Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Arrestato Gatti

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Arrestato Gatti

L’informazione di San Marino

 Arrestato Gatti

L’inchiesta del Tribunale si allarga fino a coinvolgere altri personaggi importanti della politica e dell’impresa sammarinese

Gli agenti del nucleo antifrode si sono presentati a casa dell’ex segretario agli esteri alle 6 e 45 del mattino

Sabato 17 ottobre 2015, ore 8 e 21 hanno arrestato Gabriele Gatti

Antonio Fabbri

Sono le 8 e 21 di sabato mattina
17 ottobre 2015 quando Gabriele
Gatti varca la soglia del
carcere dei Cappuccini.
Circa due ore prima, era stato
raggiunto presso la propria
abitazione di Domagnano dagli
agenti del nucleo antifrode, che
si sono presentati a casa dell’ex
Segretario di Stato con in mano
un’ordinanza di arresto firmata
dai Commissari delle legge
Alberto Buriani e Antonella
Volpinari.

Inquinamento probatorio e pericolo di reiterazione del reato, sono le esigenze alla base della custodia cautelare in carcere. Alle 6 e 45 Gatti ha chiamato il suo avvocato, Filippo Cocco del foro di Rimini, che è quindi salito sul Titano ed era presente al momento dell’arresto e delle perquisizioni che contestualmente sono state eseguite presso l’abitazione.

Poi Gabriele Gatti
è stato accompagnato presso il
carcere dei Cappuccini. Non fa
commenti per ora il suo legale,
si limita a dire che sta leggendo
e studiando il provvedimento.

I passaggi dell’inchiesta Sono pesanti le accuse che vengono mosse nei confronti dell’ex Segretario di Stato agli Esteri, alle Finanze e, al termine della carriera politica ufficiale, ex Reggente. Gli vengono contestati dai magistrati i reati di associazione a delinquere e riciclaggio. Le stesse imputazioni, in pratica, di cui devono rispondere 11 dei 21 imputati che lunedì compariranno davanti al giudice per il processo “Mazzini”. Infatti è proprio da una coda della maxiinchiesta sulla tangentopoli sammarinese-conto Mazzini che prende le mosse l’indagine che ha portato ieri alla custodia cautelare di Gabriele Gatti. A gennaio (l’informazione del 23- 1-2015) era emersa la notizia di verifiche patrimoniali nei confronti dell’ex uomo forte della Democrazia cristiana e del Paese. A maggio ancora una integrazione di quelle verifiche che allargava le ricerche sia temporalmente – arrivando fino al 1992 – sia soggettivamente. Sotto la lente degli inquirenti sono infatti finiti i conti, oltre che di Gatti, anche di Clelio Galassi. La verifica dei magistrati,
quindi, è stata attuata sulle
movimentazioni finanziarie,
ma anche sull’attività politico istituzionale-
sociale degli anni
d’oro dell’età gattiana.

L’associazione a delinquere
In questa inchiesta si arriva,
quindi, alla contestazione di
associazione a delinquere con le
stesse finalità già emerse per gli
altri imputati del conto Mazzini.
I magistrati ritengono che lo
stesso Gatti, assieme a Claudio
Podeschi, Pier Marino Menicucci
ed altri che già entrano
nell’indagine che arriva sotto processo lunedì, abbia abusato
del ruolo politico-istituzionale
ricoperto, con lo scopo di ottenere
mazzette dall’attività
politico-amministrativa, anche
partecipando direttamente o
indirettamente alle attività economiche
o riscuotendo la tangente
quando veniva rilasciata
una autorizzazione. E ancora,
per i magistrati, le finalità della
contestata associazione a delinquere
erano la gestione di
società in ambito immobiliare
e finanziario; l’influenza su
imprese e istituzioni, compresa
l’autorità di vigilanza bancaria;
il condizionamento del libero
esercizio del voto per convogliare
preferenze e portare a
proprio favore gli equilibri interni
a partiti e gruppi consiliari,
garantendo presenza e influenza
anche all’interno del governo.
Anche qui c’è la collocazione in
posizioni strategiche di persone
vicine alla contestata associazione
a delinquere. Clientelismo,
in una parola. Altra finalità era
l’ostacolo all’individuazione
della provenienza illecita di denari
frutto di corruzione, fatture
false, truffa, ricettazione. Riciclaggio,
insomma.
Il riciclaggio
Oltre all’associazione a delinquere
a Gatti vengono contestati
quattro specifici episodi di riciclaggio, alcuni legati alle movimentazioni
del denaro di quella
che è stata definita più volte, in
consessi politici, la “madre di
tutte le tangenti”, legata alla realizzazione
del Centro uffici dei
Tavolucci dove, ironia della sorte,
trova casa oggi proprio quel
tribunale da cui partono i provvedimenti
che stanno scuotendo
la Repubblica. Operazione in
cui si innesta anche la vicenda
Grey&Grey. Complessivamente
fu un affare immobiliare da
circa 60 miliardi di vecchie lire
con mazzette circolate secondo
il sistema dei libretti al portatore,
con le operazioni per nascondere
la provenienza illecita del denaro arrivate, secondo quanto
contestato dai magistrati, fino
ad oggi. Altro episodio di riciclaggio
contestato dai magistrati
riguarda il “contributo” versato
per la realizzazione della nuova
sede della Wonderfood s.a..
Una tangente da 800milioni di
vecchie lire, veicolati sempre
attraverso libretti al portatore, e
diventati poi poco più di 416mila
euro. Oltre a questi episodi
contestata anche la dazione per
la nascita della Ecb (pag. 5).

I libretti
Anche in questa ramificazione
dell’indagine “conto Mazzini”,
non cambia il modo di veicolare
le tangenti. Il mezzo preferito
nelle vicende contestate era
già – considerato che il periodo
a cui si riferiscono i fatti contestati
a Gatti è antecedente a
quello delle vicende che arrivano
a giudizio lunedì – quello dei
libretti al portatore. Spuntano
così altri nomi pittoreschi: Carmelo,
Carm, Giovanni, Baronio,
Rolex, Alfa, Beta e Gamma,
Coccio, Brunelleschi, Euro1 ed
Eurolandia, Novembre, Novantuno,
Santo. Vengono tirati in
ballo, per ogni giro contestato
di mazzette, anche nomi nuovi
di politici e affaristi, rispetto
alle precedenti inchieste.

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