Antonio Fabbri – L’informazione: Inchiesta per corruzione in Brasile, tra gli indagati De Magalhaes. Sara’ la stessa persona?

Antonio Fabbri – L’informazione: Inchiesta per corruzione in Brasile, tra gli indagati De Magalhaes. Sara’ la stessa persona?

L’informazione di San Marino

Inchiesta per corruzione in Brasile, tra gli indagati De Magalhaes. Sarà la stessa persona?

Antonio Fabbri

Potrebbe trattarsi di una omonimia o di una coincidenza per quanto riguarda l’attività di uomo d’affari internazionale. La vicenda, pertanto, va trattata tenendo conto di questa premessa e con la prudenza del caso. Tuttavia il nome di un Carlos Daniel de Magalhaes Filho, è comparso i primi di marzo nelle cronache di alcuni giornali online brasiliani. Un caso dal quale emergono parecchie interessanti analogie coi i fatti di cui si tratta in questi giorni a San Marino nell’ambito del conto Mazzini, nel cui processo un Carlos Daniel de Magalhaes Filho ha deposto come testimone.

Il fatto in Sudamerica
A inizio marzo diversi siti brasiliani,
tra cui SalesNafes.com e
g1.globo.com, che si occupano
di informazione in particolare in
riferimento allo stato di Amapà,
hanno dato notizia di una indagine
delle autorità brasiliane,
pubblicando tanto di documenti
e foto di perquisizioni e sequestri
effettuati giusto il 2 marzo
2016. L’attività di indagine è
relativa a un caso di corruzione
che coinvolge un deputato dello
stato, Favacho Junior. Corruzione,
secondo l’ipotesi accusatoria,
per l’acquisizione di una
ferrovia in un’area mineraria del
Paese da parte di una società, la
Zamin Ferrous.

L’accusa, secondo quanto riportato
dai giornali on-line, scaturirebbe
da una dichiarazione
rilasciata al pubblico ministero
che si occupa dell’indagine, da
un avvocato ex collaboratore del
deputato. Questo dopo che, nel
2015, erano state riscontrate movimentazioni
di denaro anomale
attorno al politico.

Secondo l’accusa la presunta
tangente pagata ammontava a
11milioni di Real Brasiliani, la
moneta dello stato sudamericano,
corrispondente a quasi tre
milioni di euro.

Questo, stando all’ipotesi investigativa,
sarebbe l’importo delle
presunte tangenti pagate dalla
società Zamin, per il tramite di
altra società di Rio de Janeiro, la
Genpower Energy Participações
Ltda, per la concessione della
ferrovia di Amapà in una operazionedel 2013, quando Favacho
era temporaneamente alla presidenza
dell’Assemblea legislativa
di quello stato. In quell’anno fu
l’ufficio del presidente a dare il
via libera alla concessione, ma
senza passare per una votazione
dell’assemblea legislativa. Tanto
che, oltre alla corruzione, viene
contestata anche l’illegalità della
decisione presa, dal momento
che, secondo l’accusa, la concessione
avrebbe dovuto votarla
l’assemblea plenaria.
La concessione della ferrovia
seguiva le acquisizioni, politicamente
contestate, da parte
di una società, sempre legata
all’affare, di miniere di ferro
situate nell’area amazzonica per
136milioni di dollari.
In questo quadro, dove emerge
il nome di Carlos Daniel deMagalhaes Filho?
Proprio dalla società che, secondo
l’accusa, avrebbe pagato le
tangenti per la concessione della
ferrovia che attraversava l’area
mineraria amazzonica. Questa
Zamin, appunto, di cui De
Magalhaes è rappresentante in
Inghilterra, come riportato dai
gornali brasiliani on-line.

La difesa del deputato
brasiliano

Il deputato brasiliano si è difeso,
in prima battuta, tenendo una
linea che pare comune in tutto
il mondo: “I miei avvocati non
hanno avuto accesso al fascicolo.
Non sono mai stato sentito
nel procedimento e sono completamente
all’oscuro del contenuto
delle indagini. Mi sono messo
a disposizione delle autorità. Il
mio impegno è per verità e giustizia.
Per me e la mia famiglia
sono sofferenze incommensurabili
anche in relazione alla nostra
immagine, oltre alle perdite
di business”, ha detto Favacho in
un comunicato del 6 marzo. Ha
poi aggiunto cose che anche a
San Marino non suonano nuove.
“Per la portata del progetto è
stato necessario cercare grandi
investitori e per questo si è contattato
l’uomo d’affari Carlos
Daniel, che ha deciso di puntare
sugli investimenti. Non si tratta
di corruzione, ma di denaro
per gli investimenti gestito dal
partner Carlos Daniel
”.


I provvedimenti cautelari
Insomma, in questa indagine
brasiliana, la figura centrale delle
“tangenti”, per l’accusa, o degli
“investimenti”, per la difesa,
è individuata in questo Carlos
Daniel de Magalhaes Filho. Tanto
che, stando sempre a quanto
riportato dai giornali brasiliani
on-line, il magistrato Raimundo
Vales, della Corte di Amapà,
ha disposto l’arresto cautelare,
per evitare l’inquinamento delle
prove, per tre persone: Jean Alex
Nunes, l’unico finora arrestato,
l’imprenditore Marco Antonio
Grecco e proprio Carlos Daniel
de Magalhaes Filho, rappresentante
della Zamin in Inghilterra.
Il magistrato ha anche disposto
misure cautelari reali, il blocco
delle attività finanziarie e dei
conti fino alla concorrenza di (…)11milioni di Real Brasiliani nei
confronti del deputato Favacho
e di Marco Antonio Grecco,
dell’azienda Genpower Energy
Participações Ltda (attraverso
la quale ci sarebbe stato un
ulteriore passaggio di denaro
partito da Zamin e finito poi al
politico) Daniel Magalhaes Filho,
rappresentante della Zamin e
Jean Alex Nunes, ex presidente
del Consiglio per il commercio
Amapá.

Il testimone a San Marino
Ora, ribadendo la premessa
su possibili omonimie, Carlos
Daniel de Maghalaes Filho è
venuto a San Marino a deporre,
il 20 aprile scorso, in qualità
di testimone nell’ambito del
procedimento sul conto Mazzini.
Attraverso di lui e la sua società,
la Polider, passarono tre milioni
di euro del magante delle Tlc,
Murray, e analoga cifra di Sarkissian.
Tangenti per l’accusa.
Investimenti per la difesa. Proprio
come in Brasile.

De Magalhaes ha dichiarato
di non sapere che fine abbiano
fatto quei sei milioni di euro,
trasferiti senza alcun giustificativo
né causale e che, secondo
le ricostruzioni degli inquirenti,
finirono prima alla Fondazione
per la promozione economico-finanziaria
sammarinese
e poi
spacchettati nei vari libretti al
portatore finiti a politici e non
solo. Il testimone brasiliano, che
ha detto di essere stato raggiunto
dalla convocazione del tribunale
sammarinese mentre si trovava
in Tailandia, ha anche dichiarato
sotto giuramento e a domanda
degli avvocati, di non avere, o
avere avuto, procedimenti penali
in corso a suo carico.

Presentatosi come uomo d’affari
di respiro internazionale e con
entrature con grandi investitori,
è stato persino intervistato ed
ha dato i suoi consigli a San
Marino.

Certo è che – il dubitativo è
d’obbligo – se il Carlos Daniel de
Magalhaes Filho che ha deposto
sul Titano dovesse essere lo
stesso di cui tratta l’inchiesta
brasiliana, questo potrebbe
essere significativo anche da noi.

Ma tant’è…

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