Antonio Fabbri – L’informazione. Vertici Asset: mai incaricato Stolfi per l’affare con l’ungherese

Antonio Fabbri – L’informazione. Vertici Asset: mai incaricato Stolfi per l’affare con l’ungherese

L’informazione di San Marino

Ebbe una consulenza a fine 2013, ma per cercare investitori per il capitale sociale

Vertici Asset: mai incaricato Stolfi per l’affare con l’ungherese

Caso dei 6mld di dollari e mancata segnalazione

Sentiti i testimoni

Previsto per il 12 maggio il verdetto

Antonio Fabbri

SAN MARINO. E’ stata l’udienza delle testimonianze sul caso dell’affare da 6 miliardi di dollari di un “paperone” ungherese che dovevano arrivare dalla Banca del Giappone alla Banca Centrale per poi finire all’Asset Banca. Questo almeno stando alle dichiarazioni, alle testimonianze e alle e-mail che si erano scambiati i protagonisti della vicenda. Ieri mattina, infatti, nella loro deposizione, sia Presidente, Stefano Ercolani, che Direttore, Barbara Tabarrini, di Asset Banca, hanno dichiarato di non saperne nulla di quella transazione. Non solo. Sentiti come testimoni hanno affermato di non avere mai incaricato Fiorenzo Stolfi per quella operazione che, tra
l’altro, “sarebbe stata impraticabile,
visto l’importo,
per una sola banca
”,
ha precisato Ercolani.
Stolfi era stato consulente
di Asset Banca

hanno dichiarato i vertici
dell’istituto di credito
ma nel novembre 2013
per il periodo di un mese
e 20 giorni
”. Incarico
che, ha riferito il presidente
di Asset, era stato
dato a Stolfi per la ricerca
di investitori istituzionali
che potessero essere interessati
ad entrare nel capitale
sociale della banca.

Stolfi non è socio della
banca
”, hanno detto i
vertici di Asset, che hanno
precisato come sia un
cliente che era stato incaricato
per una consulenza,
vista la sua professione
di avvocato e per i rapporti
maturati nella sua
esperienza di Segretario
agli Esteri. Rapporti utili
per la ricerca di partners
internazionali. Secondo
quanto riferito dai vertici
Asset, dunque, la consulenza
di Stolfi era limitata
alla ricerca di investitori
nel periodo di fine 2013,
ma non era relativa all’affare
dell’ungherese.
Dalle carte e dalle testimonianze
risulta che l’ex
Segretario agli Esteri –
che non figura nell’elenco
dei testimoni – si era presentato
come consulente
per conto Asset. Lo aveva
riferito in interrogatorio
l’ex Segretario alle
Finanze, Claudio Felici,
e risulta da delle e-mail
trovate nel computer di
Stolfi che sono agli atti.
Felici, che ieri mattina
è stato sentito, ha affermato
che alla Segreteria
alle Finanze si tenne un
solo incontro con una
delegazione della quale
facevano parte Gyorgy
Zoltan Matrai, Stolfi e diverse
altre persone.
Dopo
quell’incontro, la cosa fu
seguita da Bcsm. Circostanza
confermata anche
dal Segretario particolare
delle Finanze, Daniela
Berti, che ha sottolineato
come il suo ruolo sia stato
quello di tradurre missive
dall’inglese.
Ascoltato anche l’avvocato
Marialaura Marinozzi,
collega di studio di Stolfi,
che ha rivelato come l’ungherese
si fosse, in altra
occasione, interessato anche
all’acquisto di Maranello
Rosso.
Il punto della contestazione,
tuttavia, è la mancata
segnalazione della
transazione sospetta. Su
questo sono stati ascoltati
l’ex membro della Vigilanza
di Bcsm, Francesco
Ielpo, il funzionario
dell’Aif Nicola Muccioli,
il Direttore dell’Agenzia
di informazione finanziaria,
Nicola Veronesi,
il membro della vigilanza
di Bcsm, Patrizio Cherubini,
il funzionario di
Bcsm, Luca Beccari, il
Vice Direttore di Bcsm,
Daniele Bernardi.
Le difese, con gli avvocati
Gian Nicola Berti
ed Ermanno Cappa per
Andrea Vivoli, e Gianna
Burgagni per Mario
Giannini, hanno incentrato
le loro domande
da un lato sul fatto che
la transazione preparata
non andò tuttavia mai in
porto, e dall’altro mirate
a chiarire se la richiesta
di informazioni che da
Bcsm era stata inviata
all’Aif, potesse comunque
configurarsi come segnalazione.

Circostanza che
gli esponenti dell’Agenzia
di informazione finanziaria
hanno escluso.
Posto in oltre l’accento
sugli aspetti tecnici della
norma in funzione della
quale viene contestata la
mancata segnalazione.
Diverse le domande anche
dalle parti civili, gli
avvocati Sabrina Bernardi
e Alessandra Bellardini
per lo Stato, e Lorenzo
Moretti per Banca Centrale,
oltre che dal Procuratore
del Fisco, Roberto
Cesarini. L’audizione dei
testimoni si è chiusa nel
pomeriggio di ieri.
Il processo
è stato aggiornato
al prossimo 12 maggio,
data nella quale potranno
essere ascoltati gli imputati,
l’ex direttore di Bcsm
Mario Giannini, e l’allora
membro della vigilanza
di Via del Voltone Andrea
Vivoli. Quindi si passerà
alle conclusioni cui seguirà
il verdetto del giudice
Roberto Battaglino.
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