Bassano.net, Alessandro Tic . Arresti Piergiorgio Baita, Claudia Minutillo, Nicolo’ Buson e altri

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 Arrestato Piergiorgio Baita, re del Project Financing

L’AD della Mantovani, concessionaria del Project Financing della Valsugana, arrestato dalla Guardia di Finanza assieme ad altre tre persone. Contestata una maxi-evasione fiscale tramite fatture false per 10 milioni riconducibili ai lavori del Mose

Alessandro Tic

 Arrestato Piergiorgio Baita, re del Project Financing
L’AD della Mantovani, concessionaria del Project Financing della Valsugana, arrestato dalla Guardia di Finanza assieme ad altre tre persone. Contestata una maxi-evasione fiscale tramite fatture false per 10 milioni riconducibili ai lavori del Mose

Alessandro Tich
bassanonet.it, 28 feb 2013 17:58 | Visto 142 volte

Il nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Venezia ha arrestato Piergiorgio Baita, amministratore delegato della Mantovani Spa, una delle principali imprese di costruzioni del Nordest – presente nelle grandi opere pubbliche come il Passante di Mestre e il Mose di Venezia -, e vice presidente di Adria Infrastrutture Spa.
Oltre a Baita, le Fiamme Gialle – su disposizione della Procura della Repubblica di Venezia – hanno arrestato Nicolò Buson, responsabile amministrativo della Mantovani Spa; Claudia Minutillo, amministratore delegato di Adria Infrastrutture ed ex segretaria dell’allora presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan e William Colombelli, marito della Minutillo, sedicente console a disposizione della Repubblica di San Marino e presidente della società sanmarinese Bmc Broker Srl, rivelatasi una società “cartiera”.
L’accusa nei loro confronti è di associazione a delinquere finalizzata all’evasione delle imposte mediante emissione e utilizzo di fatture false per un importo complessivo di 10 milioni di euro riconducibili ai lavori del Mose, il sistema di sicurezza contro le alte maree gestito dal Consorzio Venezia Nuova.
Le fatture false sarebbero state emesse da società di San Marino per consulenze tecniche in realtà svolte da altre società italiane o addirittura inesistenti.
Sono in corso 45 perquisizioni nelle province di Venezia, Padova, Bologna e Lecco nei confronti di società del gruppo e di altri indagati, oltre al sequestro preventivo di conti correnti, immobili e imbarcazioni.
Le misure cautelari sono state disposte dalla magistratura veneziana nell’ambito di una vasta e complessa inchiesta per frode fiscale, scattata a seguito dell’operazione “Aria Nuova” che aveva portato nel 2011 all’arresto di varie persone tra cui, per corruzione, l’ex AD dell’Autostrada Venezia-Padova Lino Brentan, accusato di aver assegnato lavori a trattativa diretta aggirando le normali procedure di appalto.
Nell’inchiesta emerge la figura del Colombelli, proprietario tra le altre cose di una villa sul Lago di Como nonostante avesse dichiarato 12mila euro di reddito al Fisco: Baita lo avrebbe conosciuto nel corso di una trasferta istituzionale organizzata dalla Regione Veneto, durante la presidenza Galan, nella Repubblica di San Marino.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le fatture false sarebbero state pagate con bonifici bancari su conti bancari di San Marino. Gli importi, esclusa la “commissione” per il servizio, sarebbero stati quindi prelevati in contanti da Colombelli e quindi restituiti a Baita e alla Minutillo.
A favorire il buon esito delle indagini è stato involontariamente lo stesso Colombelli, che registrava i colloqui con Baita e gli altri arrestati e ha archiviato nel suo computer una mole di email tra la Bmc e una ventina di altre società attive nel settore delle grandi opere, tra cui Consorzio Venezia Nuova, Veneto Strade, Thetis, Passante di Mestre, Autorità Portuale di Venezia.
Il prosieguo dell’inchiesta dovrà ora fare luce su quale tipo di rapporto sussistesse tra le società contattate da Colombelli e la Bmc Broker, e soprattutto sull’utilizzazione dei fondi neri che l’articolato sistema di frode fiscale permetteva di produrre.
Quello di Piergiorgio Baita è un nome già noto alle cronache giudiziarie: nei primi anni ’90, in piena Tangentopoli, era infatti già stato arrestato nell’ambito delle inchieste sulla corruzione della Procura di Venezia, e quindi prosciolto.
Nel 2003 era finito nuovamente sotto inchiesta per evasione fiscale, per la quale aveva patteggiato 6 mesi: condanna successivamente cancellata dietro al pagamento di una penale.
La notizia del suo arresto di oggi ha suscitato scalpore anche nel Bassanese.
La Mantovani Spa è infatti la società aggiudicataria – assieme ai partner di cordata Pizzarotti, Cis e Cordioli – del Project Financing per la realizzazione e la gestione della Nuova Valsugana.
Secondo quanto appreso da fonti investigative l’inchiesta, benché concentrata sul Mose, ha posto attenzione anche su una serie di altre opere pubbliche realizzate in Veneto col sistema del Project Financing, sul quale le indagini della magistratura e delle Fiamme Gialle veneziane stanno gettando pesantissime ombre. Non sono pertanto esclusi ulteriori clamorosi sviluppi

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