Banca Centrale. Le considerazioni generali del Presidente Renato Clarizia. Relazione consuntiva, bilancio 2011

Banca Centrale. Le considerazioni generali del Presidente Renato Clarizia. Relazione consuntiva, bilancio 2011

28 maggio 2012 BANCA CENTRALE  (tratta dalla relazione generale)               CONSIDERAZIONI GENERALI DEL PRESIDENTE
La crisi europea del debito che si è innestata su quella internazionale dei sistemi finanziari e creditizi esplosa nel 2008 sta provocando un grave impatto sull’economia reale che colpisce in maniera evidente e negativa l’attività delle imprese, con gravi difficoltà per le famiglie.
La crisi non riguarda infatti esclusivamente il sistema finanziario di per sé, è una crisi che sta incidendo sul modello della società capitalistica nel suo insieme e che ha portato a forti contrasti di carattere sociale: è forse necessario ricostruire una nuova società civile.
Negli ultimi decenni, soprattutto nel nostro continente, si è assistito a un cambiamento nella direzione degli investimenti sia dei privati che delle imprese, principalmente indirizzati al comparto finanziario piuttosto che a quello economico. Infatti, da un lato le imprese invece di privilegiare il potenziamento della propria produttività o di espandersi in nuovi mercati hanno preferito diversificare attraverso una più spinta finanziarizzazione della propria attività; anche i privati hanno spostato la direzione dell’investimento dei loro risparmi dai settori tradizionali a quelli più rischiosi, ma con prospettive di guadagni più rapidi e rilevanti, della finanza. Sicché quando il sogno si è infranto, per le note vicende che hanno colpito i mercati finanziari, si è scoperto il velo sulla crisi dell’economia reale. A tutto ciò si aggiunga che insieme con l’allontanamento appunto dalla concretezza del lavoro di impresa si è venuto affermando un modus operandi secondo regole e comportamenti che hanno via via perso di vista i contenuti di valore storicamente collegati al lavoro che produce reddito e al fare impresa come attività non solo economica, ma anche sociale. Comportamenti sempre meno rispettosi di quei valori etici sui quali deve fondarsi la società civile si sono di conseguenza progressivamente affermati. Ne è conseguito un aumento esponenziale di pratiche e comportamenti non solo poco rispettosi di quei valori, ma anche della legalità stessa, fino all’ingresso della criminalità organizzata nei sistemi finanziari, creditizi ed economici. Questo virus sta infettando ogni spazio della società, sicché oggi non si riesce a individuare una via d’uscita, una medicina che possa portare a rapida guarigione o perlomeno a evitare tale lenta agonia. Né i governi tecnici né quelli politici sembrano in grado di guidarci con sicurezza fuori da questa situazione, mentre cresce la disoccupazione, lo scontento sociale, la disaffezione verso la politica, il progressivo sganciamento da un sistema condiviso di valori che potremmo definire come una pericolosa “confusione etica”.  
 Siamo ancora in tempo a rimettere l’impresa al centro della società civile, quale fattore di crescita sociale e a ridimensionare il ruolo della finanza, riconsiderandola quale strumento accessorio di ausilio allo sviluppo delle imprese?
Siamo ancora in tempo per riscoprire e riaffermare quei valori dell’etica sociale sui quali deve fondarsi la sana convivenza civile e che unici possono realizzare la ricostruzione di una società degna di questo nome, in cui l’equilibrio sociale, il futuro dei giovani e la tutela delle classi più deboli siano al centro dell’azione politica intesa in senso lato? Siamo ancora in tempo a modificare il nostro stile di vita e a riportarlo nei binari della concretezza e del rispetto reciproco, per consegnare alle future generazioni una società vivibile? L’auspicio, ovviamente, è per una soluzione positiva avendo chiaro che al superamento della crisi debba contribuire anche il sistema finanziario supportando il percorso di risanamento. La crisi che il continente europeo sta vivendo è esplosa nel nome dell’euro e del debito denominato nella nuova moneta unica, che doveva costituire il coronamento del grande disegno concepito fin dagli anni in cui era ancora in corso la catastrofe della guerra mondiale. Quasi tre generazioni di classi dirigenti europee hanno investito tutto il loro capitale di reputazione storica in quel progetto e da esse è legittimo aspettarsi ora il colpo di reni necessario a ridare prospettiva non solo economica, ma anche civile e politica, all’idea di Europa.
Con particolare riferimento al sistema finanziario e creditizio sammarinese, la Banca Centrale, assieme alle altre Istituzioni del Paese, ognuno per le rispettive competenze, è tutt’ora impegnata a dare il proprio aiuto affinché si possa alleviare e superare la crisi che colpisce l’economia. La Banca Centrale non deve essere identificata esclusivamente nelle funzioni di vigilanza (che ne rappresentano una parte importante) ma anche in tutte le altre che le sono normativamente assegnate. Numerosi e importanti sono stati gli interventi di disciplina del settore creditizio finanziario, altrettanto importanti le iniziative volte a far crescere soprattutto la professionalità e la trasparenza del sistema. E così le Istituzioni si stanno impegnando a realizzare modifiche strutturali volte a diminuire la spesa pubblica e nel contempo a dare effettivo sostegno alle imprese.
Ma prima di passare all’esposizione analitica dei principali eventi che hanno interessato l’esercizio, è opportuno soffermarci sul contesto socio-politico nel quale la Banca Centrale e i suoi vertici hanno operato e si trovano ancora a operare.
E’ evidente, e dovrebbe essere evidente a tutti, che sia talune normative (ad esempio quella sul segreto bancario) che alcune lacune legislative (ad esempio nel recepimento e applicazione delle regolamentazioni antiriciclaggio) hanno consentito nel passato l’afflusso di ingenti capitali 13 nella Repubblica e il proliferare di banche e società finanziarie, certamente non giustificato dall’ampiezza del territorio, dal numero della popolazione e dal contesto economico. La crisi finanziaria internazionale, il necessario adeguamento alle normative di vigilanza europee, l’emergere della malavita nel tessuto economico, la necessità di acquisire credibilità nel contesto finanziario internazionale, hanno imposto interventi urgenti e drastici di pulizia, che si sono scontrati con quei poteri politici, sociali e finanziari contrari al cambiamento, strenui difensori delle proprie ricchezze e del proprio potere, illusi di poter ancora far prevalere le loro personali rendite di posizione (sociale, politica, economica) sull’interesse pubblico, sul bene comune. Una tale resistenza è imputabile a una forte minoranza nel Paese, che, però, ha sferrato un attacco violento, scomposto e demagogico contro coloro che a ogni livello (politico, sociale e istituzionale) operano per il cambiamento, esercitano i controlli che la legge loro assegna quali compiti istituzionali, sanzionano i comportamenti contra legem. Una tale denigratoria campagna mediatica, a livello locale, seppure non condivisa dalla maggioranza, ha cercato di delegittimare l’autorità delle istituzioni e dei suoi vertici, volendo addirittura sostenere l’assunto – con riguardo a questa Banca Centrale – che il pretendere il rispetto delle regole e il proseguire nell’azione di vigilanza fossero la causa del dissesto finanziario del Paese! Questa Banca Centrale si è trovata, suo malgrado, a dover gestire una situazione non certo dalla stessa creata, a dover intervenire esercitando i propri poteri di vigilanza per porre rimedio, nel rispetto della normativa vigente e cercando di salvaguardare la tenuta dell’intero sistema, a situazioni la cui gravità non era immaginabile.
E’ necessario che in questa fase di emergenza, in cui, da un lato, il Governo ed il Consiglio Grande e Generale sono impegnati a promuovere e a varare numerose e rilevanti novità legislative che incidono fortemente sul tessuto sociale (in particolare la riforma fiscale, la recente previsione del reato di associazione di stampo mafioso), con adeguamento del sistema legislativo agli standard internazionali (soprattutto nel campo della lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio), in cui, dall’altro, la magistratura è occupata in indagini molto delicate sia per la qualità dei soggetti indagati sia per i reati contestati, in cui, infine la Banca Centrale sta conducendo gli accessi presso i soggetti vigilati, al fine di verificare complessivamente la tenuta del sistema finanziario in tale situazione di emergenza è opportuno che tutti – ripeto tutti – a ogni livello di partecipazione alla vita sociale del Paese offrano la loro leale collaborazione, nella piena condivisione degli obiettivi divisati. Tale operatività, come detto, è contestata da alcuni soggetti non nell’interesse del siRelazione consuntiva sull’attività svolta e sull’andamento del sistema finanziario anno 2011 14 stema finanziario ma solo a difesa dei propri interessi personali o della preoccupazione di non far emergere altre situazioni non ancora venute alla luce.
Questi soggetti insomma portano avanti un disegno volto a confondere le idee, al fine di far scambiare il risanatore con il distruttore! Poi si è alzato il tiro! Alla campagna mediatica si è affiancata quella giudiziaria con la presentazione di esposti alla magistratura, senza evidenti fondamenti giuridici – e sul punto sarà la magistratura a esprimersi – ma con il chiaro intento da un lato di mettere sotto pressione i vertici di questa Banca e dall’altro di allentare il rigore dell’azione di vigilanza. Ovviamente anche i suddetti esposti non soltanto non rappresentano il comune sentire del Paese ma soprattutto non faranno sviare la Banca Centrale da quel percorso intrapreso, nell’esclusivo interesse e per il bene della Repubblica, di risanamento completo del sistema creditizio finanziario, di accompagnamento nella crescita e professionalizzazione dello stesso, di collaborazione con le forze politiche per la progettazione di un futuro sostenibile.
Oltre all’attività istituzionale, questa Banca si è fatta carico di ulteriori compiti che esorbitano dalle proprie specifiche attribuzioni.
In particolare, voglio rammentare la collaborazione quotidianamente prestata alla magistratura, in attività che potremmo definire di polizia giudiziaria, che si complica ulteriormente quando ci viene chiesto non soltanto di segnalare eventi che presentano prima facie profili di illiceità, ma anche di darne una qualificazione giuridica. Il suddetto impegno distoglie, in verità, il personale ispettivo dai propri compiti e pertanto deve essere trovato un corretto punto di equilibrio tra le legittime esigenze della magistratura e quelle della Banca Centrale.
Proprio tale ultima situazione ci permette di svolgere ulteriori considerazioni in merito ai compiti e alle funzioni di questa Banca Centrale che si stanno ampliando, rischiando così di distrarla dall’attività principale che sia la LISF sia lo Statuto le assegnano. Mi riferisco, in particolare, alla legge 6 dicembre 2011, n. 191 che istituisce il sistema previdenziale complementare e in cui la Banca Centrale è chiamata a svolgere il ruolo di Banca depositaria, di advisor finanziario e di vigilanza. Sia ben chiaro non ci si intende sottrarre a compiti nuovi affidati dalla legge, ma quando essi esorbitano da quelli istituzionali è necessario che si giunga a un compromesso che non pregiudichi l’ordinaria attività.
Da più parti si chiede che la Banca manifesti quale progetto di sistema finanziario futuro intende perseguire e che ponga in essere azioni concrete di ristrutturazione del sistema finanziario.
Ebbene, sul punto è necessario fare chiarezza sulla distinzione dei compiti e delle funzioni che fanno capo alle diverse Autorità e Istituzioni. I rispettivi ruoli del Governo da un lato e della 15 Banca Centrale, dall’altro, non devono essere confusi e/o sovrapposti. Ciò, però, non significa che si intende abdicare a un ruolo propositivo, consultivo e di assistenza al potere esecutivo nell’attuazione di un tale programma.
Quale futuro per il sistema finanziario sammarinese? La risposta è semplice da dare, complicata ne è l’attuazione e non certo di breve termine. Mentre si continua nell’attività conoscitiva e di collaborazione con i soggetti vigilati, al fine di guidarne lo sviluppo e la professionalizzazione, si sta rivisitando la normativa legislativa e amministrativa che disciplina l’attività della Banca Centrale, per meglio definirne i compiti ispettivi e regolamentari, per inquadrare con chiarezza le funzioni e i compiti del Presidente, del Consiglio direttivo, del Coordinamento della Vigilanza, del Comitato per il Credito e il Risparmio, senza sovrapposizioni o zone d’ombra.
E’ in avanzata fase di completamento il progetto di realizzazione della Centrale Rischi, che servirà non solo a monitorare il sistema ma anche quale ulteriore manifestazione della volontà di trasparenza e rigore che questa Banca Centrale persegue.
Ma ogni progetto di ristrutturazione del sistema finanziario sammarinese presuppone innanzitutto la normalizzazione dell’attuale contesto con la completa e definitiva emersione di quelle situazioni patologiche che ancora si manifestano e che la continua delegittimazione della Banca Centrale e dei suoi vertici non certo aiuta ad attuare. Successivamente – ma già fin d’ora si sta lavorando in tal senso – si deve pervenire alla piena integrazione del sistema finanziario e bancario sammarinese nell’ambito dello Spazio Economico Europeo che può consentire lo sviluppo di un mercato finanziario efficiente. I principali vincoli sono individuabili nel mancato accesso ai sistemi di rifinanziamento dell’Eurosistema da parte della Banca Centrale e delle stesse banche sammarinesi. Ci si sta attivando per la conclusione di accordi di cooperazione tra Banca Centrale e altre autorità di vigilanza estere, al fine di consentire, per quanto possibile, quella stessa attività che la mancata partecipazione all’Unione Europea impedisce. Infine, per quanto riguarda il sistema dei pagamenti, si sta lavorando per soddisfare le condizioni richieste ai fini dell’inserimento nella lista dei Paesi SEPA (Single European Payment Area). Il progetto a medio termine a cui si guarda con attenzione e interesse è quello di creare un sistema finanziario in cui trasparenza, riservatezza, semplificazione amministrativa, agevolazioni fiscali e vigilanza possano costituire un mix vincente e attrattivo di “investimenti” esteri. La Banca Centrale è fortemente impegnata per elevare i livelli dei controlli sui flussi di denaro contante all’interno della Repubblica, con tecniche e strumenti talvolta più innovativi e strinRelazione consuntiva sull’attività svolta e sull’andamento del sistema finanziario anno 2011 16 genti di quelli utilizzati in altri Paesi, a conferma del perseguimento della piena trasparenza che si otterrà ancor più con il pieno recepimento delle direttive in tema di risparmio: l’approntamento di validi strumenti di contrasto del riciclaggio del danaro proveniente da attività criminose costituisce il miglior segnale per soddisfare le aspettative degli investitori esteri. Si può cominciare poi nello sviluppare una industria specializzata nel risparmio gestito, col prevedere fondi flessibili e dedicati al Seed e al Venture Capital, puntando sul fatto che non si sono fortemente sviluppati in Italia. Tutto ciò consentirebbe, peraltro, di sostenere in maniera concreta anche l’impresa locale. L’offerta di tali servizi, qui esposti in maniera necessariamente generica e generale, deve essere accompagna da una serie di infrastrutture tecnologicamente all’avanguardia, da centri di specializzazione incardinati presso l’Università sammarinese e in collegamento con altre Università internazionali, al fine di impiantare anche un centro di ricerche in grado di addestrare e aggiornare il personale degli intermediari finanziari. A quest’opera di crescita di professionalità sta significativamente partecipando anche la Fondazione della Banca Centrale con qualificati corsi già eseguiti e con quelli programmati. Infine, per aumentare l’appeal della costituenda piazza, si potrà pubblicizzare il rispetto della riservatezza (che non vuol dire segreto) e un trattamento fiscale di favore, il tutto, come si diceva prima, nel pieno rispetto delle normative internazionali, soprattutto in tema di antiriciclaggio e lotta alla criminalità organizzata. Un progetto, dunque, ambizioso che – ripeto ancora una volta – passa necessariamente attraverso la normalizzazione del sistema attuale. Un progetto che si auspica possa svilupparsi nell’apprezzamento generale e con il riconoscimento dell’evoluzione che sul piano tecnico e delle idee è stato fatto dall’intero Paese. Un ringraziamento al Governo e in particolare al Segretario alle Finanze che sta perseguendo correttamente la linea del rinnovamento pur nella difficoltà del momento. Un ringraziamento sincero e grato al Consiglio Direttivo della Banca che, con attenzione e professionalità, ha affrontato e continua ad affrontare le varie problematiche che da vari mesi ci occupano, al Collegio Sindacale, al Direttore Generale che con competenza e dedizione presta quotidianamente la propria attività, al Responsabile della Vigilanza e a tutti i membri del Coordinamento della Vigilanza che con rigore e correttezza svolgono il proprio ruolo pur nella difficoltà del contesto sociale in cui si trovano a operare, a tutto il personale che, a ogni livello, consente con il proprio quotidiano impegno di svolgere al meglio i compiti e le funzioni che per legge ci sono assegnati, nell’interesse esclusivo della Repubblica.  

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