Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Stolfi agli esteri e il pagamento di un supplemento al coordinatore

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Stolfi agli esteri e il pagamento di un supplemento al coordinatore

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Interrogatori Conto Mazzini – L’ex Segretario si impegnò a pagare un extra di tasca propria pur di averlo nello staff / Stolfi agli esteri e il pagamento di un supplemento al coordinatore

Dalle carte degli interrogatori contenuti nelle circa 70mila pagine del fascicolo per il processo sulla tangentopoli sammarinese-conto Mazzini, in calendario il 19 ottobre al Kursaal, emerge anche come fosse determinante per le personalità politiche, partecipare ad attività economiche senza però comparire. (…)

E’ emblematico vedere come
l’avvocato Marinozzi nella sua
testimonianza dica che nello
studio legale associato che aveva
costituito con l’ex Segretario di
Stato “ovviamente la partecipazione
di Stolfi non era palese”.

Le partecipazioni
“non palesi” in società
Una partecipazione “riservata” emerge anche in altre società delle quali l’ex Segretario agli Esteri faceva parte in maniera “non palese”, appunto. Nelle carte si parla in particolare delle società assieme a Loris Villa e Dennis Guerra. Quest’ultimo fu anche suo Coordinatore presso la Segreteria di Stato agli esteri e oggi è membro del Consiglio di amministrazione della San Marino Rtv.
Sia Villa che Guerra,
nell’ambito della maxi-inchiesta,
sono stati interrogati dai
magistrati in qualità di testimoni
in quanto ritenuti legati a Stolfi.
Di sicuro, quanto meno per un
periodo, i due figuravano in
società delle quali Solfi era socio
“non palese”. Occulto, per usare
una parola più cruda e diretta.

L’interrogatorio di Guerra
A dire della partecipazione
occulta, quanto meno per un
periodo, di Stolfi in società, è
lo stesso Dennis Guerra nel suo
interrogatorio del 27 novembre
2014 davanti ai Commissari
della legge Alberto Buriani e
Antonella Volpinari.
Guerra, in qualità di testimone
e quindi sotto giuramento ha
dichiarato: “Fiorenzo Stolfi mi
fece conoscere Loris Villa, un commerciante che svolge attività
a San Marino Città. Villa cercava
marchi di prestigio perché
aveva difficoltà a convincere le
case di moda a vendere prodotti
nei negozi del centro storico.
Grazie al fatto che già avevo
operato con le case di moda
prestigiose nel settore casa, misi
a disposizione le mie conoscenze
e incominciai a considerare
la possibilità di intraprendere
un’attività commerciale insieme
a Villa. Decidemmo di diventare
soci e di gestire insieme qualche
negozio. Questa attività poi è
stata effettivamente realizzata.
Mettemmo a conoscenza del
nostro progetto anche Fiorenzo
Stolfi. Lui si disse interessato e
effettivamente è diventato socio.
All’inizio Fiorenzo aveva una
partecipazione di fatto che poi
fu regolarizzata a distanza di
un paio d’anni…”. Una partecipazione
di fatto, quindi,
per la quale era socio, ma non
figurava.

Il Coordinamento agli esteri. Dall’interrogatorio di Guerra spunta anche un altro dato interessante relativo al suo incarico di Coordinatore di dipartimento agli esteri. Emerge infatti che Stolfi pagò di tasca propria un “supplemento” al Coordinatore di dipartimento. Inoltre, poiché la legislatura terminò anzitempo, Guerra dichiara che venne pagato anche per la differenza di anni che l’incarico avrebbe dovuto durare. Stolfi pagò l’extra di tasca propria ma con modalità singolari. Il tutto in funzione di un accordo verbale.

Il “supplemento” di stipendio
“Quando accettai l’incarico di
coordinatore palesai a Fiorenzo
Stolfi che lo stipendio era significativamente
più basso rispetto
ai redditi che percepivo in
precedenza – riferisce Guerra
nell’interrogatorio – Fiorenzo mi
disse che mi avrebbe personalmente
erogato un contributo di
circa 30-35 mila euro annui. Ci
fu un accordo verbale che faceva
riferimento ad un periodo
di 5 anni pari alla durata della
legislatura. A causa delle elezioni
anticipate, il mio impegno
tuttavia è durato meno.
Da subito rappresentai a Fiorenzo
Stolfi il mio credito. Tenuto
conto delle mutate condizioni
del mercato dove avevo operato
in precedenza, il mio ritorno
nelle aziende private era diventato
difficile e al contempo era
diventata impellente la necessità
di disporre del mio credito
anche perché io avevo deciso
di non chiedere di entrare nel
settore della pubblica amministrazione”.
Stolfi decise quindi
di onorare comunque il debito
per i cinque anni, seppure la legislatura
fosse finita anzitempo.
La modalità di pagamento
E’ altrettanto singolare la modalità
con la quale avvenne il
pagamento di questo debito.
“Nel 2011, se non ricordo male,
Fiorenzo Stolfi mi disse che mi
avrebbe dato delle azioni nella
Compagnia Sammarinese di
Assicurazione di cui lui poteva
disporre – prosegue Guerra –
Non sapevo se le azioni fossero
già sue o gli spettassero in virtù
di qualche credito, non conosco
questi dettagli. Mi venne tuttavia specificato che il valore
delle partecipazioni superava
il mio credito che era di circa
150-175 mila euro. Chiarimmo
subito che io non avrei mantenuto
la partecipazione ma
l’avrei poi ceduta, trattenendo
il mio credito e restituendo allo
stesso Stolfi la differenza. Per le
ragioni che ho esposto (…) non
mi impegnai nel ricercare un
acquirente e quindi sono tuttora
titolare delle quote della CSA.
Inizialmente queste quote erano
da me detenute per il tramite
di un mandato fiduciario che
avevo conferito alla Trecentouno.
Quando avevo contattato il
dott. Dughera, che è il direttore
della CSA, mi diede appuntamento
presso la sede della
Trecentouno per formalizzare
la cessione delle quote. Appresi
appunto dal dott. Dughera che
le quote non erano intestate a
Fiorenzo Stolfi bensì a Dughera.
Non ricordo esattamente
come venne formalizzata la
cessione delle quote, in ogni
caso non pagai le azioni ma
ricevetti ugualmente quietanza
da Dughera che, evidentemente,
sapeva di avere un debito verso
Fiorenzo Stolfi”.
Insomma, il quadro, così come
descritto nella testimonianza
dello stesso Dennis Guerra, è
quanto meno ingarbugliato: un
credito, maturato dietro promessa
verbale di un Segretario
di Stato impegnatosi a pagare
di tasca propria un supplemento
all’emolumento previsto dallo
Stato per l’incarico pubblico di
Coordinatore del dipartimento
esteri, viene alla fine pagato
attraverso le azioni di una
compagnia assicuratrice. Azioni
che non sono neppure intestate
a chi – Stolfi – con quelle andava
a saldare il proprio debito. Una
procedura che non pare possa
definirsi proprio lineare.

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