Antonio Fabbri – L’informazione: Sanita’, Carisp, clientelismo. in maggioranza nessuno si fida piu’ di nessuno

Antonio Fabbri – L’informazione: Sanita’, Carisp, clientelismo. in maggioranza nessuno si fida piu’ di nessuno

L’informazione di San Marino

Sanità, Carisp, clientelismo. in maggioranza nessuno si fida più di nessuno

Antonio Fabbri 

SAN MARINO. Si scopre che ci voleva la goccia della sanità per fare traboccare un vaso ormai colmo di magagne accumulate in quasi 4 anni di convivenza, più quelli delle legislature passate, con una opposizione sempre disorganizzata, mai coesa e durante tutta la legislatura incapace di creare una alternativa per fare cadere un governo che a farsi “boo” allo specchio prendeva paura da solo.
In quel vaso colmo c’è la questione delle banche e della Cassa di Risparmio in particolare, la cui governance è saldamente al suo posto, nonostante anche quel cambio al vertice fosse una indicazione del Fondo Monetario, con in più il rinvio a giudizio del Direttore, cui era seguita la solidarietà del Cda, di cui nessuno vuole parlare più.
Ci sono poi le mai sopite
manovre clientelari, i
conflitti di interesse, il
bilancio dello stato, l’Iva
(Igc) o non Iva che il Psd
vuole portare avanti e gli
altri no.

Ci sono leggi inutili che
in tanti si sono affrettati
a portare per mostrare
che qualcosa si è fatto.
C’è poi il problema di ordine
politico più grande
in maggioranza: di fatto
nessuno si fida più di
nessuno. Il che per i partiti
maggiori vale pure al
proprio interno.

C’è una parte del Psd che
vorrebbe rimanere in alleanza
con la Dc. Tra questi
i segretari Iro Belluzzi
e Giuseppe Morganti,
e persino il capogruppo
Giovagnoli. E non si
capisce perché, allora,
abbiano fatto una lista
unica con Sinistra unita.
Gli altri, in quel partito,
tirano per la democrazia
dell’alternanza, ma è
l’eterno interrogativo che
non ha sempre incontrato
risposte coerenti. Questo
mentre Alleanza popolare
ha annunciato di voler
di tirare le somme oggi.
Gli ultimi risvolti un
peso inevitabilmente ce
l’hanno, dato che il fatto
che il governo abbia
ignorato – con la posizione
contraria di Antonella
Mularoni – l’ordine del
giorno della commissione
sulla sostituzione dei
vertici Iss, ha causato
chiaramente una frattura
difficilmente sanabile.
In Consiglio a luglio,
oltre alle tre leggi referendarie,
entrerà il provvedimento
per la protezione
degli investimenti,
che ha innegabilmente
l’obiettivo di tutelare prima
il progetto del Polo
della Moda e poi gli altri
investitori che dovessero
farsi avanti. Tutelarli da
eventuali capovolgimenti
di politiche economiche
o da consultazioni
referendarie sempre – e
con l’abolizione del quorum
più facilmente – in
agguato. Difficile dire
se la partita politica si
giocherà in Consiglio
su questi provedimenti.
Certo è che così non
può andare avanti, anche
perché così non va avanti
niente.
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