Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: “Re Nero”, rinviati a giudizio i vertici di Asset Banca

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: “Re Nero”, rinviati a giudizio i vertici di Asset Banca

L’informazione di San Marino

“Re Nero”, rinviati a giudizio i vertici di Asset Banca

Processo a gennaio

Il caso scoppiò a inizio 2008. Alla base i rapporti tra l’istituto sammarinese la Banca di Credito e Risparmio di Romagna 

Antonio Fabbri

Re Nero, si è conclusa ieri l’udienza preliminare davanti al Giudice Camillo Poillucci che di fatto ha accolto le tesi dell’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Filippo Santangelo.

Inizialmente le richieste di rinvio a giudizio erano per 37 imputati. Poi tra patteggiamenti, stralcio di alcune posizioni e prescrizione di alcuni reati “satellite” per qualche indagato, i rinviati a giudizio sono stati in tutto una ventina. Tra questi gli indagati sammarinesi: il presidente di Asset Banca, Stefano Ercolani, e il Direttore Generale, Barbara Tabarrini. Tra i sammarinesi rinviato a giudizio anche Stefano Venturini, all’epoca in cui scoppiò l’indagine consigliere del Cda della Banca di Credito e Risparmio di Romagna e anche di Asset Banca. I fatti contestati dall’accusa erano quelli presi in esame nell’inchiesta portata avanti inizialmente dai sostituti procuratori Fabio Di Vizio e Marco Forte, denominata appunto “Re Nero”, che ipotizzava il riciclaggio di denaro tra la Banca di Credito e Risparmio di Romagna con sede a Forlì e la Asset Banca di San Marino.

Entrambi i due
pubblici ministeri che
avevano condotto le indagini,
ad oggi non sono
più in forza alla procura
di Forlì e l’accusa è stata
sostenuta in prima battuta dal procuratore capo di
Forlì, Sergio Sottani, per
passare poi al sostituto
Filippo Santangelo. Tra
gli indagati in sei avevano
già patteggiato. Le richieste
di rinvio a giudizio
erano state formulate
anche per alcune persone
giuridiche tra cui la stessa
Asset.
La difesa, dal canto suo,
ha sempre contestato
gli addebiti, sostenendo
comunque la regolarità
dell’operatività della banca
e dei suoi vertici (vedi
sotto).

Le contestazioni
Le contestazioni mosse
ai diversi imputati andavano,
a vario titolo,
dall’esercizio abusivo
dell’attività bancaria al riciclaggio.
Per alcuni reati
inizialmente contestati
è stata dichiarata la prescrizione.
Tra quelli che
rimangono in piedi per
alcuni il più grave è l’associazione
a delinquere
finalizzata al riciclaggio.
Tutto scattò ben 7 anni
fa, con la custodia cautelare
dei vertici di Asset
Banca, di altri funzionari
della Banca di Credito di
Romagna e di imprenditori.
Secondo l’accusa
proprio il collegamento
tra i due istituti di credito
e il passaggio del “nero”
dall’Italia sul Titano sono
i fatti alla base degli illeciti
che vengono contestati.
All’epoca con il caso “Re
Nero” iniziarono i terremoti
giudiziari in ambito
bancario e finanziario a
San Marino. Il Monte finì
sotto la lente dell’autorità
giudiziaria italiana, in
particolare con le inchiesta
su Asset e “Varano”
della procura di Forlì.

Processo travagliato
L’approdo all’udienza
preliminare di questo
processo è stato alquanto
travagliato. Il primo
Gup della vicenda decise
di astenersi in quanto la
moglie esercita la professione
di avvocato ed
era legale della Banca
di Credito e Risparmio
di Romagna. In seguito
i vertici di Asset, tramite
i loro legali, avevano
proposto ricusazione nei
confronti del secondo
Gup nominato, Luisa Del
Bianco. Ricusazione accolta
dalla Cassazione. Si
era quindi proceduto alla
nomina di un terzo giudice
per l’udienza preliminare,
Camillo Poillucci.
La prima udienza preliminare
è quindi scattata
l’11 settembre 2014.
Ieri il rinvio a giudizio e
con i, processo di primo
grado che si aprirà il 19
gennaio 2016, a otto anni
dall’esplosione dell’inchiesta
con le custodie
cautelari. Tra le eccezioni
mosse dagli avvocati, tra
l’altro, c’era anche quella
della cancellazione dei
files audio delle intercettazioni
telefoniche già
trascritte e inserite nel
fascicolo. Questione per
la quale i legali avevano
chiesto l’inutilizzabilità
delle prove e paventato
il naufragio del procedimento.
Eccezione rigettata,
tuttavia, dal Gup.

L’udienza di ieri
Ieri l’udienza conclusiva
della fase preliminare
nella quale il Gup, prima
della decisione sul rinvio
a giudizio, ha sciolto alcune
questioni che erano
state sollevate, rigettandole.
Questioni non di
poco conto soprattutto in
ambito di intercettazioni
telefoniche “transnazionali”.
Una eccezione
avanzata dai legali di
Barbara Tabarrini e Stefano
Ercolani, riguardava
l’inutilizzabilità delle
intercettazioni effettuate
sulle utenze di Direttore
e Presidente di Asset,
sammarinesi in territorio
della Repubblica di
San Marino. Il giudice,
citando una sentenza recente
della Cassazione
penale, ha sottolineato
che non è necessaria una
rogatoria internazionale
quando l’attività di registrazione
delle comunicazioni
avvenga in Italia,
sia per utenze mobili che
fisse. Nel caso specifico,
ha quindi sottolineato il
giudice, le intercettazioni
sono state effettuate su
gestori di telefonia nazionale
italiana. Di qui il rigetto
dell’eccezione. Una
volta deciso sulle questioni
sollevate il Giudice ha
sospeso l’udienza riconvocandola
circa mezz’ora
dopo. Attorno alle 16 e
30 di ieri pomeriggio è
arrivata la decisione sul
rinvio a giudizio.

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