Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Nomina dei vertici di Bcsm e sponsor interessati

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Nomina dei vertici di Bcsm e sponsor interessati

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Nomina dei vertici di Bcsm e sponsor interessati / Il governo orientato a cogliere la possibilità di bandi internazionali e c’è chi pensa di affidarsi a “cacciatori di teste”. Unico nome finora circolato quello di Azzaro, caldeggiato dallo studio Mularoni, ma già accantonato da fonti governative

La nomina dei nuovi vertici di Banca Centrale sta agitando discussioni che, probabilmente, per ora covano sotto la cenere, se si considera che al momento non è nota alcuna ipotesi per una rosa di nomi, come vorrebbero in particolare le opposizioni. Questo nonostante i tempi stringano se, come da Ordine del giorno approvato lo scorso 26 giugno, la nomina di presidente e direttore dovrà essere fatta entro il mese ottobre.

Intanto c’è chi pensa che ci si possa rivolgere a società di “cacciatori di teste” per professionalità di caratura internazionale o chi, inevitabilmente, pensa di cercare un nome che possa essere condiviso anche da Roma. Ieri il governo ha indicato che la linea da tenere sarà quella del bando internazionale, prevista come possibilità dall’Odg di giugno che ha fissato anche le caratteristiche delle due figure.

L’unico nome circolato. Solo un nome, ad oggi, quello circolato come ipotesi o qualcosa di più: Andrea Maria Azzaro. Docente a Urbino che, però, fonti governative hanno di fatto già accantonato evidenziando l’assenza dei requisiti richiesti.

Di certo l’interesse attorno alle nomine dei nuovi vertici di Banca centrale è elevato.

Il nome di Azzaro era dato per caldeggiato dall’ex onorevole Pd, Sergio Gambini, e vicino allo studio legale Mularoni. Matteo Mularoni con il quale Azzaro condivide l’insegnamento di Istituzioni di diritto privato del Dipartimento di economia, società, politica presso l’Università di Urbino. L’attività dello studio Mularoni nel settore bancario, d’altra parte, è nota a San Marino. Moltissimi degli accordi interbancari passano per questo studio. A quanto pare al settore è interessato anche l’ex deputato diessino Gambini, che conosce bene il Titano, sia perché è di Cattolica, ma soprattutto politicamente per i suoi trascorsi a Montecitorio nel periodo in cui si cominciava a parlare di accordo contro le doppie imposizioni tra Italia e San Marino e veniva avanti la questione frontalieri.

Di sicuro, al momennto, anche i ritardi nella designazione di una rosa di nomi idonei a ricoprire le cariche vacanti al vertice di Via del Voltone, sono anche il sintomo delle pressioni da e verso la politica e della necessità di fare la scelta giusta. Insomma, gli interessi e gli appetiti che continuano a muoversi in ambito bancario e finanziario catalizzano l’attenzione e la tensione, tanto che le evidentemente inevitabili pressioni per scelte e nomine appaiono mosse, più che da efficienza e credibilità del sistema, da convenienza per gruppi di potere.

L’interesse per i movimenti di poltrone in Via del Voltone Anche di recente, a attorno a marzo dello scorso anno, c’è stato un certo interesse per i movimenti che si stavano verificando nel mondo bancario e finanziario sammarinese. Emerge anche dalle carte della maxi inchiesta sulla tangentopoli sammarineseconto Mazzini. Nei documenti dell’indagine, allegato al verbale del secondo interrogatorio dell’ex segretario di Stato Fiorenzo Stolfi, datato 31 ottobre 2014, si trova, ad esempio, un appunto. Un appunto scritto dallo stesso Stolfi nel quale risulta che, in un incontro con l’allora segretario Felici, si era confrontato sui movimenti di incarichi alla Vigilanza di Banca Centrale. Nell’appunto che era tra le carte sequestrate a Stolfi, si legge “Vivoli – nomina al posto di Gumina”.

Un appunto che Stolfi spiega così ai magistrati: “E’ stato da me annotato probabilmente a seguito di una conversazione con il Segretario di Stato alle Finanze che mi fece un quadro riassuntivo delle nomine che il Governo si accingeva a fare, tra le altre quella di Vivoli che sarebbe subentrato a Gumina”. In tale contesto torna anche una riflessione sull’indipendenza dell’organismo di vigilanza dalla politica e sui conflitti di interesse.

Personaggi noti Nelle circa 70 mila pagine del processo che il 19 ottobre prossimo vedrà la sua prima udienza, c’è tra gli interrogatori anche quello, del 16 settembre 2014, dell’avvocato Marialaura Marinozzi che per un certo periodo ha lavorato in studio associato con Fiorenzo Stolfi. Si legge nel verbale di interrogatorio: “In un paio di occasioni Stolfi mi ha presentato clienti. Una volta mi presentò il dott. Gambini, o meglio Gambini si presentò nel mio studio. Rammento che Gambini e lui stavano consultando un documento in inglese che io lessi solo dopo la sua firma presso il mio studio. In quella occasione erano presenti Stolfi e Gambini, appunto, Successivamente ci fu un secondo incontro a cui partecipai io presso lo studio Mularoni, se non ricordo male nel maggio di quest’anno (2014), in cui vennesttoscritto l’accordo dopo la correzione di alcuni errori.

L’accordo venne sottoscritto da Gerani da un lato e da Biljana Baruca dall’altro. Erano presenti anche Gambini e due avvocati dello studio Mularoni (Mularoni veniva contattato telefonicamente da Gambini che gli sintetizzava cosa si stava sottoscrivendo) e c’era Fiorenzo Stolfi unitamente a me. Non sapevo all’epoca di che cosa si trattasse perché l’oggetto dell’accordo mi venne presentato come una consulenza legale in materia finanziaria. Mi dissero che c’erano degli investitori interessati ad operare a San Marino. Nessuno mi parlò della cessione di licenze in ambito bancario. Mi venne detto che era necessaria la mia presenza perché dovevo essere presente quando venivano apposte le firme.

Le trattative e gli incontri in precedenza erano state seguite dall’Avv. Massimiliano Annetta, così mi disse Biljana Baruca che mi specificò che in quel giorno Annetta, che seguiva la trattativa, non poteva essere presente”.

La parte dell’interrogatorio, dunque, riguarda la cessione delle licenze bancarie cosiddette “orfane”, in particolare quella di EuroCommercialBank. Non sa tuttavia la testimone se l’intesa riguardasse proprio l’alienazione di quella licenza. Di sicuro emerge che l’accordo del quale si trattava era relativo all’ambito bancario e finanziario. Non si può non notare, d’altra parte, come le persone che si erano incontrate per quell’intesa siano le stesse che in questi giorni sono state date come “sponsor” dell’unico nome che finora è stato ventilato, poi “bocciato” dal governo, per la presidenza di Bcsm.

La domanda che sorge dunque oggi, come doveva sorgere in passato, è se sia opportuno che chi ha interessi nel settore bancario o finanziario oppure sia un soggetto vigilato, prema o venga interpellato per proporre un proprio nome in un organismo che dovrebbe essere assolutamente terzo. Le esperienze maturate fino ad oggi, unite alle inchieste aperte, renderebbero semplice la risposta.

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