Carlo Russo, Forti tensioni fra San Marino e l’Italia, fermati dei carabinieri che sconfinavano – Italia e San Marino ai ferri corti, Italia Oggi

Carlo Russo, Forti tensioni fra San Marino e l’Italia, fermati dei carabinieri che sconfinavano – Italia e San Marino ai ferri corti, Italia Oggi

Italia Oggi
Forti tensioni fra San Marino e l’Italia, fermati dei carabinieri che sconfinavano – Italia e San Marino ai ferri corti
Carlo Russo
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Forti tensioni fra San Marino e l’Italia, fermati dei carabinieri che sconfinavano Continua la guerra fredda tra San Marino e l’Italia. II ministro Giulio Tremonti va giù duro sulla lotta all’evasione fiscale. E il piccolo stato non ci sta; quattro carabinieri che avevano sconfinato per sbaglio di qualche metro sono stati fermati e accompagnati in caserma. A San Marino accusano Tremonti di non volere neppure incontrare la loro delegazione, al ministero attendono ‘la fine formale e sostanziale del segreto bancario attraverso lo scambio automatico di informazioni’. Il Consiglio d’Europa, con una mozione sottoscritta da 22 parlamentari, chiede la normalizzazione dei rapporti tra Italia e San Marino.

Mezzi militari sequestrati per qualche tempo, carabinieri bloccati, una protesta ufficiale del governo all’ambasciatore italiano. E guerra fredda tra San Marino e Italia.

Il ministro Giulio Tremonti va giù duro, i suoi predecessori hanno scherzato, lui invece l’ombra lunga dell’evasione legalizzata la vuole cancellare e così attorno alle tre vette del piccolo Stato è sorto una specie di cordone sanitario-fiscale. A San Marino l’hanno presa male e si sono messi a fare i dispetti. Così i quattro carabinieri che avevano sconfinato per sbaglio di qualche metro si sono visti accerchiati dai gendarmi, sono stati fermati e accompagnati in caserma. Qui sono stati interrogati, hanno dovuto firmare i verbali, poi il ministro degli esteri sammarinese, Antonella Mularoni, ha convocato l’ambasciatore: ‘si tratta del quarto sconfinamento dall’inizio dell’anno, è intollerabile’. E ancora: ‘San Marino esiste da 1709 anni e se qualcuno lo vuole trasformare in un protettorato non ci riuscirà’.
Una frontiera diventata improvvisamente calda. A San Marino accusano Tremonti di non volere neppure incontrare la loro delegazione, al ministero ribattono che prima i sammarinesi debbono fare pulizia a casa loro, in particolare ci si attende ‘la fine formale e sostanziale del segreto bancario attraverso lo scambio automatico di informazioni di modello europeo’.
Ma intanto la tensione è alle stelle e il traffico tra Italia e San Marino si è drasticamente ridotto, troppo facile imbattersi nell’altolà, con conseguente perdita di tempo, prima (da parte della guardia di finanza italiana) o dopo il confine (da parte dei gendarmi sammarinesi).

Tremonti e Mario Draghi sono intervenuti con durezza pure sulla Cassa di risparmio di Rimini, commissariata in 24 ore anche perché controlla il Credito industriale sammarinese e in questo modo il viavai di denaro avveniva con facilità. E stato calcolato che prima della stretta il Titano ricevesse dall’Italia 20 milioni di euro a settimana.
Il vertice della banca è stato disarcionato per le irregolarità riscontrate dagli ispettori della Banca d’Italia e ora a mettere ordine è un commissario che sta facendo storcere il naso all’alter ego sammarinese di Tremonti, Pasquale Valentini, poiché attraverso il controllato Credito industriale, Tremonti e Draghi possono ora mettere il naso nel sistema bancario del mini-Stato (31.400 abitanti, 4.500 dipendenti pubblici, 61 chilometri quadrati).

A San Marino il clima è teso.

L’associazione Ecso, che riunisce giovani imprenditori e liberi professionisti, ha approvato un documento che incomincia così: ‘Fare la guerra a Tremonti è impossibile, le forze in campo contro di noi sono enormi’. E termina: ‘Dove trovare i soldi per far girare il sistema San Marino? In tutte quelle attività che Tremonti non può colpire, ossia i giochi, il centro termale, le infrastrutture, il turismo, la grande distribuzione, i musei, le cliniche. Si deve agire oggi, domani sarà tardi’.

Il governo sammarinese è di centro-destra ma per Tremonti fa lo stesso. Non gli basta che 4,7 miliardi (sui 13,6 che erano depositati nelle 12 banche) siano rientrati con lo scudo fiscale. Il ministro ha ordinato tolleranza zero. No alle società anonime, no alla finanza tenuta segreta (la Banca d’Italia è riuscita a concordare ispezioni incrociate perfino con la Svizzera, ma non con San Marino), no al divieto di intercettazioni telefoniche per reati valutari, no alla localizzazione fiscale (perla quale una società con una blasonata griffe di alimenti per animali è sotto inchiesta da parte del fisco italiano che contesta oltre 250 milioni di evasione grazie al domicilio fiscale a San Marino anche se l’operatività è in Italia), no alle rogatorie (se un giudice italiano chiede per rogatoria una perquisizione o un sequestro di conti correnti di un indagato, i sanmarinesi prima devono, per legge, avvertire la persona in questione, quindi gli devono mostrare la copia della rogatoria, che contiene tutti i dettagli delle indagini in corso, consentendogli di far sparire ogni traccia).

Il giro di vite di Tremanti ha provocato pure l’obbligo per chi fattura più di 5 mila euro con San Marino di comunicarlo all’ufficio delle imposte.
Per Mario Fantini, ex-amministratore delegato della Cassa di risparmio di San Marino, c’è un complotto dell’Italia per indebolire il Titano: ‘è in atto una campagna di disinformazione, è stata innescata una tragedia che sconvolge uomini, aziende, la storia di San Marino, i rapporti tra i due paesi, verranno di fatto frantumati i rapporti contrattuali tra gli Stati e verrà ripristinata la dogana’.

Il “caso” della clamorosa tenzone tra Giulio Tramonti e Pasquale Valentini sta diventando addirittura internazionale e un tentativo di rappacificazione arriva da Strasburgo. Il Consiglio d’Europa, con una mozione sottoscritta da 22 parlamentari, chiede la normalizzazione dei rapporti tra Italia e San Marino. “Un atto necessario’, dice uno dei firmatari, l’olandese Pieter Omtzigt, ‘di fronte al rischio di una guerra economica tra i due paesi’.

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