Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: In consiglio il de profundis per la liberta’ di informazione

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: In consiglio il de profundis per la liberta’ di informazione

L’informazione di San Marino

In consiglio il de profundis per la liberta’ di informazione

Antonio Fabbri

 Il concerto è iniziato. A
dirigere l’orchestra che alla
fine suonerà il de profundis
del diritto all’informazione è
il segretario Iro Belluzzi, che
con parole altisonanti sostiene
principi che non conosce, come
se sul pulpito della sinfonica, a
vibrare nell’aria la bacchetta,
ci fosse chi non sa leggere la
musica.
Il Segretario.

Il Segretario all’informazione
che vanta nel curriculum la propria elezione con “l’aiutino” dei voti
di Fiorenzo Stolfi e messo lì per la sua corrente, porta una legge preparata
da altri due delfini dell’ex segretario agli esteri, Francesco Morganti
e Matteo Rossi. Relazionata per la maggioranza da un terzo stolfiano
doc, Andrea Belluzzi.

D’altra parte che Stolfi avesse mire
sull’informazione è chiaro da come ha gestito l’affaire di Tribuna, acquisendone il controllo totale attraverso l’Asset Banca, caldeggiando la nascita di una aspirante agenzia di stampa, la San Marino Press,
nata anche dietro i buoni auspici dello stesso Segretario
all’informazione, con la cui segreteria ha collaborato il Rossi di cui
sopra, con l’obiettivo di  scalzare la Dire e prenderne il posto
veicolando le notizie. 

Come non presumere che in questo disegno rientri
anche la legge sull’editoria e il giornalismo? Non si spiega altrimenti
l’urgenza, la pervicacia e la fretta di portare una normativa che avrà
un sacco di problemi ad essere attuata, ma che fissa come principio
irrinunciabile il controllo, da parte di una authority di nomina
prevalentemente politica, sulla deontologia dei giornalisti.

Proprio questa legge è rimasta
comunica – fanno sapere
dal Ps – che domani mattina
i Consiglieri Simone
Celli, Alessandro De Biagi
e Alessandro Mancini,
depositeranno – presso
la Cancelleria Penale del
Tribunale Unico della
Repubblica di San Marino
– un esposto al fine di
accertare eventuali profili
l’ultimo baluardo di un disegno
fallimentare, perché rischia
di generare una informazione
non credibile e asservita. Altro
che la tutela dei fruitori delle
notizie!
E’ così spiegata la fretta di
approvare questa legge. Eh sì
che, chi è anche Segretario al
Lavoro, di provvedimenti in un
periodo in cui il numero dei
disoccupati a San Marino tocca
tetti mai visti, di provvedimenti
ne avrebbe da fare! Invece, per
predisporre la legge sul giornalismo,
non è riuscito, perché
dichiaratamente non ha voluto
farlo, neppure a preparare un
piccolo censimento su quanti
siano i giornalisti e fotoreporters
che oggi lavorano nel
settore a San Marino, quante
e quali le testate, e non sa
neppure quanti e chi siano gli
editori, dei quali ha incontrato
solo alcuni. Solo per dirne
una, l’editore di questa testata
non ha mai ricevuto una richiesta
di incontro sulla nuova
normativa.
Con la fandonia dell’assenza di
leggi – che invece ci sono seppure
non siano state rispettate
da buona parte della politica e
dagli uffici preposti – si giustidi
responsabilità penale
in relazione al contenuto
del video pubblicato da un
sito di informazione on-line
e ripreso da altre testate
giornalistiche locali. Certi
della correttezza del loro
operato e desiderosi di tutelare
la loro immagine e
la loro onorabilità, con la
presentazione dell’esposto
i sottoscritti Consiglieri
intendono fare piena luce
su questa vicenda, rimettendo
ogni giudizio alla
Magistratura sammarinese,
verso la quale si nutre
totale rispetto ed incondizionata
fiducia”, scrivono
i tre consiglieri.
fica una normativa di difficile
attuazione e a tratti palesemente
contraria ai principi e diritti
internazionalmente riconosciuti
che tutelano la libertà di
espressione e di informazione.
Poi si dice, facendolo cadere
dall’alto come un favore, che
alcune osservazioni dell’Usgi
sono state accolte. Come
dire: “accontentatevi”. Ma le
osservazioni accolte riguardavano
diritti fondamentali come
l’inserimento del principio
inviolabile della “libertà di
informazione e di opinione”.
Riguardavano il riconoscimento
di chi da oltre vent’anni svolge
la professione di giornalista
in questo paese nel rispetto
delle leggi del settore che pure
ci sono, checché ne dicano il
Segretario e chi vuole fare passare
l’idea della “deregulation
alla quale porre fine”.
La legge verrà approvata.
Sarà di difficile attuazione, se
non nelle parti più prettamente
cesoree. Causerà danni al
diritto di cronaca e al Paese
che approva une delle norme
più arretrate sull’informazione
nell’era della comunicazione
globale.

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