Area Democratica: “Serve una politica estera aperta, ma chiara”

Area Democratica: “Serve una politica estera aperta, ma chiara”

In un contesto nel quale la Repubblica è tornata agli onori della cronaca internazionale per l’aver ricevuto il vaccino Sputnik V, con interrogativi sul posizionamento geopolitico sammarinese , emerge sempre più chiaramente la necessità di avere una politica estera aperta, ma chiara.

San Marino ha accusato le diverse velocità e gli intendimenti di coloro che negli anni hanno guidato la Segreteria agli Affari Esteri; in alcuni frangenti sembra che ci si fosse quasi rassegnati dal portare avanti una politica estera lungimirante, che facesse seriamente gli interessi della Repubblica. Abbiamo vissuto i primi passi dell’accordo di associazione, il dibattito per poter diventare Stato Membro, un referendum – quello del 2013 – che ha visto il PDCS, al tempo titolare degli Esteri, indicare la scheda bianca, pur di non prendere una posizione europeista chiara e poi, un rilancio dell’Accordo di Associazione e un ultimo atto, quello dell’attuale Segretario agli Esteri che, al netto di qualche dichiarazione sporadica, fa emergere un certo scetticismo verso questo percorso – se non addirittura stagnazione – e le frequentazioni con paesi “sovranisti” sembra sigillare questo intendimento.

San Marino ancor oggi sta pagando le politiche del “noti a noi, ignoti agli altri”, con tutto quello che ne consegue a livello di relazioni economiche e diplomatiche, di opportunità per i giovani e i lavoratori, per le imprese.

Non è più procrastinabile la scelta del posizionamento all’interno di una cornice – quella europea – che dia al Paese quell’ulteriore accreditamento e  solidità a livello internazionale e per questo ogni dibattito interno che accenda i riflettori sulla politica estera sammarinese, ci trova e ci troverà sempre presenti.

Come Area Democratica riteniamo che l’Unione Europea sia l’obiettivo prioritario a cui San Marino deve puntare ed ambire, quindi l’aspirazione a poter diventare uno Stato membro a tutti gli effetti tuttavia, accogliamo con favore ogni percorso che porti quanto prima la Repubblica ad avvicinarsi all’UE, ivi compreso l’Accordo di Associazione.

In questo senso, è utile ricordare la Relazione – approvata dal Parlamento Europeo nel marzo 2019 – del parlamentare europeo Aguilar, in cui si promuove il negoziato per un accordo di Associazione tra l’Unione Europea e i piccoli stati quali Andorra, Monaco e San Marino, riconoscendo – e riconoscendoci- non solo una forte vocazione storica e culturale di stampo europeo, ma anche la ferma volontà di approfondimento delle relazioni politiche, economiche e culturali con l’Unione Europea.

L’Accordo di Associazione si tradurrà per la Repubblica come una maggiore facilità nel fare impresa, in nuove possibilità per i nostri giovani, in sostegno allo sviluppo del sistema paese, aiutando concretamente quella trasformazione economica di cui San Marino ha assolutamente bisogno e – non da ultimo – la possibilità di poter accedere alla liquidità nel caso in cui, per esempio, si debba far fronte ad un eventuale shock sistemico del settore bancario o assicurativo nazionale. Ovviamente avrà dei limiti, che sono quelli di non essere un Paese membro, quindi la limitazione nel partecipare alla costruzione delle scelte nel quadro europeo.

L’invito che ci sentiamo di fare – e che facciamo nostro – è quello di creare un dibattito serio nel Paese per far conoscere ciò che realmente l’Europa può offrire e che troppo spesso viene nascosto per un più facile populismo che nasconde un opportunismo politico di cui San Marino non ha bisogno, oggi più che mai.

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