Lunedì 18 marzo 1994 è stato
presentato il libro di Guido Zucconi, “Gino Zani, La rifabbrica di San Marino”,
dal Deputato E. Rossi e da G. Rossini e dallo stesso autore. Mi ha meravigliato
l’assenza di un dibattito. Eppure Gino Zani è, nel nostro secolo,
personaggio di primissimo piano. Eppure non sono mancati spunti di provocazione.
Non è servito nemmeno lanciare il giudizio cattivo ed ingiusto che Volponi mette
in bocca a un personaggio di un suo romanzo (vedi quelle rocche? false come una
falsa brocca). Molte volte il giudizio su Zani -anche quello di Volponi?- è in
effetti un pregiudizio, frutto di acredine di tipo ideologico, derivante dal
fatto che Zani è stato a lungo identificato come l’architetto del fascismo
sammarinese. Certamente il fascismo sammarinese ha fornito a Zani l’occasione
di dare concretezza al suo progetto. Ma il progetto è di Zani, di Zani uomo di
cultura, rappresentante di prim’ordine della intellighenzia sammarinese.
Il fatto che quasi
contemporaneamente in altri luoghi della penisola e fuori della penisola siano
stati effettuati interventi edilizi del tutto analoghi, sia pure di portata non
globale come qui, è certamente importante ed è stato ben messo in evidenza
dall’autore e nel libro e nella presentazione.
Ma, a mio avviso, sul lavoro di
Zani, è prevalente una motivazione locale. Qui c’è bisogno di distinguersi, di
affermare la diversità: si deve con qualsiasi mezzo rendere permanente,
definitiva, indiscutibile questa realtà politica, fortunosamente sopravvissuta
alla unificazione d’Italia.
Zani sintetizza il modo di pensare
o se si vuole la cultura sammarinese quale si è andata formando sul Titano dopo
l’Unità d’Italia. Per la prima volta un piccolo numero ma via via crescente di
ragazzi sammarinesi può cominciare a frequentare scuole vere, fino ai gradi più
alti. Quella minuscola intellighenzia, appena formata, si preoccupa del
rinnovamento interno (Arengo del 1906) ma è pure protesa a consolidare lo
stato. Indipendentemente dalla fazione politica in cui milita e dalla
professione ognuno porta un suo specifico contributo. Zani adopera le pietre.
Altri le parole (Fattori, Belloni, Franciosi, Balsimelli). Pietre e parole in
sinergia.
Per tutti è maestro
Carducci.
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