Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Spunta anche un’immobile a Urbino acquisito da Menicucci da Penta immobiliare

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Spunta anche un’immobile a Urbino acquisito da Menicucci da Penta immobiliare

 L’informazione di San Marino

Con i
sequestri
contestazioni
di nuovi episodi
di riciclaggio

Spunta anche
un’immobile
a Urbino acquisito
da Menicucci
da Penta immobiliare
del quale non è stato
versato il prezzo

Con i provvedimenti che hanno accompagnato le perquisizioni nelle abitazioni, messi in relazione tutti i soggetti sotto indagine nei vari filoni

L’associazione a delinquere si allarga
e si definiscono i contorni e i rapporti

Antonio Fabbri 

 

I provvedimenti che hanno accompagnato
le perquisizioni di
martedì nelle abitazioni di Pier
Marino Mularoni e Pier Marino
Menicucci – nelle quali sono stati
seuqestrati documenti cartacei,
su supporto informatico, telefonini
e computer – ampliano lo
spettro della contestata associazione
a delinquere della quale si
cominciano a definire i contorni
più ampi. Se prima, infatti, la
contestazione dell’articolo 287
del codice penale era “settoriale”,
cioè vedeva diversi soggetti
per ciascun filone con il filo
conduttore solo di alcune figure,
si arriva, adesso, a ricostruire
un collegamento più diretto tra i
vari indagati.
Le tre contestazioni
associative
Intanto le finalità. Negli ambiti
in cui viene contestata, le finalità
dell’associazione a delinquere
sono ormai note e vanno dal
riciclaggio all’asservimento
degli organi dello Stato e delle
istituzioni; dall’acquisizione di
attività economiche, in particolare
società nell’ambito immobiliare
e bancario, al sostegno
di soggetti vicini al gruppo
criminale; dall’orientamento del
consenso elettorale, all’inserimento
di persone di fiducia o
vicine all’associazione per poter
orientare concessioni e pratiche
amministrative, il tutto con lo
scopo di procurare fondi ingenti
al gruppo.

Una
La prima contestazione associativa
si è vista nel filone Penta
immobiliare, emersa dopo che,
all’inizio del giugno scorso,
erano state disposte verifiche
bancarie nei confronti dei vari
indagati ed era stata esplicitata
la ormai famosa contestazione
della tangente per l’acquisto
della sede di Banca Centrale.
Qui l’associazione a delinquere
è stata contestata a Pier Marino
Mularoni e Pier Marino Menicucci,
raggiunti dai provvedimenti
di sequestro di martedì,
assieme a Luigi Moretti e Giuseppe
roberti.

Due
La seconda contestazione del
reato di associazione a delinquere
è arrivata invece a fine giusta gno, nel cosiddetto filone della
Fondazione per la promozione
economica e finanziaria sammarinese,
con il provvedimento
che ha accompagnato l’arresto di
Claudio Podeschi e Biliana Baruca.
Qui, del reato associativo,
sono accusati lo stesso claudio
Podeschi, Pietro silva, amministratore
della Fondazione,
Gilberto canuti, funzionario
della Banca Commerciale Sammarinese,
e di nuovo Giuseppe
roberti.

Tre
La terza contestazione di associazione
a delinquere è emersa
nel filone di Stolfi, nell’ordinanza
che ha accompagnato
l’arresto dell’ex Segretario agli
Esteri. Qui l’accusa associativa
di cui all’articolo 287 del codice
penale sammarinese è a carico
dello stesso Fiorenzo Stolfi con
nicola tortorella, procuratore
speciale di FinProject, Gian
Luca Bruscoli, dominus della
stessa finanziaria e di Bcs, e ancora
Giuseppe roberti.
Le “associazioni”
a delinquere si intersecano
Le perquisizioni di martedì hanno
di fatto intersecato queste tre
contestazioni, in un primo tempo
apparentemente scollegate tra
loro.
Infatti viene contestata di nuovo
l’associazione a delinquere, ma
a soggetti che prima comparivano
per autonome contestazioni
nei diversi filoni. Adesso l’accusa
associativa viene mossa,
insieme, a Roberti con Mularoni,
Menicucci, Bruscoli, Tortorella e
Luigi Moretti.
Un quadro nel quale, i soggetti
citati nei nuovi provvedimenti,
sono, come emerge, in rapporti
stretti e diretti anche con Stolfi e
Podeschi.
Il tutto in quello che gli inquirenti
ritengono uno collegamento
criminale intrecciato da
esponenti delle istituzioni con il
settore bancario e imprenditoriale
per sottrarre sistematicamente
allo Stato risorse per destinarle
a favore di politici, funzionari
infedeli e imprenditori compiacenti.
i nuovi episodi contestati
Tra gli episodi che hanno portato
martedì alle perquisizioni delle
abitazioni dei due esponenti
politici Mularoni e Menicucci,
ne emergono alcuni che fino ad
ora non erano noti. Tra questi i
passaggi di denaro sul libretto
Linda e il collegamento che
viene fatto, in una condotta di
riciclaggio contestata Mularoni,
con Pietro Silva e la Fondazione per la promozione economica
riconducibile a Podeschi.

Il libretto Linda
Il libretto Linda venne acceso da
Gian Marco Marcucci nel febbraio
del 2005 con il versamento
di 130mila euro. Questi soldi
finirono in parte su un altro libretto
che portava il nome dello
stesso Marcucci e in parte su un
conto in Bcs intestato a Roberti.
Dopo queste movimentazioni,
su Linda rimanevano 45mila
euro che vennero rimpinguati
da Roberti con un nuovo versamento
di 250mila euro arrivati
dal libretto Brasile aperto da
Giuseppe Mazzini. Brasile era
stato a sua volta alimentato dai
famosi 1,2 milioni di euro versati
da Pietro Silva e prelevati
dalla Fondazione riconducibile
a Podeschi. Così rimpinguato
il libretto Linda, da questo
FinProject prelevò 100mila
euro in assegni circolari e contestualmente
accese un finanziamento
di pari importo a favore
di Daniele Billi, che all’epoca
era cognato di Mularoni. L’ammortamento
del finanziamento
era a carico di quest’ultimo.
Ammortamento che, tuttavia, era
evidentemente già arrivato dal
libretto Linda. Oltre ai passaggi
arzigogolati sui libretti già di per
sé opachi, la magistratura ritiene
che si trattasse di denaro di provenienza
illecita.

L’immobile a urbino
di Menicucci
Intanto è attesa dall’autorità
giudiziaria di Ancona la risposta
alla richiesta da parte del tribunale
dei Tavolucci di porre sotto
sequestro un immobile a Urbino
intestato a Pier Marino Menicucci.
Anche la ricerca di documentazione
relativa a questo immobile
era, molto probabilmente,
oggetto delle perquisizioni di
martedì. Una nuova contestazione
di riciclaggio, questa, che
mette in relazione l’attività di
Roberti con Menicucci e, dalle
operazioni di passaggi di denaro
attraverso i libretti al portatore,
poi i successivi depositi sui
conti di Penta immobiliare e
la seguente trasformazione in
“mattone” – ritenuta merce di
scambio dai magistrati – vede
l’acquisizione da parte di Menicucci
da Penta di un immobile a
Urbino al prezzo di quasi 65mila
euro. Prezzo che, però, non risulta
sia stato mai versato alla
immobiliare della quale gli inquirenti
ritengono che lo stesso
Menicucci assieme a Mularoni
fosse socio occulto.

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