Carisp San Marino – Sopaf. Fantini: volevano soldi ed in nero. Roberto Galullo, IlSole24Ore

Carisp San Marino – Sopaf. Fantini: volevano soldi ed  in nero. Roberto Galullo, IlSole24Ore

Roberto Galullo di IlSole24Ore (blog Guardie o ladri) pubblica oggi  stralci della   deposizione resa   davanti al pm di
Forlì Fabio Di Vizio  dallo –  scomparso
– dr. Mario
Fantini
, a lungo ai vertici e di  Carisp San Marino e
di Delta

Il tutto, l’8 settembre 2010, nell’ambito della indagine Varano,
ed,  in particolare, sullaffaire
Delta-Sopaf
.

Titolo: Sopaf-Delta/ Fantini davanti ai pm di Forlì: “Gabriele Gatti era il portavoce del pagamento in nero”

Fantini inizia il colloquio cercando di stimolare la lacrimuccia: “Un anno prima di questi fatti avevo avuto segnali da più parti che qualche Procura mi avrebbe messo in difficoltà con il riciclaggio”. Visto che la commozione non attacca, Fantini si libera: “La proposta era di rilevare le azioni Sopaf. Volevamo comprare le azioni ma non detenerle. Le persone di Sopaf che ci hanno avvicinato proponevano un prezzo non in linea con quello di mercato. Il vero dissesto del Gruppo è stato determinato dalla decapitazione della Cassa di Risparmio di San Marino. A seguito dell’accusa di riciclaggio nessuno voleva più parlare con noi. La trattativa aveva avuto molti interlocutori, professionisti, banche etc. Sopaf aveva indicato le azioni in bilancio ad un prezzo elevato, superiore al loro valore. Mi sembra di ricordare che in bilancio le loro quote fossero state indicate per un totale di circa 80 milioni di euro (pari a circa 5 euro per azione), anche se loro le avevano pagate circa 3 all’atto dell’acquisto.
Fin da un primo momento sono state paventate ipotesi di pagamenti in nero del corrispettivo delle azioni. Non li ho mai fatti e mai li farò dissi a Gatti. Lei, sono sicuro dottor Di Vizio, non li ha mai trovati. Tali pagamenti in nero venivano annunciati da Gatti quale portavoce. Gatti esplicitamente mi disse che una parte di questi pagamenti doveva essere fatta in nero. La prima volta Gatti me lo chiese nel corso di un pranzo”.
L’accusa è di quelle pesanti: Gatti era (sarebbe stato secondo Fantini) il portavoce del pagamento in nero di una quota parte. E siccome Gatti insiste, ecco che giunge al famoso incontro registrato in fretta e furia con un registratore di fortuna (dal quale discende l’audio difficilmente comprensibile in larghe parti).
Fantini lo spiega bene:
“La terza volta che Gatti mi ha incontrato portando avanti determinate richieste mi sono adoperato per registrare la conversazione. Non mi convinceva la richiesta e quindi con uno strumento di fortuna ho registrato il terzo colloquio. Non vogliamo chiamarlo nero? Vogliamo dire rosso nero giallo ma comunque si tratta di un pagamento che non sarebbe giunto direttamente alla società destinataria e che avrebbe preso altre strade. Un pagamento in nero era comunque impossibile perché reperire 30 miliardi di vecchie lire sarebbe stato impossibile. Avrebbe scompaginato i conti della Cassa e avere l’attenzione di tutti. Si chiedeva che quella somma venisse pagata in altro modo”.

 

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