Antonio Fabbri – L’informazione: Mazzette nei cantieri legali chiedono nullita’

Antonio Fabbri – L’informazione: Mazzette nei cantieri legali chiedono nullita’

L’informazione di San Marino

Mazzette nei cantieri legali chiedono nullità

Parti civili e Pg chiedono di confermare la sentenza in forza della quale si aprirebbero le porte del carcere

Antonio Fabbri

SAN MARINO. E’ il primo processo per corruzione a San Marino che arriverà a sentenza definitiva, salvo diversa statuizione del Giudice delle Appellazioni David Brunelli, che si è riservato di decidere. Di certo è il primo processo per corruzione che arriva davanti al giudice di appello. Ieri, infatti, si è celebrata l’udienza del caso cosiddetto delle “mazzette nei cantieri”. Imputati, oltre ai due funzionari dell’ex Servizio igiene ambientale, anche il dominus di Fincapital e della “galassia” di società che ruotavano attorno alla finanziaria e gli amministratori di queste società, accusati di aver materialmente pagato le mazzette per evitare i controlli.
In primo grado i due funzionari
pubblici, Paolo Berardi e Davide
Mularoni
, erano stati condannati
a cinque anni e mezzo.
Cinque anni per Livio Bacciocchi
e 4 anni e 2 mesi a Maurizio
Proietti
, Michel Philippe
Burgagni
e Laura Zanetti Due
anni e 10 mesi a Marco Mini, a
quest’ultimo è stata riconosciuta
la confessione utilmente resa.
Pene che, con l’impugnazione, i
legali mirano ad azzerare.
 
Parti civili e la Procura fiscale
Brevi gli interventi delle parti civili
e della procura fiscale davanti
al giudice Brunelli, anche perché
le memorie di appello sono state
già depositate per iscritto.
Sia l’Avvocatura dello Stato, in
rappresentanza dell’Eccellentissima
camera e dell’Iss, sia
l’avvocato Gianna Burgagni,
hanno chiesto la conferma delle
condanne di primo grado. “Si
tratta di corruzione propria – ha
detto l’avvocato Burgagni – e i
due soggetti, funzionari pubblici,
avevano per dovere di ufficio
il compito di effettuare i dovuti
controlli. La legge 31/98 ha dato
un potere rilevantissimo ai pubblici
funzionari per prevenire gli
infortuni sul lavoro. Con il comportamento
contestato è venuta a
cadere, invece, la tutela dei lavoratori”.

Il procuratore del Fisco,
Roberto Cesarini
, chiedendo la
conferma della condanna – a parte
nella multa a giorni che nelle
sue richieste in primo grado era
stata più tenue rispetto alla pena
pecuniaria poi comminata – ha
sottolineato che “non ha rilevanza,
se non per la notizia di reato,
il fatto che questo procedimento
si sia innescato con il deposito
degli atti della Commissione
parlamentare di inchiesta sulla
vicenda”. Richieste preliminari
dei legali della difesa, infatti,
sono state mirate all’acquisizione
di quegli atti. Acquisizione negata
in primo grado perché non ritenuta
rilevante. “Infatti – spiega
il Pf – dalla notitia criminis si è
poi dato corso al vero e proprio
procedimento penale con la nuova
acquisizione di prove anche
testimoniali. Non può essere accolta,
quindi, la richiesta di audizione
di nuovi testimoni e l’acquisizione
di prove documentali
già esclusi. Questa acquisizione
non è un diritto incondizionato,
ma necessita di un vaglio di rilevanza
e utilità. E’ il giudice che
acquisisce se lo ritiene rilevante
e utile”, ha detto il Pf.

Le difese
L’udienza di appello si era aperta
con la richiesta da parte dell’avvocato
Maurizio Simoncini,
difensore di Maurizio Proietti,
di poter fare interrogare il suo
assistito, finora non presentatosi
ai processi per timore di essere
arrestato. Una richiesta di interrogatorio,
quindi, per rogatoria.
Alla richiesta si erano opposti Pf
e parti civili. Dello stesso avviso
il giudice Brunelli che ha rilevato
come non ci siano mai stati
impedimenti alla partecipazione
dell’imputato. Richiesta rigettata.
Sempre in via preliminare
l’avvocato di Livio Bacciocchi,
Simone Sabattini, ha chiesto
l’acquisizione delle carte della
Commissione consiliare di inchiesta
sul caso. “Noi ignoriamo
quelle carte – ha detto – in questo
processo ci è stato addirittura
negato l’accesso alle nostre
dichiarazioni. Vorremmo essere
messi nelle condizioni di esercitare
il diritto di difesa”, ha aggiunto.
Una richiesta sulla quale
il giudice deciderà in sentenza.
Quindi è stata la volta del difensore
dei due imputati principali,
i funzionari pubblici. L’avvocato
Alessandro Petrillo ha esordito:
“Prima di una doglianza, una
preghiera: di dare voce a cose 
che non siamo riusciti a dire in
prima istanza. Lo dico con l’animo
di chi ha percorso un calvario
in un primo grado costellato di
insidie e di tormenti che si sono
tradotti in una disseminazione di
illegittimità che giuridicamente
assumono il nome di nullità”.

In sostanza l’avvocato Petrillo
ha sollevato la nullità di atti e,
ribadendo quanto detto anche
dall’avvocato Sabattini, l’impossibilità
di accedere alle conclusioni,
“che continuiamo a ritenere
decisive, della Commissione
antimafia”, ha detto. Petrillo ha
poi contestato l’attendibilità dei
testimoni chiave, il coimputato
reo-confesso Marco Mini, e la
segretaria Ivana Uguccioni. “Ci
sono passaggi di Mini e Uguccioni
che sono in maniera clamorosa
coperti e avvolti dal sospetto che
quelle dichiarazioni siano il frutto
di pressioni che, al di là della
suggestione, possano aver addirittura
sfiorato il livello dell’intimidazione”.
L’avvocato Petrillo
fa riferimento agli ammonimenti
fatti in apertura di audizione in
Commissione antimafia. Di qui
la richiesta di acquisire quegli
atti. “Perché – ha aggiunto – è
sacrosanto diritto dell’imputato
sapere elementi che lo riguardano.
Per potersi difendere.
Abbiamo chiesto quella documentazione
al Presidente della
Commissione, al Magistrato Dirigente,
al Giudice primo grado.
Da tutti ci è stato risposto no.

Questa rappresenta la più patente
delle violazioni del diritto
di difesa”, ha detto Petrillo, che
ha chiesto anche la possibilità
di sentire nuovi testimoni “che
sono stati negati”.
Spetterà al giudice Brunelli, che
si è riservato di decidere, valutare
queste richieste e quelle
degli altri legali che hanno già
depositato, come previsto nella
procedura sammarinese, le loro
memorie di appello scritte. Resta
da vedere che cosa deciderà
il Giudice delle Appellazioni: se
confermare la sentenza di primo
grado; se riformarla; se accogliere
le richieste dei legali di acquisizione
di nuovi documenti o
testimonianze.
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