Antonio Fabbri: Truffa stato da oltre 300mila euro condannato amministratore

Antonio Fabbri: Truffa stato da oltre 300mila euro condannato amministratore

L’informazione di San Marino

Per la Procura fiscale “prova incontrovertibile” della responsabilità. Per la difesa “prove insufficienti”

Truffa stato da oltre 300mila euro condannato amministratore 

Il 37enne di Cosenza era accusato anche di emissione di fatture per operazioni inesistenti e false dichiarazioni a pubblico ufficiale

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Quella “procedura triangolare”, così era nominata sui documenti di trasporto, ha consentito una truffa ai danni dello stato attraverso fatture per operazioni inesistenti per quasi 330mila euro, a tanto ammontava il rimborso della monofase non dovuta richiesto da Diego Cipolla, amministratore della Global Track, società sammarinese che commercializzava trattori e revocata nel maggio del 2012. Ieri davanti al giudice Gilberto Felici si è celebrata l’ultima udienza del primo grado del processo a carico del 37enne di Cosenza. Durante il dibattimento sono stati ricostruiti i fatti. Autotrasportatori partivano dalla Calabria arrivavano in Piemonte, passavano a San Marino e poi tornavano in Calabria dopo aver “sdoganato”, appunto, la merce sul Titano. Il tutto, secondo l’accusa, da un lato per interrompere la catena dell’Iva, dall’altro per frodare il fisco sammarinese. 

Le conclusioni Ieri si è proceduto alle conclusioni del processo. L’Avvocatura dello Stato, condividendo la ricostruzione dell’accusa, ha chiesto la condanna al risarcimento di quanto indebitamente
rimborsato.

Il procuratore del fisco, Giorgia Ugolini, ha ricostruito come operava la società sammarinese. “Era operativa dal 2010 in un locale di 13 metri quadri, non aveva dipendenti e non disponeva di magazzini per ricevere le merci. Per il trasporto si avvaleva di autotrasportatori italiani, sia in entrata che in uscita, in pratica la merce arrivata nel piazzale della società Ercolani, non veniva neppure scaricata dal mezzo ed esperite le pratiche di visto merci, ripartiva per il luogo di destinazione con nuovi documenti di trasporto”.

Per l’accusa tanto la Global Trak srl quanto le ditte a cui questa rivendeva erano riconducibili agli stessi soggetti tra cui il gruppo “Termine”, di San Marco Argentano, al quale lo stesso Cipolla faceva capo, secondo l’accusa. Il Procuratore del fisco ha infatti anche evidenziato cessioni di ramo d’azienda riconducibile allo stesso gruppo e anche l’acquisto per un prezzo di 982 euro di terreni e fabbricati da parte della società sammarinese, per un valore dichiarato, invece, di oltre 2,2 milioni. Una operatività definita dal Pf Ugolini “irrazionale ed antieconomica” che per il Pf trova senso in una
indagine della Gdf del 2012 che ha arrestato per bancarotta fraudolenta i soggetti delle società italiane cui secondo l’accusa faceva capo la sammarinese. Insomma, per il Pf la colpevolezza di Cipolla è stata provata “in maniera non controvertibile”. Di qui la richiesta del procuratore del fisco di una condanna a 2 anni e 9 mesi.

La difesa Di tutt’altro avviso la difesa, sostenuta dall’avvocato Simone Menghini. “Mi ha colpito quanto sostenuto dalla procura fiscale – ha detto – Essa ha compito principale e assoluto di vigilanza sul rispetto delle norme. Non avere speso una parola sulle evidenze dell’istruttoria relativamente all’acquisizione delle prove mi lascia perplesso. La fase istruttoria è stata condotta con non conformità
procedurale. Certo, il quadro indiziario iniziale rendeva necessario quello che è stato fatto, ma gli indizi vanno bene per iniziare una indagine. Per confermarla ci vogliono delle prove che vadano oltre ogni ragionevole dubbio. Abbiamo invece, prove testimoniali assunte in violazione di norme procedurali e sostanziali. La verità è semplice o la Global Track ha effettivamente venduto quelle merci o no. E se quelle merci consegnate sono state vendute tutti i nostri ragionamenti valgono zero. Questo non è stato possibile accertarlo. Io non ho l’imperio per poter fare venire dei testimoni. Sono sicuro
che se queste persone venissero portate davanti ad autorità giudiziaria, non potrebbero affermare che quelle operazioni di vendita non ci sono state. Insomma, credo che ci debbano essere prove che vadano oltre il ragionevole dubbio e non ci sono. Pertanto chiedo l’assoluzione con formula dubitativa o con la formula che riterrà più opportuna”, ha detto l’avvocato Menghini.

La sentenza Tre erano i capi di imputazione contestati a Cipolla: truffa aggravata ai danni dello Stato, emissione di fatture per operazioni inesistenti e false dichiarazioni di privato a pubblico ufficiale. Il giudice Gilberto Felici, dopo essersi ritirato in camera di consiglio, ha emesso la sentenza. Ha quindi dichiarato assorbiti i reati di false fatturazioni e false dichiarazioni, nella truffa, in quanto funzionali al raggiro; quindi il giudice hacondannato a 1 anno e 8 mesi di prigionia a 2.500 euro di multa a due anni di interdizione dalla professione. Oltre a questo il giudice ha condannato al risarcimento del danno, pari a quanto indebitamente rimborsato dal tributario, per un ammontare di 313.086,40. Ha poi disposto la confisca della documentazione posta sotto sequestro e delle
somme già congelate pari a 16.832,47 euro oltre alle spese di giustizia e di costituzione di parte civile.

 

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