Antonio Fabbri L’informazione: dal 1892 nella sinistra sammarinese si sono contati 40 simboli diversi

Antonio Fabbri L’informazione: dal 1892 nella sinistra sammarinese si sono contati 40 simboli diversi

L’informazione di San Marino

Dal 1892 nella sinistra sammarinese si sono contati 40 simboli diversi 

Emblemi di partito e tutela del marchio, non tutte le forze politiche registrano il proprio logo

Antonio Fabbri

Nell’ultimo bollettino dell’Ufficio Marchi e Brevetti è stata pubblicata la registrazione del nome Partito Democratico, da parte di Federico Pedini Amati. Il logo con la scritta nel circolo “Partito Democratico”, che raffigura un libro aperto con la scritta Repubblica Sancti Marini e le tre torri, inizialmente era stato invece depositato da Paolo Forcellini. Poi in seguito è stato acquistato da Pietro Faetanini. Di certo, alla Costituente riformista, quel nome non interessava. La sinistra sammarinese ha varato ieri, infatti, un nuovo simbolo e un nuovo nome per la lista unica, diversi da quelli registrati da altri. Il problema non sorge, dunque. Tuttavia, curiosando nel quadro storico dei simboli depositati preso l’Ufficio Marchi e Brevetti (Usbm) diretto da Silvia Rossi, è curioso notare come sia proprio la sinistra, da quella più estrema e quella più moderata, ad avere avuto il maggior numero di simboli registrati.

Per esempio,
a fine maggio è scaduta la tutela
su uno dei tanti loghi, quello
del “Partito Socialista Nuova
San Marino”. L’aveva depositato
Augusto Casali prima di cercare
di rifondare ancora il “Partito
socialista” senza aggettivi. Eh sì
che nel tempo tra socialisti, riformisti,
democratici e comunisti,
di simboli ne hanno cambiati una
caterva. Se ne contano almeno 36
dal 1892 al 2009. Questi uniti al
nuovo simbolo di Sinistra unita, a
quello di Liberamente San Marino,
LabDem e Nuova San Marino
recentemente presentato, arrivano
tranquillamente al ragguardevole
numero di 40 simboli.
La Democrazia cristiana, invece,
di simbolo ha avuto sempre quello,
anche se per la prima volta, il
suo Santo nel tondo lo ha depositato
all’Usbm nel 2006. Sarà che
in quel periodo c’era anche una
banca, la Banca commerciale
sammarinese, che nel suo logo ci
aveva messo lo stesso Santo.
Nella spesso conflittuale sinistra
sammarinese, per tutelarsi
nell’uso del simbolo e del nome,
i loghi e i nomi sono stati quasi
sempre registrati presso l’Usbm.

Ma la curiosità è che non tutti i
partiti hanno timore che il loro simbolo
possa essere usurpato.
Se infatti, a sinistra e tra i socialisti
le registrazioni di nomi e simboli
ci sono, così come per la Dc
e Noi sammarinesi, non risultano
registrati all’Usbm, invece, i loghi
dei movimenti. Non sono depositati,
così, quelli di Alleanza
popolare, di Civico 10 e di Rete.
Non che sia obbligatorio, dato che
la registrazione all’Ufficio tutela
l’uso commerciale che si fa di un
emblema. Le norme sulla tutela
dei segni distintivi dell’impresa
sono tuttavia applicabili anche
nel campo delle associazioni non
a scopo di lucro, così come in
ambito di diritti di esclusiva dei
segni distintivi dei partiti politici.

La normativa in materia prevede
che quando sia una forza politica,
partito o movimento, a presentare
un proprio simbolo all’Usbm,
l’ufficio – prima di procedere alla
registrazione del marchio contenente
parole, figure o segni con
significazione politica o religiosa
– si consulti con le amministrazioni
pubbliche interessate. Nel
caso specifico è stata individuata
la Commissione elettorale. Se, in
caso di registrazione di simbolo
politico, l’amministrazione interessata
esprime parere contrario
alla registrazione, l’Ufficio Marchi
e brevetti deve negarla.

Vero è che l’esistenza di un “marchio
di fatto” che non sia stato
registrato, però, non costituisce
un impedimento assoluto alla registrazione
da parte dell’ufficio,
tanto che se qualcuno dovesse
decidere di registrare un simbolo
esistente, che non era stato sottoposto
alla tutela dell’Usbm, l’Ufficio,
non rilevando nulla di ostativo,
dovrebbe registrarlo. A quel
punto se dovessero sorgere contenziosi
i titolari di fatto di quel
marchio dovrebbero rivolgersi
all’autorità giudiziaria per eventualmente
riottenere l’esclusività
dell’utilizzo del loro logo.
Ad oggi, dunque, alcun partiti,
soprattutto a sinistra dove anche
recentemente sono sorti contenziosi
sui simboli, hanno deciso di
registrare il marchio e non sono
mancate contese in tribunale.
Altri invece non hanno ritenuto
necessaria la registrazione.

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