ASSEMBLEA ANIS / 2. I DATI: DISOCCUPAZIONE SOTTO L’1,5%, TRA LE PIU’ BASSE IN EUROPA
SALDO ATTIVO ANCHE PER LE IMPRESE: SONO 6.067, ERANO 5.604
Tiene il settore industriale di San Marino, nonostante l’empasse che caratterizza la situazione politica e le difficoltà del settore finanziario e bancario, più volte al centro del ciclone in questi ultimi mesi. Come si evince dalla relazione, letta durante l’assemblea ordinaria, del presidente dell’Associazione nazionale dell’industria sammarinese Pier Giovanni Terenzi, nel 2007 il numero delle imprese è cresciuto, passando da 5.604 a 6.067, e con esso quello dei lavoratori dipendenti, da 18.614 a 19.427. La Repubblica di San Marino può così vantare un tasso di disoccupazione, l’1,47%, tra i più bassi d’Europa e una percentuale di lavoratori residenti a tempo determinato molto elevata, il 92% del totale. Senza tralasciare che la maggioranza delle assunzioni a tempo determinato vengono consolidate. Dunque, come sottolinea lo stesso Terenzi, “la precarietà è pressoché inesistente e quindi vi sono spazi notevoli per rendere meno rigide e più snelle le attuali regole del nostro mercato del lavoro”.
Tornando ai dati, per quanto riguarda le imprese, su 6.067, 623 si occupano di produzione, con una media addetti superiore alle 10 unità, 2.278 di servizi, con una media addetti di poco superiore all’1. Degli oltre 19.400 lavoratori, oltre 6.100 sono frontalieri, e di questi circa 1.700 hanno un contratto a tempo determinato. Sono invece 44 gli accordi di mobilità sottoscritti l’anno scorso per 99 lavoratori, mentre il ricorso alla cassa integrazione, dopo il boom del 2005, si mantiene stabile. In crescita infine il numero di aziende che chiede di accedere alla riqualificazione professionale. Nel 2007, si evince ancora dalla relazione di Terenzi, c’è stato anche “un significativo incremento delle vendite”, anche se la tendenza non è omogenea in tutti i settori, e un aumento dell’incidenza del costo del personale sul fatturato totale. Dunque le imprese sammarinesi “crescono, si allarga la conquista dei mercati, il fatturato sale, ma le spese lievitano e gli utili si restringono”.