Appello alle istituzioni e i cittadini per la salute

Appello alle istituzioni e i cittadini per la salute

Appello alle istituzioni e i cittadini per la salute

L’Associazione Salute Attiva, visto il punto a dell’articolo 1 del decreto 17 aprile 2020 n. 62 dove si rimanda ad apposita circolare la regolamentazione della possibilità di uscita dalle abitazioni per motivi di salute, vuole richiamare l’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza sulla necessità di uscita e di svolgimento dell’attività motoria fuori dalla propria abitazione dopo oltre un mese di quarantena indiscriminata.

Perfettamente consapevoli delle varie decisioni e dinamiche messe in atto dalle varie regioni italiane e dalle altre nazioni europee, e soprattutto forti delle indicazioni dell’Oms pubblicate in maniera chiara e precisa da pochi giorni, chiediamo che si allarghi la finestra di possibilità di uscita dalle proprie case, nel rispetto delle indicazioni di sicurezza emanate.

L’Organizzazione mondiale della sanità con un comunicato ufficiale ha confermato che l’attività motoria è un fattore determinante per la lotta al coronavirus e nello specifico raccomanda di creare una routine virtuosa, restare a casa e muoversi il meno possibile (non andare a fare la spesa tutti i giorni), svegliarsi alla solita ora, continuare a lavorare da casa o comunque fare qualcosa che arricchisca la mente (leggere, ascoltare musica, imparare qualcosa), pulire e arieggiare l’ambiente in cui si vive, preparare piatti sani, non bere alcolici e non fumare, non ascoltare notizie ridondanti che generano ansia, parlare al telefono con amici e parenti per abbassare il livello di stress, di ansia e paura e continuare a fare attività fisica come una breve passeggiata (30 minuti al giorno per gli adulti, un’ora al giorno per i bambini) laddove consentito.

Conosciamo ormai tutti gli benefici dell’esposizione solare in rapporto alla produzione di vitamina D, e alla sua alta attività antiinfiammatoria e soprattutto alla sua fortissima influenza su diverse popolazioni linfocitarie rendendo la risposta immunitaria più efficace contro virus e batteri.

Un mese di lockdown può compromettere la salute mentale e fisica delle persone costrette a casa per cercare di frenare il virus. Lo suggeriscono anche i risultati preliminari di uno studio sulla quarantena in 64 città cinesi. L’indagine è stata condotta da esperti delle Università di Adelaide, di Tongji e di Sydney, pubblicato sulla rivista “Psychiatry Research”.

È emerso che i livelli di soddisfazione generale, quindi la qualità di vita, nonché il livello di salute fisica e mentale si abbassano considerevolmente con un mese di “io resto a casa”. Quelli più a rischio di risentire della quarantena sono risultati gli adulti con pregressi problemi di salute (ad esempio, malattie croniche come il diabete) e coloro che hanno dovuto smettere di lavorare come conseguenza del lockdown.

Inoltre, è emerso che, inaspettatamente, i meno soddisfatti della loro vita durante il lockdown sono risultati I più fisicamente attivi, risultato che secondo i ricercatori sarà necessario verificare in ulteriori studi.

Ricordiamo inoltre che in Italia ci sono Regioni che hanno capito che un cambio di strategia, in funzione di tutti gli innumerevoli aspetti positivi derivante da una minor restrizione, può portare a risultati invariati o migliori rispetto a quelli ottenuti sino ad adesso. La Regione Veneto (come diversi Stati europei) ad esempio ha deciso di eliminare il limite dei 200 metri da casa per attività fisica e passeggiate, ma mette obbligatorio l’uso della mascherina e dei guanti e la distanza sociale consentita, ad esempio per le file ai supermercati, è stata portata da un metro a due. Vogliono cioè evitare assembramenti e il riempimento di passeggi, con indicazioni chiare e precise: le passeggiate si possono fare per un tempo limitato e in totale sicurezza, che significa distanziati, da soli, a meno che non abbia un disabile o un minore. Inoltre, viene specificato nel testo approvato che chi ha più di 37.5 di temperatura è obbligato a rimanere a casa.

Non possiamo dimenticare che mentre alcune persone hanno continuato ad esercitare una vita quasi normale recandosi regolarmente al lavoro tutti i giorni, ci sono persone che stanno svolgendo la loro attività da casa e le loro opportunità di uscita di casa sono quasi nulle, in considerazione del fatto che recarsi a fare la spesa, non può certamente considerarsi un’attività ricreativa e di svago oltre che un’attività motoria.

Nell’emanazione delle circolari previste per i prossimi giorni, chiediamo quindi una visione più allargata del concetto di salute, e la considerazione urgente che è giunto il momento di individuare nuove strategie di convivenza in tempi di Covid‐19, anche per il prossimo futuro. Questo si traduce in possibilità di muoversi da casa per un tempo limitato (in questo primo periodo), ad esempio di 30 minuti, da soli (o con minori condotti per mano), mantenendo una distanza di sicurezza da altre persone (evitando quindi assembramenti); individuare le fasce di popolazioni particolarmente a rischio in caso di immobilità, come persone con patologie diabetiche, psichiatriche ecc. e trovare e stabilire norme differenziate che possano permettere uscite controllate più frequenti e prolungate rispetto al resto della popolazione; promuovere e attuare un’attività di conoscenza dei corretti stili di vita, delle potenzialità di un’integrazione con medicine non convenzionali (come viene fatto in altri Paesi), tutto al fine di potenziare un sistema immunitario che possa rendere la popolazione più forte e pronta ad affrontare questa malattia.

 

Associazione Salute Attiva

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