Associazioni ed altri Enti non lucrativi. Upr

Associazioni ed altri Enti non lucrativi. Upr

COMUNICATO STAMPA
Il complesso di attività senza scopi di lucro, rappresenta un fenomeno difficilmente dimensionabile con esattezza, ma che sta progressivamente aumentando esponenzialmente, data anche dalla crescita delle strutture dovuta al numero crescente di addetti in termini di lavoratori impiegati.
Si tratta dei soggetti costituiti in forma di Associazioni o di Fondazioni che vengono comunemente indicati come “unità del Terzo settore”.
Negli ultimi anni il non-profit è andato e sta andando in netta controtendenza rispetto alla crisi economica mondiale, che non ne ha frenato la crescita, ma che anzi ha prodotto una spinta rinnovata verso quella richiesta di coesione sociale e di solidarietà che sono alla base di questo modello di “nuova economia sociale” che riafferma il primato dell’individuo sulle logiche classiche del profitto.
 
Ad oggi, il nostro Ordinamento, almeno sino al 2010, si limitava alla scarna disciplina dettata all’art.4 della Legge 13 giugno 1990, N.68.
Con la Legge 23 luglio 2010, N.129, trovano ingresso, agli articoli 37 e 38, parziali risposte che, però, non possono ritenersi davvero esaustive di una soluzione compiuta su tutte le problematiche che una materia così articolata propone.
La proposta di legge presentata dal nostro Movimento, secondo le prospettive organiche che si propone, si muove nel solco di dare – finalmente – soluzione alle richieste più volte reiterate dagli organismi euoropei, Moneyval e GAFI su tutti.
Comprendere come lo sforzo di formare una galassia tanto variegata possa risultare tutt’altro che agevole.
Nel 2009 a San Marino risultavano iscritte 286 fra Associazioni ed altri Enti non lucrativi.
A questi bisognerebbe aggiungere il dato riferito alle associazioni non riconosciute che – attraverso l’istituzione di un Registro dedicato e l’obbligo di iscrizione – si spera di censire, se non in tutto almeno in buona parte.
L’approccio metodologico che si è inteso privilegiare poggia su alcune scelte di fondo con i necessari pesi e contrappesi, ma tutto nel presupposto di coniugare esigenze di certezza di diritto con una disciplina improntata alla maggiore agilità e sobrietà possibile, ma anche a una imprescindibile compiutezza.
Alcuni punti principali della proposta di legge UPR:
1)    Pieno riconoscimento e tutela della Repubblica verso la libertà di organizzazione individuale e privata in attività di volontariato puro e di utilità sociale non lucrativa;
2)    Libertà nella scelta giuridica sulle forme di aggregazione;
3)    Obbligo per le fondazioni di dotarsi di un patrimonio minimo e di poter ottenere un riconoscimento giuridico;
4)    Individuazione del “principio di attività ed operosità” per tutti gli Enti e soprattutto per le Fondazioni, in modo che rappresentino occasioni di crescita sociale del Paese e non parcheggi privati per posizioni di rendita (siano esse di capitali o di proprietà immobiliari);
5)    Obbligo di devoluzione del patrimonio residuo a seguito dello scioglimento, volontario o coattivo, dei vari Enti;
6)    Possibilità di attribuzione ad Associazioni riconosciute e Fondazioni dello status di “ONLUS”, con relativo accesso ad estesi benefici fiscali;
7)    Istituzione di un’autorità centrale, che prende il nome di “Autorità per il Terzo Settore” (ATS), con poteri e competenze amministrative e di sorveglianza;
8)    Delega a successiva decretazione e a disciplina amministrativa secondaria in alcune materie come le attività economiche non prevalenti o quella di miglior favore fiscale. La raccomandazione e l’auspicio sono di non appesantire i profili operativi e “sburocratizzare” al massimo i diversi passaggi (ad es., per una raccolta fondi o per un’iniziativa commerciale diretta a finanziare l’attività caratteristica), pena il mettere a rischio, se non a vanificare, lo sforzo che viene reso nell’attività volontaristica;
9)    Esclusioni dalla disciplina della Legge:
a)    delle “Associazioni sportive dilettantistiche”, per l’assenza di un movimento sportivo professionistico che faccia da contraltare, col risultato che tutto lo sport sammarinese rientrerebbe nelle forme associative del non-profit;
b)    delle c.d. “fondazioni bancarie” che si ritiene necessitino di un intervento concertato con l’Amministrazione Finanziaria e la Banca Centrale;
c)    degli enti ecclesiastici, dei lasciti e delle fondazioni religiose in quanto attualmente sottoposte ad un regime particolare, frutto di accordo pattizio fra San Marino e Santa Sede (ratificato col Decreto 30 giugno 1992, N.47) e che pertanto dovrà trovare risoluzione concordata nelle medesime forme istituzionali.
A seguito del deposito del progetto di legge, l’Unione Per la Repubblica incontrerà, domani alle ore 17 presso la sede centrale,  il movimento Civico 10 in modo da avviare un confronto sulla proposta presentata da questa forza politica proprio su questo argomento.
Alle ore 21 è, invece, previsto l’incontro con una rappresentanza della Consulta delle Associazioni.
I due incontri sono finalizzati per raccogliere osservazioni e suggerimenti, giacchè l’evidente intento del legislatore che si è accinto a redigere la disciplina normativa è stato quello di fare una legge “per”, non certo una legge “contro”.
UNIONE PER LA REPUBBLICA
San Marino, 7 maggio 2014
 
 

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