Carmen Lasorella, ex direttore di San Marino Rtv: ‘La tempesta in un bicchier d’acqua …’

Carmen Lasorella, ex direttore di San Marino Rtv: ‘La tempesta in un bicchier d’acqua …’

Riceviamo  dalla dr.ssa Carmen Lasorella e pubblichiamo

La tempesta in un bicchier d’acqua sembra diventata oramai la cifra della Tv di San Marino, che ricordo invece con piacere in una fase di espansione, di investimenti e di conti in ordine nonché trasparenti, come dimostrerà l’esposto querela che ho presentato qualche mese fa. Da ultimo, vengo citata con un livore degno di miglior causa, per una questione che non meritava certo la cronaca: la notizia di un’udienza processuale che vede opposta una tv ad un quotidiano italiano.  Badate, non la notizia di una sentenza o di una ordinanza, ma il semplice fatto di un’udienza alla quale il mio successore, Romeo, con diligenza aveva partecipato, mentre la sottoscritta con negligenza era rimasta assente.  Ho appreso che la cosa era stata riportata perfino nel telegiornale. Con pacatezza, dopo aver letto della faccenda anche sul sito della Tv di Stato, ho spiegato, di non essere stata minimamente informata del fatto, né di aver ricevuto alcuna convocazione. Nella mia rettifica inviata in redazione, presentata come una nota, mentre chi fa questo mestiere dovrebbe sapere che la rettifica è un’altra cosa, si è arrivati però a integrare il testo, riportato solo in parte, con la sottolineatura che l’udienza era stata fissata nella giornata di ieri, 11 marzo, con la precisazione dell’ora, le 14.00 e indicando il mio nome, Carmen Lasorella, in qualità di teste.  Vale a dire? L’ex direttore generale ce la racconta.  Ho inviato allora una seconda rettifica, che non è stata pubblicata, spiegando che una comunicazione giudiziaria per essere efficace va notificata, mentre io non ho ricevuto la notifica, (ritardo, errore, ecc.) dunque il fatto mi era sconosciuto, né ero al corrente dell’esistenza di un’udienza, in cui fossi stata citata in qualità di teste. In ogni caso, però, la questione è stucchevole, né è accettabile l’uso privato di un mezzo pubblico.

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