Cambiamento, missione possibile

Cambiamento, missione possibile

COMUNICATO STAMPA

CAMBIAMENTO, MISSIONE POSSIBILE. ECCO COME:
IL PARTITO SOCIALISTA RIFORMISTA SAMMARINESE
PRESENTA IL SUO MANIFESTO

Il Partito socialista riformista sammarinese ha festeggiato il suo primo anno di vita incontrando ieri sera nella sala Montelupo della Casa del Castello di Domagnano i cittadini sammarinesi. E di fronte a una platea particolarmente attenta e interessata ha illustrato le sue idee e i suoi progetti per lo sviluppo del Paese. Che deve uscire dalle secche del rapporto con l’Italia, guardare con più decisione all’Ue e andare al di là di una maggioranza che ha dimostrato tutti i suoi limiti. Il Manifesto per il cambiamento si fonda su quattro punti: il Progetto Paese; un nuovo modello economico, lo stato sociale e la politica estera.

Ad aprire gli interventi degli esponenti del partito è stato il presidente Paride Andreoli, seguito dal capogruppo Paolo Crescentini e dai consiglieri Germano De Biagi, Alfredo Manzaroli e Federico Pedini Amati. L’intervento conclusivo è stato invece affidato al segretario del partito, Simone Celli.

Paride Andreoli – Il primo anniversario del Psrs
‘E’ trascorso un anno dalla costituzione del nostro partito, e la serata ci dà l’opportunità di festeggiare e allo stesso tempo analizzare insieme l’attuale e delicato momento politico, guardando il futuro che si presenta sempre più difficile e complesso, ma ancora con quella voglia e quella volontà di cambiamento’. È stato il presidente del Psrs, Paride Andreoli, ad aprire la conferenza pubblica ‘Cambiamento: missione possibile’, organizzata per spegnere con sostenitori e cittadini sammarinesi la prima candelina.

‘Essere socialisti significa essere al servizio del Paese’ ha sottolineato Andreoli, ripercorrendo la storia del Psrs, iniziata il 1° luglio 2009, quando otto consiglieri sono usciti dal gruppo del Psd per dare vita alla nuova formazione. E proseguita il 30 settembre con l’Assemblea costituente e la risoluzione finale che ‘impegna il nostro partito a realizzare le necessarie riforme per un nuovo e moderno sistema San Marino; a rinnovare la politica; ad avviare un confronto con tutte le forze di centro e di intraprendere le opportune iniziative per il rafforzamento del partito socialista’. Dunque la proposta in questo senso del Nuovo partito socialista ‘non ci ha colti impreparati’, dato che, usciti dal Psd che ‘ha miseramente fallito nel suo percorso di unificazione, abbiamo aperto le porte all’Nps e guardato con attenzione ad Arengo e Libertà e Sammarinesi per la Libertà’.

Il Psrs, ha proseguito il presidente, nel suo primo anno ha proposto il suo progetto di rilancio, ‘San Marino 2013’, incontrato più volte i cittadini e ‘stasera è un’ulteriore occasione, per un’attenta disamina sull’operato del governo, che sta dimostrando grande debolezza e immobilismo nella sua azione politica ed istituzionale’. Ne sono prova la lunga attesa per la nomina del presidente di Banca centrale e il recente dibattito sull’affaire Cassa di Risparmio-Delta-Sopaf in Consiglio, con i ‘debolissimi interventi’ dei segretari di Stato coinvolti e Alleanza popolare che, invece di affrontare la realtà che tocca alcuni suoi autorevoli esponenti dimenticandosi le tante battaglie condotte nel passato per la chiarezza, la trasparenza, la legalità, la verità e la moralità, ha preferito ‘accusare il nostro partito di ricercare esclusivamente il potere e attaccare il nostro segretario, soprattutto sotto l’aspetto personale’. Attacchi da cui anche la Democrazia Cristiana ha preso le debite distanze. La Dc, ha ricordato Andreoli, ‘ci chiese di fare parte della maggioranza. Ma a noi non interessano operazioni di mero potere, bensì progetti mirati e condivisi per il Paese’. San Marino ha infatti bisogno di ‘una nuova stagione’, deve diventare ‘solida, capace di garantire un modello di sviluppo economico sostenibile, in grado di rilanciare e valorizzare il lavoro e garantire lo stato sociale’. L’attuale maggioranza ha fallito, ha concluso Andreoli, ed è ora che lo ammetta e dichiari la sua resa, mentre ‘il partito socialista è rinato. Sono in atto movimenti, ci sono nuove prospettive politiche e la Dc vuole rafforzare l’azione del governo dandosi un ruolo più incisivo. E apre ufficialmente il dialogo con noi’.

Paolo Crescentini – Un progetto per il Paese

Dopo il presidente Andreoli è stato il capogruppo Paolo Crescentini a prendere la parola, concentrando il suo intervento sul futuro di San Marino. ‘Il Paese deve rifarsi il look- ha sottolineato- e soprattutto deve tornare a basare i suoi capisaldi su principi sani e regole chiare quali la democrazia, la legalità, la trasparenza e la verità, la giustizia e la responsabilità, il senso dello Stato e la solidarietà sociale’. Altrimenti si rischia di allontanare definitivamente i cittadini dalla politica. Il ‘disorientamento della maggioranza è tangibile’: le molte zone d’ombra sull’incontro a Palazzo Begni, le affermazioni del ministro Tremonti sullo stato degli accordi con l’Italia, lo dimostrano.
Per questo deve emergere ‘una intesa politica di livello alto, di stampo riformatore e di cultura liberal democratica, attenta al sociale’. Invece, ha stigmatizzato Crecentini, il governo pensa ad aumentare le rette degli asili nido e della mensa scolastica, ‘l’ennesimo colpo basso di una manovra che colpisce indiscriminatamente tutti i cittadini, una manovra inopportuna, sciagurata e improvvisata’. E intanto si continuano a ‘sperperare soldi’, dai 250 mila euro all’Adnkronos ai 90 mila a La Padania; dai 70 mila per San Marino in Love ai 40 mila per la settimana del vintage. ‘Putroppo- ha concluso il capogruppo- manca il buon senso nel gestire la cosa pubblica’.

Germano De Biagi – Una nuova politica economica

Infatti, gli ha fatto eco il collega in Consiglio Grande e Generale, Germano De Biagi, ‘il governo del Patto naviga a vista in mezzo agli scogli’, dimostrando di ‘non avere un serio progetto economico finalizzato alla costruzione di un nuovo sistema San Marino maggiormente integrato con la comunità internazionale e in grado di competere all’interno del mercato globale’. Per cui ‘occorre voltare immediatamente pagina’ e ‘costruire un’alleanza stabile tra l’area socialista e le forze del centro democratico e liberale’.

La sfida principale, ha sottolineato De Biagi, consiste nel ‘riequilibrio dei conti pubblici’, tagliando la spesa corrente e liberando risorse per gli investimenti. E accanto a ‘una gestione oculata e responsabile della finanza pubblica’, occorre puntare sulla formazione e sul bilinguismo dei giovani sammarinesi, sul riposizionamento dell’apparato produttivo e dei servizi, sulla ricerca e su politiche fiscali incentivanti. Queste alcune delle strategie contenute nel ‘progetto Paese’ del Psrs, che chiede anche il superamento della monofase in favore dell’Iva e l’apertura di un negoziato ufficiale con la Commissione europea per valutare il tipo di integrazione possibile, associazione o adesione. Ma fondamentali sono anche gli accordi con altri Paesi.

Alfredo Manzaroli – Il Miglioramento dello stato sociale

‘Aveva pochi giorni mia figlia un anno fa, e ora fa i suoi primi passi, traballanti certo, ma cammina già fiduciosa verso il futuro. E’ un’immagine perfetta per il nostro partito che si muove a grandi falcate verso il domani per contribuire alla rinascita del Paese’. Così ha esordito il consigliere Alfredo Manzaroli, sottolineando che a San Marino ‘le garanzie dei cittadini vengono a scemare e le opportunità divengono sempre più un lusso di pochi piuttosto che una certezza per tutti’. Dunque occorre ‘un socialismo coerente in cui il liberalismo nei mezzi non dimentichi l’uguaglianza, i più deboli e l’estremo bisogno di solidarietà sociale che permea la nostra piccola realtà’.
Manzaroli ha ribadito più volte la necessità di cambiare pagina, di prendere atto che ‘il vecchio sistema ha fatto default’ e che il Titano ‘è malato di instabilità e indecisionismo’. E ha indicato la via socialista per uscire dal tunnel. ‘Occorre dare certezze, occorre che gli ascensori sociali rimangano ben attivi e garantiscano le pari opportunità a coloro che nascono in situazioni più disagiate’, perché ‘lo stato sociale- ha spiegato- deve dare a chi ha meno’ e la differenza ‘tra noi e i conservatori è proprio questa: noi usiamo metodi liberali e moderni per dare a tutti opportunità e abbattere le barriere invisibili; loro cercano di bloccare questi processi’. Non solo. ‘Qualcuno- ha tuonato- in questo momento sta cercando volutamente di far crollare il sistema per poi rilevarlo con due soldi’, ma ‘noi non glielo permetteremo. Si sente molto la mancanza al governo di un socialismo forte, concreto e senza compromessi- ha concluso- Un socialismo senza comunisti travestiti, o altri personaggi che hanno perso il pelo ma non il vizio, che permei tutta l’azione esecutiva e garantisca di progredire senza dimenticarsi di nessuno. Noi siamo qui per questo, siamo qui per mettere in atto il nostro progetto di rilancio del Paese’.

Federico Pedini Amati – Le nuove relazioni esterne
Concentrato sulla politica estera, invece, l’intervento del consigliere Federico Pedini Amati, che non ha nascosto di essere ‘molto arrabbiato e critico. Non intendo fare sconti a chi ci ha portato dove siamo finiti’. E ha sottolineato l’importanza di una maggiore integrazione di San Marino con l’Unione europea, bocciando in toto il percorso messo fin qui in atto dall’esecutivo. Ma soprattutto stigmatizzando l’incapacità del Segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, di ottenere risultati concreti con la vicina Italia.
Se si eccettuano le normali nomine dei nuovi ambasciatori e la sottoscrizione degli accordi imposta dall’Ocse, ‘di cui uno con le isole Samoa che non si sa bene dove siano, null’altro è stato fatto’, ha attaccato Pedini Amati. Addirittura ‘qualche autorevole esponente di maggioranza deride il consigliere Teodoro Lonfernini per avere avuto il coraggio di avvicinare il ministro dell’Economia’ Giulio Tremonti in occasione della commissione mista a Roma. Meglio farebbero a ‘interrogarsi sul loro lacunoso e fallimentare operato’, ha sottolineato il consigliere Psrs, dato che i rapporti con l’Italia ‘sono ai minimi termini, perché chi doveva dare in questi due anni delle risposte o non le ha volute dare, o non le ha potute dare, ma in entrambi i casi non si merita di ricoprire il ruolo che ricopre’.
Simone Celli – Il nostro impegno per il cambiamento
‘La favola del Patto è arrivata alle ultime pagine. In questi due anni ci hanno fatto vedere che valgono zero: maggioranza e governo naufragano di fronte alle gravissime problematiche del Paese’. È stato il segretario Simone Celli a chiudere la serata, bocciando in toto l’azione dell’esecutivo.

I conti pubblici sono in ‘profonda sofferenza’, con un deficit che quest’anno potrebbe raggiungere gli 80-90 milioni di euro, ‘se bastano’. L’economia reale soffre di evidenti problemi, da gennaio ad agosto, ‘492 società hanno chiuso i battenti’. Insomma, ‘il Patto non ha un progetto economico, non è in grado di tirare fuori il Paese dalle difficoltà’. Se non bastasse, ha attaccato Celli, i rapporti con l’Italia sono ulteriormente peggiorati, ‘hanno fatto un capolavoro’, e la manovra finanziaria consta di interventi che sono sostanzialmente un ‘mazzo d’aglio: si taglia qua e là, peraltro senza capire esattamente dove e non c’è nulla per la ripresa’. Senza tralasciare la stangata sulle famiglie con l’aumento della refezione scolastica e delle rette degli asili nido, e lo ‘pseudo condono fiscale che farà perdere 1,5 milioni di euro alle casse dello Stato. Rimango senza parole’.
Ma le bordate sul governo, e non solo, non si sono fermate qui.
L’esecutivo, ha stigmatizzato il segretario Psrs, ‘tace su tutto’: sulla stabilità del sistema bancario, sulla cessione della Bac e sulla Cassa di Risparmio, con la ‘responsabilità gravissima’ di averla abbandonata a se stessa nel momento del bisogno. Non solo, ci è andato giù duro. Il governo, con il suo perdurante lassismo, ‘presta il fianco ad un nuovo gruppo di potere che, dando seguito ai suggerimenti avanzati in più di una circostanza dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio – Sums, sta cercando di concretizzare un progetto di fusioni, accorpamenti ed acquisizioni con l’obiettivo di prendere in mano una fetta molto consistente del sistema finanziario sammarinese e di localizzarlo anziché internazionalizzarlo come invece sarebbe opportuno. E’ un’azione che rischia di minare in profondità la democrazia e la stabilità finanziaria del Paese. Noi non lo permetteremo e per questo continueremo a vigilare su queste strane dinamiche che si stanno sviluppando nel mondo bancario’. E dall’esecutivo, ha reclamato Celli, servirebbe una ‘posizione precisa’. Ma ‘il Patto non ce la fa più e per il bene del Paese è giunto il momento che vada a casa’.
Sottolineata l’insufficienza e l’inadeguatezza del governo, Celli ha affrontato i nodi politici del futuro, partendo dalla certezza che ‘cambiamento significa cambiare equilibri politici’. E se le ‘coalizioni del 2008 sono morte, hanno fallito entrambe, ne serve una nuova per governare il Paese, per un vero salto di qualità della politica’. È il momento di dire basta alle ‘operazioni di potere’. Per questo Celli ha frenato sulla costituente socialista lanciata da Augusto Casali, ‘al momento non siamo soddisfatti e sono necessari alcuni chiarimenti di fondo, deve essere un progetto condiviso che nasce dal basso e non dai vertici dei partiti’. La nuova coalizione, ha chiarito, va costruita in base alla condivisione di un progetto per il futuro, per mettere in atto ‘una rivoluzione democratica e riformista’. Quattro allora le sue caratteristiche: collaborazione stabile tra area socialista, area democristiana con punto di riferimento la Dc e centro riformista cui stanno lavorando Eps e Ddc; rinnovamento favorito dai partiti; nuova etica pubblica basata su legalità, moralità e trasparenza; riforme strutturali. Così, ha concluso, ‘possiamo costruire la San Marino del 2020, la San Marino del terzo millennio: il cambiamento è possibile, basta volerlo. E noi del Psrs lo vogliamo’.

Repubblica di San Marino, lì 1 ottobre 2010

Ufficio Stampa PSRS

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