Beni dello Stato: esiste una reale consapevolezza?
Molto clamore ha suscitato la recente delibera del Congresso di Stato, n. 14 dello scorso 22 luglio, avente ad oggetto un “Finanziamento per acquisto fabbricato denominato Wtc”. Il titolo ed il tenore della delibera, in effetti, sembrano piuttosto oscuri: ciò che si riesce a desumere è che il Congresso di Stato abbia autorizzato la richiesta di un finanziamento per milioni di euro a Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino (in sostanza, lo Stato che finanzia sé stesso) al fine di acquistare spazi da destinare a sedi istituzionali presso il World Trade Center di Dogana.
Siamo convinti che tanti sammarinesi, appresa la notizia, si siano posti una domanda come questa: con tutti i beni immobili di cui è proprietario lo Stato, in un momento come questo, era davvero necessario spendere tutti quei soldi per acquistare spazi al Wtc?
La domanda sarebbe senza dubbio legittima, tanto che ha portato noi di D-ML ad interrogarci su un tema ancora più ampio: vi è una reale consapevolezza di quali siano oggi i beni di proprietà dell’Eccellentissima Camera? Ovviamente, ci si riferisce sia a beni immobili che a beni mobili.
Si pensi, ad esempio, ai numerosi reperti storici che ad oggi risultano accatastati – nella totale incuria – in magazzini sparsi per la Repubblica: emblematico è stato di certo il recente episodio dei frammenti di rocce lunari donati anni fa a San Marino, tornati alla luce quasi per caso.
Quanti altri reperti di valore inestimabile sono oggi in giacenza presso luoghi imprecisati, anziché essere esposti nei nostri musei?
Tornando poi ai beni immobili: quanti edifici e/o terreni sono oggi di proprietà dell’Eccellentissima Camera? Sono tutti effettivamente utilizzati in modo razionale? Vi è un reale controllo su eventuali abusi compiuti da privati, che magari ne fanno uso in maniera indebita da tanti anni?
Una tale opera di precisa verifica è necessaria da tempo: si tratta di una mancanza piuttosto grave cui né questo Governo né quelli precedenti hanno saputo porre rimedio in maniera efficace.
Alcuni interessanti esempi su come meglio razionalizzare l’utilizzo di questi beni possono anche essere colti dalla normativa della vicina Italia: sin dal 2011 è stata infatti istituita una società di gestione del risparmio (Sgr) con il compito di istituire fondi che gestiscano i beni immobili di proprietà dello Stato, se non utilizzati per finalità istituzionali: i proventi di queste gestioni patrimoniali sono destinati alla riduzione del debito pubblico.
Altra normativa interessante, sempre allo stesso scopo, è in vigore in Italia sin dal 2006 e prevede la progressiva riduzione degli uffici pubblici e delle dotazioni organiche: le amministrazioni dello Stato sono tenute a comunicare all’Agenzia del demanio, entro il 31 gennaio di ogni anno, la previsione triennale del loro fabbisogno di spazio allocativo e delle superfici da esse occupate che non risultano più necessarie.
Quanto si potrebbe risparmiare anche a San Marino, se solo si decidesse di adottare provvedimenti simili a questi?
Solo un utilizzo sensato e razionale delle risorse comuni può permetterci di ricostruire solide fondamenta per il nostro Domani.
Domani – Motus Liberi