Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Aggredito e malmenato giovedi’ scorso a Pesaro. Gian Luca Bruscoli

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Aggredito e malmenato giovedi’ scorso a Pesaro. Gian Luca Bruscoli

 L’informazione di San Marino

 Aggredito e malmenato
giovedì scorso a Pesaro. Aperto fascicolo dal tribunale marchigiano /
L’avvocato di Gian Luca bruscoli: “quanto accaduto e’ terribile

Antonio Fabbri

SAN MARINO. “Ci siamo sentiti per e-mail – conferma il suo avvocato Maria
Antonietta Pari – il mio assistito adesso è fuori città. Certo il fatto accaduto
è terribile”. L’episodio
del pestaggio di Gian Luca Bruscol
i, secondo quanto è dato sapere finora
considerato che sull’accaduto vige il massimo riserbo, anche perché ci sarebbero
in corso opportune verifiche dell’autorità giudiziaria italiana, è avvenuto a
Pesaro, dove Bruscoli si trovava nonostante la sua residenza ufficiale sia a
Baden, in Austria. Evidentemente, chi ha messo in atto il pestaggio – pare si
sia trattato di più persone – conosceva i suoi spostamenti e il fatto che si
trovasse a Pesaro. Un pestaggio avvenuto per strada. Finito in pronto soccorso
nell’imminenza dell’accaduto, gli sono state riscontrate ecchimosi in tutto il
corpo e al volto. Bruscoli ha tuttavia firmato per uscire dall’ospedale la
mattina seguente. Poi è tornato qualche giorno dopo per un controllo. Ora non è
noto, anche per ragioni di sicurezza, dove si sia trasferito.

La procura pesarese ha aperto
un fascicolo , vista la prognosi
superiore ai 20 giorni: 25 giorni
il tempo di guarigione che sarebbe
stato previsto dall’ospedale.

L’episodio è inquietante

“A parte quella dell’indagine sammarinese il mio assistito non
ha altre vicende in piedi”, chiarisce
il suo legale.
Plausibile ipotizzare, allora, che
il pestaggio possa essere legato
alla imponente massa movimentata
da Bruscoli, emersa nell’ambito
delle indagini sulle vicende
della tangentopoli sammarinese.

I soldi movimentati
da Bruscoli

Quale fosse l’attività di Bruscoli
nella Banca Commerciale
sammarinese lo hanno spiegato
i magistrati sammarinesi nelle
varie ordinanze emesse sul
caso. E’ personaggio chiave per
l’accusa – gli viene contestata
l’associazione a delinquere con
Stolfi, Tortorella e Roberti – considerato
che Gianluca Bruscoli
è stato il principale referente di
Finproject, detenendo ufficialmente
il 20% delle quote della
finanziaria. Proprio Bruscoli è
ritenuto dai magistrati l’elemento
di raccordo tra Finproject
e Banca Commerciale Sammarinese,
sedendo anche nel
Consiglio di amministrazione
della banca. Le pratiche provenienti
da Finproject, venivano
proposte alla banca quasi tutte
dallo stesso Bruscoli. Questi è
dunque considerato il dominus
della finanziaria e fu lui, all’epoca
delle perquisizioni e sequestri
nelle cassette di sicurezza, a
cercare di opporsi all’attività
giudiziaria esibendo il passaporto
diplomatico. In questa
ricostruzione sono imponenti le
masse movimentate della criminalità
organizzata cinese (si
parla di circa 330milioni di euro
passati per Finproject) oltre ai
denari della ‘ndrangheta, quelli
dell’apparato libico vicino a
Gheddafi, per non parlare dei denari
della varie cricche italiane
(casi Enav Finmeccanica) oltre
al riciclaggio del denaro di false
fatturazioni imponenti legate
a personaggi dell’est europeo.
Insomma, un quadro di movimentazioni
opache per conto di
soggetti altrettanto opachi che
rendono sospetto e inquietante
l’episodio dell’aggressione.

Facile profezia

Alla luce di ciò che è accaduto
pare una facile profezia e un
monito da non sottovalutare, quello emerso nella seduta del
Consiglio della scorsa settimana.
“E’ tempo che pensiamo a come
proteggerci” ha detto la Francesca
Michelotti di Sinistra unita,
perché, se come viene descritto
dai magistrati i soldi che sono
stati destinati a San Marino e
per effetto dei provvedimenti
giudiziari vengono messi sotto
sequestro sono della criminalità
organizzata, abbiamo a che
fare con gente che non scherza
“e questi soggetti vorranno
riprendersi i loro averi”. Una
considerazione che, anche alla
luce dell’episodio di Pesaro, dà
il polso di quanto peso abbia
la maxi inchiesta aperta e del
rischio al quale il paese è stato
esposto da comportamenti come
quelli oggetto di indagine.

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