Riciclaggio, finisce a giudizio l’imprenditore vicino alle coop rosseAntonio Fabbri
SAN MARINO. “Impossibile il riciclaggio se c’è la voluntary disclosure”, così il legale di Leonardo Giombini aveva replicato lo scorso 7 marzo a un articolo nel quale davamo conto di una indagine per riciclaggio aperta nei confronti del suo assistito. Una posizione che l’avvocato Vincenzo Josè Cavallaro avrà modo si sostenere nel processo, dato che è di questi giorni il provvedimento, firmato dal commissario della legge Alberto Buriani, che ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti del suo assistito proprio per riciclaggio.
Leonardo Giombini, con una storica vicinanza alle cooperative rosse, alle giunte di sinistra, e alle opere di ricostruzione post terremoto in Umbria, accusato di avere trasferito e occultato 1.951.900 versati su un conto presso la Bac collegato a un
mandato fiduciario conferito da
Giombini a Bac Fiduciaria, e
poi investiti in titoli fino al 28
dicembre 2015. In quella data
aveva chiesto di chiudere il
rapporto con la banca sammarinese
e il trasferimento dei soldi presso una banca di Perugia per
aderire alla voluntary disclosure.
I fondi, però, sono stati posti sotto
sequestro in seguito a segnalazione
all’autorità giudiziaria.
E’ scattata quindi l’indagine per
riciclaggio che ha verificato la
provenienza del denaro. Secondo
l’accusa si tratta di pagamenti
in nero ricevuti da Giombini, in
violazione degli obblighi assunti
con il comune di Perugia, dagli
acquirenti di immobili realizzati
da Giombini costruzioni spa
nell’ambito di una convenzione
di edilizia sovvenzionata. Proprio
questi soldi, secondo l’accusa,
sono stati versati in contanti
a San Marino e per questi dovrà
rispondere di riciclaggio.
La data del processo è ancora da
fissare.