Antonio Fabbri – L’informazione: Riciclaggio da 1.355.415 euro / noto commercialista a giudizio

Antonio Fabbri – L’informazione: Riciclaggio da 1.355.415 euro / noto commercialista a giudizio

L’informazione di San Marino

Riciclaggio da 1.355.415 euro

noto commercialista a giudizio

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Riciclaggio per 1.355.415,53 euro complessivi. Rinvio a giudizio per un noto commercialista sammarinese, un prestanome e un membro della cosiddetta cricca romana delle bancarotte. 

Finiranno davanti al giudice, con l’accusa di avere trasferito, occultato e sostituito il denaro sporco provento di reati quali la frode fiscale, l’appropriazione indebita, amministrazione infedele e bancarotta faudolenta. Ad essere accusati di riciclaggio sono Modestino Tartaglione, 66enne di Fiano Romano, Walter Dezi, 57enne di Roma, e il sammarinese, noto commercialista, Aldo Geri di 52anni

I tre sono accusati di avere occultato il denaro in concorso tra loro e con Alessandro Dezi, figlio di Walter, non imputato in quanto autore del reato presupposto e quindi non perseguibile perché i fatti contestati riguardano un periodo precedente al 2013, quando con il decreto numero 100 è stato introdotto il reato di autoriciclaggio.

Secondo l’accusa i denari erano frutto dei reati commessi anche da Carla Bigelli, pure lei di famiglia, essendo la moglie di Walter Dezi.

Le prime movimentazioni utilizzate, secondo l’accusa, per nascondere il denaro illecito, sono inquadrabili nel periodo tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009, quando Modestino Tartaglione , che aveva un mandato fiduciario presso la Business & Financial Consulting ed era prestanome di Walter Dezi, in concorso con quest’ultimo trasferì 30 assegni emessi a favore di due società, la Intraweb Srl e la Euro Bit srl, sul conto collegato al mandato fiduciario di Tartaglione. Assegni per 310.675 euro. Poi con 17 assegni circolari circa la metà di quei soldi veniva nuovamente trasferita a favore altre due società.

Un secondo deposito Tartaglione lo fece in contanti. Sul conto presso la Banca Commerciale Sammarinese, collegato allo stesso mandato fiduciario. Depositò 210mila euro che poi vennero ulteriormente movimentati e destinati alla Mercury Srl, sul cui conto presso Asset Banca vennero messi all’incasso. Questo passaggio avvenne tra l’aprile e il maggio del 2009. L’attività più recente, fino al febbraio 2013, e la posizione più pesante, sono quelle per i fatti che vengono contestati al sammarinese Aldo Geri.

Il Commissario della Legge che ha disposto il giudizio, Alberto Buriani, contesta a Geri che, nell’esercizio della attività fiduciaria svolta tramite la Trecentouno, finanziaria oggi liquidata, aveva ricevuto sul conto corrente collegato a un mandato fiduciario di Alessandro Dezi, la somma di 910.700 euro. Questi soldi, di provenienza illecita, erano frutto di prelievi in contanti e giroconti eseguiti da Walter e Alessandro Dezi e dalla Mercury srl. Aveva poi, di concerto con Alessandro Dezi, trasferito 943.900 euro
tramite bonifici disposti da un altra società, la Daf sempre di Dezi, che ne deteneva le quote tramite la Trecentouno, sempre sul conto di Mercury
.

Per nascondere l’origine criminosa ed i fondi, facevano passare il versamento come pagamento per un contratto di sponsorizzazione tra Daf e Mercury, ma senza l’indicazione di quello che avrebbe dovuto essere pubblicizzato. Ma non finisce qui. L’accusa nei confronti di Geri è anche quella di avere abusato dell’incarico e del ruolo di commercialista di Mercury srl, utilizzando documentazione contabile e amministrativa della società, emettendo e registrando fatture false di acquisto e di vendita di beni di elettronica. Fatture presentate al Tributario.

Attraverso queste fatture, sempre stando alle accuse contestate, Geri simulava operazioni di compravendita a San Marino e all’estero in stati, oltre all’Italia, in Cina, Thailandia, Hong Kong, Stati Uniti e Isole Vergini Britanniche. A Geri, difeso dall’avvocato Gian Nicola Berti, sono contestate anche le aggravanti, dato che secondo il magistrato ha commesso i reati contestati abusando della sua doppia veste di commercialista e legale rappresentante di Trecentouno, finanziaria della quale era presidente.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy