Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Processo Mazzette nei cantieri

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Processo Mazzette nei cantieri

L’informazione di San Marino

Processo Mazzette
nei cantieri

Ricusazione di Buriani rigettata

Ora si attende la sentenza
sulla vicenda legata al caso Fincapital

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Processo sulle mazzette nei cantieri, rigettata
la ricusazione nei confronti del giudice Alberto Buriani
. Attesa, ora, la
sentenza.

La presentazione dell’istanza.  Qualche giorno prima dell’ultima
udienza dello scorso 30 giugno, il funzionario dell’ex Servizio igiene
ambientale Davide Mularoni, accusato assieme al collega Paolo Berardi di aver
preso soldi per ammorbidire i controlli nei cantieri legati a Fincapital, aveva
presentato istanza di ricusazione nei confronti del decidente di primo grado,
Alberto Buriani. Durante quell’udienza si era proceduto con le arringhe dei
difensori che hanno chiesto l’assoluzione per i loro assistiti. E’ rimasta in
sospeso, invece, la pronuncia della sentenza del giudice e gli atti sono stati
mandati al Collegio Garante per la decisione sulla ricusazione. Nel frattempo
sono state presentate anche due questioni di costituzionalità, proprio sulla
norma relativa alla ricusazione.

Le eccezioni
di costituzionalità
Le eccezioni
di costituzionalità
Le eccezioni di costituzionalità,
molto tecniche,
sono state oggetto della
prima decisione da parte
del Presidente del Collegio
dei Garanti, Carlo
Fusaro, che si è occupato
della questione. Questi,
infatti, prima di procedere
a valutare la ricusazione,
ha deciso sulle eccezioni
di costituzionalità. Dichiarandole
“irrilevanti”,
le ha rigettate.

La ricusazione

Il presidente Fusaro è
quindi passato a valutare
la ricusazione. Secondo
il ricusante Davide Mularoni
il giudice Buriani
aveva già espresso il suo
convincimento, questo
manifestato dal fatto che
il decidente non aveva
ammesso molti dei testimoni
proposti dall’imputato.
Il presidente del
Collegio Garante ha però
respinto questa richiesta,
affermando che il fatto di
non aver ammesso dei testimoni
non è una espressione
di un convincimento,
ma rientra nella facoltà
del giudice respingere le
richieste, tra cui quella
di ulteriori testi, quando
la valuti non motivate e
non utili al dibattimento.
Secondo motivo di ricusazione
era il fatto di aver
negato l’acquisizione delle
carte della Commissione
Antimafia. Qui il presidente
Fusaro, nel ritenere
anche in questo caso facoltà
del giudice decidere
di non ammettere della
documentazione, evidenzia
che il decidente ha
tenuto un atteggiamento
imparziale e sereno “pur
nell’oggettiva difficoltà –
dice il presidente dei saggi
– di frenare i ripetuti
tentativi di trasformare
la dialettica processuale
in teatralità (i “gesti” del
difensore durante alcuni
esami testimoniali a
improprio commento di
quanto riferito) quando
non in ‘alterco’”, dice Fusaro.
Il presidente dei Garanti
ha anche codannato
il ricusante, Davide Mularoni,
a versare 2500 euro
di spese processuali

Attesa per la sentenza

Respinta la ricusazione,
dunque, il giudice Buriani,
nel frattempo passato
a coordinare gli inquirenti
del tribunale, potrà emettere
sentenza sul caso
scaturito dalle carte della
Commissione di inchiesta
su Fincapital poi trasmesse
al tribunale. Sentenza
in un processo che vede
dunque imputati, oltre
ai due funzionari dell’ex
Sia, anche Marico Mini,
reo confesso, Michel
Burgagni, Laura Zanetti,
Maurizio Proietti e Livio
Bacciocchi. Il Procuratore
del fisco, Roberto Cesarini,
aveva chiesto 5 anni
e 9 mesi per i due ispettori
e per Bacciocchi. 4 anni e
3 mesi per Proietti, Zanetti
e Burgagni. Due anni e
un mese per Marco Mini
al quale l’accusa riconosce
la confessione utile
e spontanea. I difensori
avevano per contro chiesto
l’assoluzione per i loro
assistiti.
Attesa, adesso, la decisione
del giudice su questo
caso eclatante, che vedrebbe
la prima sentenza
di un caso ricompreso
intricata ragnatela Fincapital.

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