presso il
Cis. I fondi furono poi prelevati
nel giro di pochi giorni. Gli
inquirenti ricostruiscono che
quella somma di 600.000.000
di lire venne corrisposta da
Ambrogio Rossini per la licenza
bancaria della Merchant Bank di
San Marino s.p.a. (poi divenuta
IBS). Per l’accusa analoghe dazioni furono corrisposte (da
altri) per le “autorizzazioni
rilasciate nella stessa seduta
del Comitato per il Credito ed
il Risparmio che nel dicembre
1999 espresse parere favorevole
per il nulla osta del Congresso
di Stato a diverse società, “tra
le quali figura la finanziaria
Uninvest s.a. (oggi Erwidcol) e
tre nuove banche, fra cui Banca
Commerciale Sammarinese
(BCS), “Eurocredit Bank (poi
ECB)” e, appunto, la stessa
Merchant Bank di San Marino
(poi IBS). I magistrati ricostruiscono
che anche in questo
caso “come si è accertato per
il prezzo che Ermes e Widmer
Colombini dovettero pagare per
ottenere la titolarità della finanziaria
“Uninvest-Erwidcol”.
Gian Luca Bruscoli si prestò a
ricevere il danaro su un conto
della finanziaria Fin Project e a
ripartirlo tra i beneficiari”,
ricostruiscono
i magistrati.
La stessa ordinanza che ha disposto
nuove verifiche bancarie
evidenzia che “gli uomini politici
indagati sono stati destinatari
di denaro non per meri motivi
di cortesia o per i rapporti di
amicizia che li legavano a questo
o quell’imprenditore, bensì
in ragione della loro carica di
Segretari di Stato (o di altri
organi partecipati dai membri
del Congresso di Stato, come,
ad esempio il Comitato per il
Credito e il Risparmio), che consentiva
loro di porre in essere
una condotta utile e idonea ad
incidere sul contenuto finale del
provvedimento amministrativo
”.

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