Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Quando inizio’ a movimentare libretti Giuseppe Mazzini abitava a Rimini

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Quando inizio’ a movimentare libretti Giuseppe Mazzini abitava a Rimini

 L’informazione di San Marino

 L’eroe
risorgimentale, anche senza documenti, si trasferì in seguito sul Titano in Via
Pietro Tonnini in Città

Quando inizio’ a movimentare libretti Giuseppe
Mazzini abitava a Rimini 

Nello stabile hanno appartamenti Stolfi,
Bruscoli, Moretti-Ragin
i e pure sede una società riconducibile a
FinProject

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Quello di via Tonnini, appare ormai assodato, era il condominio
di Giuseppe Mazzini, quello dei libretti, di tutto quello che gli ruotava
attorno. Sono numerosi, infatti, gli appartamenti che, secondo quanto sta
emergendo dalle indagini, in quello stabile e in quella via hanno visto diversi
tra gli indagati calcarne le mattonelle. Eppure Giuseppe Mazzini, non ha sempre
abitato lì.

La prima residenza di Mazzini Dalle ricostruzioni fatte
emerge 
che, quando nel 2002 in Banca Commerciale Sammarinese iniziarono
ad avere a che fare con l’anagrafica dell’eroe risorgimentale, non poterono
ovviamente fare la fotocopia dei documenti di identità, come già all’epoca
imponeva comunque la normativa antiriciclaggio, normativa poi divenuta, come
noto, ancora più stringente. Mazzini fu registrato come cliente di Bcs nel marzo
del 2002. Una idea, quella dell’anagrafica fittizia, che gli inquirenti
attribuiscono a Giuseppe Roberti il quale, essendo nei vertici della banca,
aveva libertà di movimento nell’istituto di credito. L’operazione di apertura
dei rapporti per il nuovo cliente fu eseguita materialmente da Gilberto Canuti,
indagato della prima ora. Anzi, per un certo periodo, gli unici indagati con
l’accusa di riciclaggio sono stati soltanto Roberti e Canuti.

Fu
quindi quest’ultimo ad aprire la
posizione di Giuseppe Mazzini
che, nonostante il “particolare”
di non poter fornire una copia
del documento di identità, una
residenza, per la banca, ce l’aveva.
Ma la sua prima casa non era
a San Marino, bensì a Rimini,
e precisamente in Via Alberto
Simonini. Una zona residenziale,
tranquilla a due passi dal parco
oggi intitolato a Giovanni Paolo
II.

l trasloco di Mazzini
a san Marino

Sul Titano Giuseppe Mazzini ci
venne in un secondo momento,
forse anche per la necessità di fare tutti quei movimenti con i
libretti al portatore che diventavano
sempre più frequenti. Così
prese alloggio proprio in Via Pietro
Tonnini. Strada centrale a due
passi dalla porta San Francesco.
Tuttavia questo Mazzini, anche a
cercarlo in casa, non si è mai trovato.
Pure l’autorità giudiziaria,
che ha svolto gli accertamenti,
non ha potuto che escludere l’esistenza di una persona reale
corrispondente all’anagrafica
Giuseppe Mazzini, che pure dalla
banca era stata censita.
Il condominio di Mazzini
Era già emerso come nel condominio
dove aveva la residenza
il fondatore della Giovine Italia
trovasse posto anche l’appartamento
di Fiorenzo Stolfi, dove
ora si trova ai domiciliari. Poi ci sono due appartamenti che rientrarono
nel “prezzo” della vendita
del 10% delle quote in Bcs originariamente
di Moretti-Ragini.
Immobili questi che furono ceduti,
a corrispettivo appunto delle
quote, ai due soci dello studio
Antao. Nello stesso stabile si trova
anche l’appartamento, perquisito
nei giorni scorsi, di un altro
indagato nella vicenda, Gianluca
Bruscoli. Trovava posto in via
Tonnini pure un persona giuridica,
la Cobit srl, società riconducibile
a Finproject e che aveva
sede nello stesso condominio di
Giuseppe Mazzini.
I primi dubbi sull’anagrafica
I primi dubbi sull’anagrafica
di Mazzini erano sorti proprio
nell’istituto di credito ed erano
stati messi nero su bianco nelle
note apposte ad alcuni movimenti,
proprio da dei dipendenti della
Banca Commerciale sammarinese.
Nella nota di una di queste
operazioni datata aprile 2007 ed
effettuata sul libretto denominato
“Uno”, il dipendente della
banca segnalava: “II nominativo
al quale è collegato il libretto
è una persona fittizia. Mazzini
Giuseppe non esiste. Nonostante
ciò io l’operazione di addebito
di 200.000 euro l’ho dovuta fare
ugualmente. Io declino ogni mia
responsabilità in materia legale
e penale. Il prelevamento è stato
effettuato dal sig. Roberti Giuseppe”.
Roberti “alias” Giuseppe
Mazzini, secondo gli inquirenti.
Perché fu usato Mazzini
Sembra banale dirlo, ma forse in
maniera chiara non è mai stato
esplicitato. Giuseppe Mazzini era
un prestanome doppiamente fittizio
e doppiamente efficace. Infatti
spesso erano terze persone a
muovere i denari nell’interesse di
quelli che gli inquirenti ritengono
membri della contestata associazione
a delinquere. Facevano
operazioni sui libretti per conto
di esponenti politici e le facevano
utilizzando l’anagrafica dell’eroe
risorgimentale. Anche qualora
fossero stati materialmente i
politici stessi a movimentare il
denaro, era sempre Mazzini a fi-
gurare come colui che effettuava
le operazioni. In tal modo neanche
i prestanome in carne ed ossa
che avessero fatto delle movimentazioni
successive, avrebbero
saputo chi prima di loro aveva
movimentato i denari “caricati”
sui libretti, risultando i movimenti,
effettuati, appunto, dal fantomatico
Giuseppe Mazzini

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