Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Processo Vulcano, parla Burgagni

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Processo Vulcano, parla Burgagni

L’Informazione di San Marino

Vulcano, depone Burgagni. Gli imputati intervengono e contestano. Vallefuoco: “Gli inchini li ho visti solo nei film di camorra”

Antonio Fabbri

E’ stata una udienza calda, ieri,
quella del processo Vulcano a
Rimini. Una udienza nella quale
ha deposto Michel Burgagni.
Una lunga audizione durata circa
sei ore, divise tra l’esame del Pm
Enrico Cieri, il controesame di
alcuni dei legali che proseguirà
nella prossima udienza, e gli interventi
e dichiarazioni spontanee
degli imputati.
Burgagni, parte lesa e testimone
nel processo riminese, ha sostanzialmente
confermato i fatti
che erano già emersi nella fase
delle indagini preliminari: dagli
atti estorsivi nei suoi confronti,
al pestaggio di Di Fonzo a Rovereta,
fino agli schiaffi ricevuti da
Giovannone Formicola al “Quo
Vadis”.
Burgagni ha raccontato di aver
conosciuto Francesco Vallefuoco
tramite l’altro sammarinese,
Roberto Zavoli, e che si era affidato
alla Ises di San Marino, la
società di recupero crediti per la
quale Vallefuoco lavorava, per
vedersi saldare una pendenza
da oltre 120mila euro della sua
azienda. In restituzione ricevette
cambiali e assegni, ma dovette
pagare una “provvigione” di oltre
20mila euro in contanti, ha
raccontato.
Da quel momento da committente
per un recupero crediti divenne
vittima di vessazioni ed estorsioni.
Tra gli episodi raccontati
anche quello dell’incontro con
Zio Peppe, del clan Mariniello.
Burgagni ha raccontato di essere
stato portato in un bar a Miramare
dove c’era, appunto, Zio
Peppe. Questi gli aveva intimato
di restitutire i soldi a Raimondi,
con il quale Burgagni aveva una
pendenza. “Mi dissero che Zio
Peppe era persona importante e
influente e che dovevo rispettare
il patto fatto con lui”, ha riferito
Burgagni.
Ha anche raccontato di una minaccia
pesante fattagli da Vallefuoco:
“Ti sparo se non paghi”.

Cosa analoga, ha raccontato, gli
accadde con Agostinelli che recuperava
i crediti per Fincapital
con la quale Burgagni aveva una
pendenza di 450mila euro. “Agostinelli
mi chiese 85mila euro e
scrisse un bigiletto: se non paghi
ti uccido. Da lì ho capito che non
era una gran persona”. A queste
affermazioni Agostinelli, ieri in
aula, ha iniziato ad agitarsi indirizzando
a Burgagni le parole “Sei un pazzo!”.

Burgagni ha riferito anche di
aver visto con la pistola sia Francesco
Sinatra e che Agostinelli.
Titubante sui legami mafiosi e
sui Casalesi. “Mi hanno detto
che erano legati al clan – ha riferito
Burgagni – ma credo lo abbiano
fatto per mettermi paura”,
ha aggiunto.

Nell’udienza di ieri alcuni imputati
hanno anche chiesto di poter
fare delle dichiarazioni spontanee.
Tra questi Agostinelli che
ha contestato, come già aveva
fatto dalla gabbia di vetro, le
affermazioni di Burgagni. Dichiarazioni
spontanee anche per
Vallefuoco, il quale ha affermato
di non essere di alcun clan ed ha
contestato anche l’ossequio che
tutti avevano nei confronti di Zio
Peppe: “Gli inchini – ha detto
Vallefuoco – li ho visti fare solo
nei film di camorra”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy