Capitani Reggenti. Cerimonia d’ingresso

Capitani Reggenti. Cerimonia d’ingresso

Cerimonia d’ingresso



Cerimonia di ingresso dei nuovi Capitani


Reggenti    oggi
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I Capitani Reggenti vengono eletti verso la metà di marzo e la metà  di settembre di ogni anno. Assumono la carica il 1° aprile e il 1° ottobre, con una  cerimonia che è al contempo religiosa e civile.
La cerimonia prende il via a mezza mattinata (in genere intorno alle ore 9,40) con lo schieramento dei Corpi Militari al completo (Guardia d’onore del Consiglio Grande e Generale, Milizia e Banda Militare) e con l’Alza Bandiera in Piazza della Libertà (il Pianello per i sammarinesi). Quindi trasferimento dei Corpi Militari in Contrada Omerelli, di fronte  a Palazzo Valloni.
I Reggenti eletti frattanto hanno raggiunto in forma privata, accompagnati dai Donzelli e dal Maggiordomo, Palazzo Valloni, ove indossano il costume tradizionale.
Alle ore 10 il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, i Sindaci di Governo, i Rappresentanti del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato, l’Oratore Ufficiale, il Vescovo della Diocesi San Marino-Montefeltro, i giudici, Il Procuratore del Fisco, i Rappresentanti del Corpo Diplomatico e Consolare sammarinese, e, per la cerimonia del 1° ottobre, i Presidenti delle Associazioni dei Sammarinesi all’estero convengono a Palazzo Valloni per rendere omaggio ai Capitani Reggenti eletti.
Nella sala delle Udienze di Palazzo Valloni ha luogo il ricevimento dei Capitani Reggenti eletti alle Autorità convenute. Annunciati dal Donzello, i Capitani Reggenti eletti entrano nella Sala delle Udienze e prendono posto sul trono. Alla destra del trono prendono posto nell’ordine il Responsabile del Cerimoniale, il Maggiordomo, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, i Sindaci di Governo.
Il Maggiordomo presenta gli ospiti secondo l’ordine di precedenza indicato dal Cerimoniale. Il Decano del Corpo Diplomatico rivolge un’allocuzione. La Reggenza eletta e per essa il primo Capitano Reggente, dà lettura del discorso di ingresso.
In corteo, preceduti e scortati dalla Guardia d’onore del Consiglio Grande e Generale, dalla Milizia e dalla Banda Militare, i Reggenti eletti, preceduti dai Donzelli e seguiti nell’ordine  da Maggiordomo, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Sindaci di Governo, Decano del Corpo Diplomatico, Oratore Ufficiale, Vescovo della Diocesi  San Marino-Montefeltro, Rappresentanti del Corpo Diplomatico  e Consolare accreditato, Procuratore del Fisco, Rappresentanti Diplomatici e Consolari sammarinesi si recano a Palazzo Pubblico, ove sono ricevuti dal Segretario di Stato per gli Affari Interni e il Segretario di Stato per le Finanze e Bilancio. I Capitani di Castello sono schierati dinanzi alla sala del Consiglio dei XII.
Nella sala del Consiglio dei XII i Capitani Reggenti eletti rendono omaggio ai Capitani Reggenti in carica, alla presenza dei Membri del Congresso di Stato.
Alle 10,55 il corteo, ricomposto con lo stesso ordine del corteo formatosi a Palazzo Valloni, con  i Reggenti in carica (al centro) e i Reggenti eletti (ai lati), con al seguito gli alti Funzionari dello Stato e gli invitati a vario titolo convenuti a Palazzo Pubblico, procede verso la Basilica del Santo Marino per assistere al rito religioso.
Sono ad attenderLi all’ingresso della Basilica il Cappellano ed i Massari del Santo.
Gli Ecc.mi Capitani Reggenti prendono posto sul trono a cornu Evangelii scambiandosi la posizione: il Capitano Reggente tradizionalmente a sinistra (per chi è di fronte) prende la destra, cioè la posizione più vicina all’Altare. A lato del trono due alti ufficiali della Guardia d’onore del Consiglio Grande e Generale, a fianco il Maggiordomo.
I Capitani Reggenti eletti prendono posto sulle poltrone a cornu Epistolae: a lato due alti ufficiali della Guardia di Rocca, a fianco il Maggiordomo e i Sindaci di Governo.
Alle 11,55 il corteo fa ritorno a Palazzo Pubblico.
A Palazzo, i Capitani Reggenti, i Capitani Reggenti eletti con i rispettivi Maggiordomi, i Membri del Congresso di Stato e l’Oratore ufficiale si ritirano nella Sala di Scrutinio.
Annunciati dal Donzello, i Capitani Reggenti in carica ed i Capitani Reggenti eletti entrano nella Sala del Consiglio e l’Oratore Ufficiale (una personalità chiamata per l’occasione), presentato dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, pronuncia l’orazione ufficiale, che può essere seguita anche all’esterno del Palazzo.
Terminato il discorso, il Segretario di Stato per gli Affari Interni, preceduto da un Donzello, si avvicina ai Capitani Reggenti eletti e legge Loro la formula latina di giuramento. I Capitani Reggenti eletti prestano giuramento, toccando con la mano destra il libro contenente la formula e pronunciano :”lo giuro”.
Prestato il giuramento, i nuovi Reggenti s’avvicinano uno per parte al trono ove si trovano i vecchi Reggenti, i quali si tolgono il Collare di Gran Maestro dell’ Ordine di San Marino e lo impongono ai loro successori. Sulle note dell’Inno Nazionale suonato dalla Banda, mentre le Milizie sparano  colpi di cannone a salve dalla Prima Torre, i nuovi Reggenti prendono sul trono il posto dei vecchi Reggenti, che, inchinatisi ai nuovi Capi  di Stato, si allontanano.
Alle 12,45 in corteo gli Ecc.mi Capitani Reggenti e il seguito, secondo l’ordine già indicato,  fanno ritorno a Palazzo Valloni, dove nella Sala delle Udienze, gli invitati rendono Loro omaggio.

Nella Piazza della Libertà lo schieramento dei Corpi Militari e l’ Ammaina Bandiera segnano la fine della Cerimonia di ingresso della Reggenza (avviene in genere intorno alle ore 13).

Cerimonia di ingresso dei nuovi Capitani

Reggenti secondo gli Statuti
 

Vos Domini Capitanei nuper vocati, et electi ad Reipublicae regimen pro sex mensibus Statuimus, et ordinamus quod Domini Capitanei qui ad hunc Magistratum in populari, ac libero hoc statu nostro primarium extracti fuerint, in prima die eorum officij summo mane domo egrediantur, et iuxta morem comitantibus civibus vadant ad Palatium communis, ubi aderunt Capitanei quoque sex mensium praecedentium, et inde omnes simul, primo  Capitanei Magistratu exeuntes, et prope eos Capitanei novi subsequentibus civibus ad Plebem accedant, Templum Divo Marino dicatum, et in Terra nostra primarium, et ibidem ad Altare maius Missam Spiritus Sancti audiant, qua audita, et porrectis de more Deo, Divoque Marino Numini nostro tutelari precibus, et decantato a Clero Cantico Te Deum laudamus etc., ad Palatium eodem ordine revertantur, et ibidem eisdem primis Capitaneis ad solitum eorum Tribunal cum eorum Cancellario sedentibus, novis vero Capitaneis, et prope eos Doctoribus, ceterisque civibus, et oppidanis suo ordine gradatim in sala magna circumcirca astantibus, indictoque omnibus silentio, egregius ludi litterarij, et iuventutis nostrae Moderator, vel unus ex suis primae classis scolasticis, ad animos eorum qui magistratum ineunt incitandos, latinam orationem habeat. Post  haec, quia verisimile non est, quod illi quibus Reipublicae regimen creditur, fiant salutis aeternae immemores, sed quod eorum, quae iuramento firmaverint, zelo religionis fideles futuri sint observatores, statuimus, eisdem officium ingredientibus de mandato praedecessorum per Cancellarium iuramentum deferri.
 
DELL’INGRESSO E DEL GIURAMENTO DEI SIGNORI CAPITANI
Stabiliamo e ordiniamo che i Signori Capitani i quali saranno assunti alla suprema Magistratura in questo nostro popolare, e libero Stato, il primo giorno del loro ufficio, di buon mattino escano di casa, ed accompagnati, secondo il solito dai cittadini vadano al palazzo del Comune, dove si troveranno anche i Capitani dei sei mesi precedenti, e di là tutti insieme, davanti i Capitani uscenti di Magistratura, e appresso i Capitani nuovi con dietro i cittadini vadano alla Pieve, Chiesa dedicata a S. Marino, e primaria della nostra Terra, ed ivi all’altare maggiore ascoltino la Messa dello Spirito Santo, e quella udita, e fatte secondo l’uso le preghiere a Dio, e a S. Marino nostro Santo tutelare, e cantato dal Clero il Te Deum Laudamus ecc., ritornino al palazzo con lo stesso ordine, ed ivi i vecchi Capitani siedano al solito loro Banco col loro Segretario, ed appresso stiano i Capitani nuovi, e presso loro i Dottori e gli altri cittadini e terrazzani intorno gradatamente in ordine nella Sala, ed imposto silenzio a tutti, il miglior Maestro delle scuole, e della nostra gioventù, od uno de’ suoi scolari della superiore classe, ad eccitare gli animi di quelli che entrano alla Magistratura, tenga un discorso in lingua latina.
Dopo di ciò, non essendo verosimile, che quelli, a cui si affida il regime della Repubblica, diventino immemori dell’eterna salute, ma affinchè per zelo di religione di ciò, che hanno confermato col giuramento, siano fedeli osservatori, statuiamo, che ai medesimi entrando in ufficio, sia per ordine dei predecessori deferito dal Segretario il giuramento.

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