Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Carisp-Delta-Sopaf ecco i nomi dei dieci indagati

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Carisp-Delta-Sopaf ecco i nomi dei dieci indagati

 L’informazione di San Marino

 Carisp-Delta-Sopaf
ecco i nomi dei dieci indagati

 Si procede nei confronti dei membri dell’allora
Cda per amministrazione infedele. Interrogatori nei prossimi
giorni

Antonio Fabbri –

SAN MARINO. Gli
avvisi di garanzia nei confronti dei dieci membri
del Consiglio di
amministrazione di Cassa di Risparmio all’ epoca dell’accordo sull’acquisto
delle azioni di Sopaf in Delta, sono stati recapitati nei giorni scorsi.

Quando nel 2009 si trattò per l’acquisizione
delle azioni Delta
erano membri dell’organismo di vertice Leone Sibani,
all’epoca presidente che condusse la trattativa, Giuseppe Lonfernini,
vice-presidente, e poi i membri del Cda Giancarlo Berardi, Luigi Fattori, Cesare
Menghini, Andrea Albertini, Antonella Cecchetti, Marco Nonni, Paola Stanzani,
Enzo Donald Mularoni.

E’ nei loro confronti che il
Commissario della Legge,
Laura Di Bona, contesta
l’amministrazione infedele
legata all’acquisizione
delle quote societarie di
Sopaf ad un prezzo sproporzionato,
stando alla
perizia depositata lo scorso
aprile e redatta dal professor
Stefano Marasca.
Le quote della società milanese,
secondo la stima
del perito, potevano valere
tra i 19 e i 22 milioni.
Per rilevarle la Cassa diRisparmio ne pagò, invece,
più del doppio: circa
55milioni.
A queste si aggiunse un
accordo di consulenza
da 15 milioni e un’intesa
sulle controversie. Un
accordo transattivo che
prevedeva che, con la
conclusione della cessione,
ciascuno avrebbe reciprocamente
rinunciato
alle azioni civili e penali,
tacitando in tal modo le
controversie giudiziarie.
Questo, però, non solo a
vantaggio degli enti, ma
anche dei singoli membri
degli organismi di vertice
di Cassa. Ed è da qui che
emerge l’ipotesi contestata
di amministrazione
infedele. Per chiarire cosa
sia accaduto, nei prossimi
giorni i diretti interessati
dovranno essere sentiti e
potranno fornire la loro
versione. Una linea di difesa
che, probabilmente,
mirerà a contestualizzare
le scelte nel passaggio
storico in cui sono nati
quegli accordi. Da un lato
la politica che premeva
per chiudere la partita
Sopaf-Delta, dall’altro Intesa
San Paolo che aveva
dichiarato di essere interessata
a trattare l’acquisto
della holding blonerse
di credito al consumo con
un soggetto che avesse in
mano il 100% delle quote
di Delta. L’esito, comqunue,
fu una sofferenza di
oltre 70milioni per Cassa
che, secondo le stime del
perito, avrebbe dovuto essere
molto inferiore.
Questa è dunque la parte
del fascicolo che riguarda
gli ex vertici di Cassa.
Tuttavia l’indagine originaria,
come è noto, è stata
separata in due tronconi e
nella parte ancora secretata
si indaga per corruzione.
Il magistrato, che ha
già inviato diverse rogatorie
tra cui una in Lussemburgo,
vuole chiarire se,
dietro alle pressioni politiche
per mandare in porto
gli accordi con Sopaf,
vi siano stati degli episodi
corruttivi. In questa parte
del fascicolo rientra anche
l’acquisizione della famosa
registrazione di Palazzo
Begni, fatta dall’ex
Amministratore delegato
di Cassa, Mario Fantini,
in un incontro con il
Segretario alle Finanze
dell’epoca, Gabriele Gatti,
alla presenza del Segretario
agli Esteri Antonella
Mularoni.
Questo il contesto giudiziario,
cui si affianca anche
quello dell’inchiesta
politica. La commissione
presieduta da Gerardo
Giovagnoli e insediatasi
il primo agosto scorso,
ha già portato avanti una
intensa attività. Compito
della Commissione è fare
luce su infrazioni “politiche
e amministrative”,
rispetto in primis “alle
autorizzazioni rilasciate
e ai controlli effettuati”
dall’Autorità di vigilanza
sull’investimento di Cassa
di Risparmio di San Marino
nel gruppo bancario
Delta; quindi sul ruolo assunto
dai Segretari di Stato,
da Bcsm e da esponenti
politici nella vendita delle
azioni e “all’eventuale pagamento
di un sovrapprezzo”;
infine all’eventuale
commistione di interessi
di esponenti sammarinesi
“con coloro che contrastavano
gli interessi di Cassa
di Risparmio di San Marino”.

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