Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Fu la galassia Bcs-Finproject a caldeggiare la nomina degli ex vertici di Banca Centrale

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Fu la galassia Bcs-Finproject a caldeggiare la nomina degli ex vertici di Banca Centrale

L’informazione di San Marino

 L’ex presidente di
Bcsm Valentini aveva incarichi nelle società legate al gruppo. L’ex direttore
Papi elaborò per Banca commericale lo studio sulla piazza finanziaria / Fu
la galassia Bcs-Finproject a caldeggiare la nomina degli ex vertici di Banca
Centrale
/ L’assenza di norme antiriciclaggio e l’accondiscendenza di Via
del Voltone favorirono l’associazione a delinquere

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Il biasimo dei magistrati verso i vertici di Banca centrale,
attuali e passati, non è l’unico richiamo e non è l’unica perplessità che i
Commissari della legge, firmatari dell’ordinanza che una settimana fa ha portato
agli arresti sotto custodia cautelare l’ex
Segretario degli esteri Fiorenzo Stolfi
, esprimono nel loro provvedimento.


Gli inquirenti guardano anche in casa propria confermando, tra l’altro, quanto
rilevato lo scorso anno di questi tempi nella relazione sullo stato della
giustizia e, in particolare, nel documento, pesante, redatto dal gruppo composto
dal Magistrato dirigente, dai Giudici di appello e di terza istanza.

Un
documento, quello di un anno fa, scaturito all’epoca da una verifica che ha
riguardato l’intera attività del tribunale 
commissariale ed ha visto
spulciare tutti i fascicoli curati dai vari magistrati. In particolare per
alcune inchieste, anche rilevanti, era emerso come queste fossero state
smembrate, con la conseguente perdita della visione di insieme dei fatti. Una
situazione, questa, che sotto la voce “riorganizzazione del tribunale” per
“favorire provvedimenti per migliorare l’amministrazione della giustizia”, ha
poi visto una vera e propria rivoluzione a palazzo di giustizia dando origine al
lavoro coordinato in pool e, di 
seguito, anche a trasferimenti ad altri
incarichi esterni al palazzo di giustizia.

E’ il caso del
Commissario della Legge Rita
Vannucci, oggi alla fondazione
di Banca Centrale incaricata
della formazione.
A confermare nel caso di Fin-
Project quelle affermazioni
scaturite dal documento di verifica,
sono i tre magistrati che,
appunto in pool, lavorano sulla
Tangentopoli sammarinese.

 

La stagnazione dell’indagine
Nell’ordinanza si trova anche
una risposta alla domanda che
in tanti si fanno in questo periodo.
Perché adesso gli arresti
eccellenti, a distanza di tempo
dai sequestri in FinProject?
Una risposta arriva dagli stessi
magistrati che biasimano il
modo in cui l’indagine era stata
condotta da chi in tribunale aveva
in precedenza avuto in carico
il fascicolo in questione. Quindi
i magistrati Buriani, Morsiani e
Volpinari, riferendosi al sequestro
dei 170 scatoloni di documenti
in Finproject effettuato
nel marzo 2012 dal Commissario
della legge Rita Vannucci,
parlano di un “rocambolesco”
intervento della magistratura
teletrasmesso “coram populo”.
Rocambolesco, presumibilmente,
perché fu in quella circostanza
che si verificò l’opposizione
del passaporto diplomatico da
parte del consigliere d’ambasciata
libica, Gianluca Bruscoli.
Un sequestro dopo il quale,
rilevano però i Commissari
della legge, ci fu la stagnazione
delle indagini, con gli ulteriori accertamenti che regredirono o,
meglio, mancarono il bersaglio
rivolgendosi più sulla verifica
di chi fossero i prestanome,
piuttosto che su chi, dietro questi e dietro schermi societari,
si nascondeva. Non solo. Chi
indagava venne impegnato a
redigere tabelle che gli attuali
Commissari della legge definiscono
“lambiccate” e “inutili”.
Ma i magistrati vanno oltre.
Infatti affermano che la segretezza
rigorosamente mantenuta
sui nomi dei politici coinvolti e
l’aver spezzettato le indagini in
moltissimi procedimenti, hanno
dato tempo e modo alla contestata
associazione a delinquere
di rigenerarsi.

I deficit normativi e le accondiscendenze
nel
sistema di controllo
Sul piano dell’attività bancaria e finanziaria la magistratura rileva
due ordini di problemi che
hanno consentito l’attività spregiudicata
di FinProject e Bcs
così come contestata nell’ordinanza.
Il primo è di ordine normativo.
Il secondo è di ordine
ispettivo.
Appare ovvio, sembrano dire i magistrati, che se chi era a
capo delle istituzioni mirava a
non avere verifiche troppo penetranti,
evitasse di approvare
norme idonee al contrasto del
riciclaggio e delle infiltrazioni
malavitose. Lo dicono a chiare
lettere i commissari della legge
affermando che vigevano norme
inadeguate a tutela della legalità,
c’era indifferenza verso la
direzione che stava prendendo
la finanza internazionale ed era
diffusa la convinzione che bastassero
i rapporti tra i vertici di
Banca Centrale e gli omologhi
colleghi di Bankitalia, istituzione
dalla quale provenivano, perché
tutto fosse apposto. Questo, per
contro, causò l’isolamento per
San Marino e, tra le altre cose,
quella che è meglio nota come
“procedura rafforzata” del Moneyval.
Niente norme, dunque.
Ma anche niente controlli, tant’è
che i magistrati rilevano come le
prime ispezioni in Banca Commerciale,
iniziarono solo dopo
le dimissioni dei vecchi vertici.
Che, rilevano i magistrati, con
la galassia Bcs-FinProject erano
collegati.

I rapporti Bcs coi vecchi vertici Bcsm

Che i vecchi vertici di Banca
centrale potessero avere un occhio
di riguardo verso Banca
Commerciale e Finproject, viene
spiegato con il fatto che fu proprio
quell’istituto di credito a
promuovere la tanto sbandierata
piazza finanziaria e a “sponsorizzare”
gli allora Presidente e
Direttore di Via del Voltone.
Il primo presidente di Bcsm fu
infatti Antonio Valentini, al vertice
dell’istituto centrale dal 2001
al 2008. I magistrati parlano di
una sua “ubiquitaria” presenza
nella galassia Bcs-Finproject
prima di diventare presidente di
Bcsm. Gli inquirenti rilevano infatti
come Valentini fu presidente
del collegio sindacale di Bcs,
presidente del Cda di FinProject, presidente del Cda della Bruper,
srl, società a responsabilità
limitata della famiglia Bruscoli
con sede in Italia, oltre che socio
all’1% della Cobit srl, società
riconducibile a Finproject e che
aveva sede nello stesso condominio
di “Giuseppe Mazzini”, quello
dei libretti, in via Tonnini. Insomma
intrecci che fanno molto
riflettere i magistrati. Come fa ri-
flettere il fatto che fu proprio Bcs
a commissionare al professor
Luca Papi uno studio sul tema
“Sviluppo della piazza finanziaria
sammarinese”. E fu proprio
questo studio che fece ottenere
a Papi il gradimento per la nomina
alla direzione di Bcsm da
parte dell’allora Segretario alle
Finanze, Pier Marino Mularoni.
Per i magistrati questa anomala
vicinanza tra vigilanza e vigilati
causò carenza nei controlli, anche
quando si verificò la vicenda
eclatante di una truffa anomala
ai danni della banca. Si fece una
verifica blanda, non venne imposta
riduzione di capitale e la
successiva ricapitalizzazione da
parte dei soci. Anzi, attraverso
artifici contabili, una perdita di
17 milioni si trasformò con il
segno più. Un quadro che fa dire
agli inquirenti come quella piazza
finanziaria, giustificata dallo
studio di Papi, venisse in realtà
intesa dalla contestata associazione
a delinquere come funzionale
ai propri scopi e interessi,
tanto che con il proliferare dei
soggetti vigilati (si arrivò ad
averne 72, dodici banche e sessanta
tra finanziarie, fiduciarie,
società di gestione, compagnie
d’assicurazioni) la concessione
delle numerose autorizzazioni
altro non era che una fonte
per l’arricchimento illecito del
sodalizio criminale. Insomma,
quella disponibilità a pagare che
pareva essere l’unico requisito
richiesto per fare banca a San
Marino.

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