30/03/2009 Una svolta imposta drammaticamente dall’esterno alla Repubblica di San Marino

30/03/2009 Una svolta imposta drammaticamente dall’esterno alla Repubblica di San Marino

Una
svolta imposta drammaticamente dall’esterno alla Repubblica di San
Marino

 

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 30/03/2009 (San Marino
costretto a una svolta in pochi mesi)

.

La Repubblica di
San Marino è a una svolta. Costrettavi col coltello alla gola nel giro di pochi
mesi, per il ritardo accumulato precedentemente. I governanti post giugno 2006
non hanno colto il monito del Moneyval
del marzo 2007
e perfino davanti alla comunicazione dell’avvio della
procedura di infrazione dello stesso Moneyval consegnata il quel
modo umiliante nell’aprile 2008 a Strasburgo
, hanno minimizzato, tutti presi
dal rito settimanale delle riunioni di verifica della loro maggioranza. Nemmeno
lo shock dell’arresto di tre sammarinesi per Re
Nero
ha scosso quei governanti. Perché perder tempo ad occuparsi dell’asse
Roma-Strasburgo che si andava formando? Meglio assieme continuare a rilasciare
società e finanziarie, e, separatamente, a trafficare
con Casinos Austria
, a intrallazzare nella gestione
delle rogatorie
, eccetera.

San Marino, in
passato, è riuscito sempre a superare le difficoltà insorte con lo Stato di cui
di volta in volta si è trovato enclave, grazie alla protezione presso gli altri
Stati guadagnata col buon nome e la valentia dei suoi politici. Con la
demolizione della immagine di San Marino avvenuta oltralpe negli ultimi anni,
San Marino si è trovato in balia di Roma. Una Roma, al solito, retta da un
sistema in cui anche un comune procuratore di provincia può determinare un
cambiamento radicale perfino in istituzioni come la Banca d’Italia.

La decadenza
nella classe politica sammarinese di certo è iniziata nella seconda metà degli
anni Settanta (sicurezza sul piano internazionale e soldi a palate dall’esterno
per Iva e prodotti petroliferi), quando governare è diventato facile. Così che
hanno potuto prevalere persone anche prive di preparazione e qualità, subito
facile preda di filibustieri piovuti come avvoltoi. Ed attorno alla metà degli
anni Novanta, sparito anche il ricordo della tradizionale intellighenzia che ha
salvato nella cartina il puntino lungo i secoli, è arrivato il tracollo nella
conduzione del piccolo Stato.

Alle sciagurate
modifiche al codice penale (artt.316 e 389 e altri)
, contro le quali invano
il 29 gennaio 1996 in Consiglio Antonella Mularoni si è battuta,  preconizzando
– nella tracotante indifferenza degli ignoranti e nel silenzio dei marpioni – le
conseguenze che prima o poi ne sarebbero potute derivare dall’esterno,  si trova
proprio Lei,  oggi,  a cercare di porre rimedio salvando il salvabile da
attacchi che arrivano  in  risonanza   da Roma, Strasburgo, Londra.

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