Cartoline dal futuro: giovani sammarinesi si raccontano a Rosanna Ridolfi. Oggi la storia di Alberto Muratori

Cartoline dal futuro: giovani sammarinesi si raccontano a Rosanna Ridolfi. Oggi la storia di Alberto Muratori

Non vanno a votare. Non conoscono la storia, non si occupano dei problemi del presente. Mirano a far carriera nel mondo dello spettacolo o nel calcio. Non sanno cosa sia l’impegno, rifiutano il sacrificio. Sono fragili, non sono capaci di rialzarsi dopo un fallimento…  

Ecco gli stereotipi più comuni quando si parla di giovani. Col risultato che la combinazione di tali elementi della narrazione moltiplica all’infinito la rappresentazione fino a creare un’apparente realtà. E se per una volta invece provassimo ad ascoltare la voce dei diretti interessati? 

Questa è la condivisione di conversazioni avvenute con ragazzi normali – ma davvero speciali – che hanno accettato di raccontarsi a viso aperto. Le domande sono state le stesse per tutti; ognuno di loro ha risposto in base alla propria personalità e alla propria sensibilità.  

Oggi protagonista è Alberto Muratori, ventunenne studente di ingegneria gestionale a Bologna.

 

Parte prima – Autoritratto    

Il racconto di te…

“Ho ventun anni, studente al terzo anno di Ingegneria Gestionale, Università di Bologna. Sono estroverso, intraprendente e, almeno così dicono, simpatico ed educato. Quel che vorrei che gli altri capissero di me però è anche … l’impegno che c’è dietro al mio essere sempre gentile con tutti!“.

Com’è la tua vita in questo momento? 

“Attualmente sono in Erasmus in Spagna, seguo le materie del corso di Ingegneria Industriale presso l’Universidad de Sevilla e trovo che sia davvero un evento che, come dicono, cambia la vita…  Ho voluto fare questa esperienza per mettermi alla prova, per imparare una nuova lingua e per la voglia di riscoprire me stesso in uno Stato diverso. Sinceramente non mi sono mai posto chissà quali aspettative, quello che posso dire è che sono felice di quel che sto facendo e delle mete che ho raggiunto fino a questo momento.

Quali sono (la o) le persone che ora contano di più per te? 

“Di certo mia sorella che da quando siamo nati c’è sempre stata per me (e io per lei).
I miei amici che, nonostante la distanza, ci sono sempre.
E sicuramente i miei genitori che non mi hanno mai fatto mancare niente”.

Esiste qualcosa o qualcuno per cui saresti disposto a lottare senza tregua?

“No!”

Hai un modello di riferimento?

“Dipende in che ambito: nell’ambito familiare i miei nonni. Nell’ambito lavorativo sia mia mamma che mio babbo, perché entrambi sono riusciti, seppure in settori diversi, grazie alle loro capacità, a conseguire buoni risultati”.

Quali esperienze particolari hai vissuto finora e ricordi con piacere?

“Sicuramente tutte le esperienze all’estero che ho potuto fare nel periodo pre-pandemico: il viaggio a Cracovia con la visita ad Auschwitz; il viaggio a Shanghai in un international youth camp (c’erano ragazzi tra i 14 e 18 anni provenienti da venti paesi diversi, Cina, USA, Russia, Australia…); il viaggio a Pechino dove ho risieduto in un’università cinese e ho potuto conoscere la cultura di questo paese; il viaggio a Vienna, nell’ ambiente cosmopolita delle Nazioni Unite e indubbiamente il periodo che sto vivendo adesso in Erasmus”. 

Fino ad ora ti è mai capitato di scontrarti con quella brutta faccenda che si chiama “compromesso”? 

“Purtroppo o per fortuna si… l’esempio lampante che mi viene in mente è la convivenza con i miei attuali coinquilini; in questi mesi in Spagna mi sono trovato in casa con tre persone che non conoscevo e con modi di vivere e di fare diversi tra di loro e dai miei. Come ho reagito? Ero già abituato alla convivenza a Bologna con altri coetanei che conoscevo già, ma che comunque non la pensavano sempre su tutto come me, quindi sapevo di dover scendere a compromessi. Comunque nella vita quotidiana il compromesso è spesso necessario”. 

Cosa pensi del tema del “merito” a scuola o in università? 

“Non saprei; ho la sensazione che molte volte il merito non sia riconosciuto alle persone che … se lo meritano; la scuola in generale penso sia un ambiente troppo piccolo perché i giudizi possano essere il più oggettivi possibile e che molte volte questi ultimi siano pregiudicati da altri fattori. In università è il contrario perché l’ambiente è più grande, ma anche qui spesso le valutazioni sono troppo rapide ed approssimative: ad esempio quando si viene liquidati con una domanda o due ad un esame da 12 CFU (Crediti Formativi Universitari), che magari comporta tre manuali da studiare … chiaramente questo non può essere un metodo oggettivo e completo per valutare la preparazione dello studente e … riconoscerne il merito!

Come definiresti tu l’intelligenza?

“Secondo me l’intelligenza è un insieme di atteggiamenti che ti porta a vivere il meglio possibile, a sapere le cose, a saperti adattare, a saperti relazionare con gli altri, capirli…”

Per realizzare un progetto conta di più la motivazione o la volontà? 

“La volontà; se non c’è volontà non si fa niente, a prescindere dalla motivazione”.

Pensi di dover dimostrare qualcosa o di non dover dimostrare proprio nulla a nessuno ma semplicemente di dover rendere felice te stesso?

“Non penso di dover dimostrare niente a nessuno, neanche me stesso; mi basta stare bene, fare ciò che mi sento di fare, poi la felicità vien da sé…”

E più in generale quale contributo ritieni di poter dare al mondo del futuro?

“Non credo porterò chissà che grande contributo al mondo, non mi vedo come una persona che possa cambiare molto le cose; preferisco rimanere un po’ in disparte e limitarmi a contribuire nel mio piccolo, nella vita di tutti i giorni; essere gentile, disponibile e saper sorridere, ecco questo è quel che penso di poter fare e dare”.

Tornare o andar via definitivamente da San Marino? … 

“Al momento credo che la cosa migliore per me sia vivere questi anni fuori da San Marino, ovvero il tempo dell’Università e della carriera iniziale, e poi valutare, vedere come e se sta progredendo San Marino. Poi se starò bene in qualche altro paese, se ci saranno opportunità per me, resterò lì… Non sono pienamente convinto che San Marino, essendo così tanto tranquillo e “piccolo”, sia il posto migliore in cui vivere da giovane e fare esperienza”.

 

Parte seconda – Macrocosmo e microcosmo

Cosa hai vissuto il periodo più duro del confinamento dovuto al covid?

È stato un periodo tranquillo, c’era una calma quasi ovattata: la DAD, l’inizio della primavera … non c’erano chissà quali stimoli; ma è stato anche stressante, perché avevo un “positivo” in casa e la sua “positività” è durata quasi tre mesi.
Probabilmente ciò che mi è mancato di più è stato poter vivere il mio ultimo anno di superiori come avevo sempre sognato: 100 giorni, maturità, saluti e gavettoni con i compagni di classe, viaggio di maturità… Alla fine devo dire che mi è rimasto dentro un po’ un vuoto: l’aver saltato dei passi fondamentali per ogni studente
“.

Argomento complesso: “vax” e “no-vax”

“In un mondo ideale le persone non avrebbero avuto motivo di dubitare dell’affidabilità o meno del vaccino e tutti si sarebbero vaccinati; ma in un mondo ideale neppure le grandi compagnie farmaceutiche sarebbero famose per anteporre il lucro allo scopo. Purtroppo non viviamo in un mondo ideale …”

Internet offre una montagna di informazioni che possono però anche risultare senza alcun filtro o selezione. Esercitare un controllo sulle fonti (spesso anonime) è difficile, così come distinguere tra verità e menzogna o tra oggettività e soggettività? 

“Penso che in generale sia abbastanza facile capire e distinguere fake news da verità.
Per prima cosa io mi chiedo se quel che sto leggendo è verosimile e logico; a volte è sufficiente leggere una seconda volta l’informazione o la notizia per capire che è basata esclusivamente su “chiacchiere”. Leggo anche i commenti alla notizia stessa e se li trovo discordanti cerco altre informazioni o altri siti”.

Figure come quella dello scienziato, del medico, dell’insegnante sempre più spesso vengono messe in discussione, addirittura denigrate, perché tutti pensano ormai di essere in grado di reperire ogni sorta di informazione da soli e di essere in grado di giudicarne l’operato; come vivi tutto ciò? 

“Probabilmente è proprio la montagna di informazioni di cui si dispone a garantire a molti un senso di superiorità… ma forse non tutti si rendono conto che occorrono conoscenze, esperienze, filtri per saper interpretare o capire le cose.
Secondo me una cosa molto interessante è quella che ha adoperato di recente il gruppo META, offrendo agli utenti la possibilità di poter segnalare i post come fake news; dopodiché gli operatori si adoperano per controllare la veridicità del post e se risulta falso o offensivo viene bannato. So che non può essere una soluzione definitiva e che comunque dovrebbe spettare prima di tutto a ognuno di noi avere un occhio un po’ più attento e critico, ma è un buon inizio”

Che cosa pensi degli ambientalisti “futuristi” che imbrattano opere d’arte o bloccano il traffico per attirare l’attenzione sui problemi del pianeta? 

“Non li condivido. Si può tranquillamente attirare attenzione su questo tipo di tematiche senza ricorrere a simili estremi; non capisco il nesso tra il gettare torte contro opere d’arte e la salvaguardia del nostro pianeta: ok, magari serve per attirare attenzione, ma in quel caso ritengo sia preferibile ricorrere a post sui social dove questi ultimi possono diventare virali e coinvolgere un gran numero di persone…”

Come vedi questa tendenza alla “cultura della cancellazione” che sta prendendo piede anche nel nostro paese e rischia di rendere “fuorilegge” anche autentiche opere dell’ingegno umano, perché ritenute oggi “politicamente scorrette”? 

“Non penso che censurare autori ed artisti del passato possa portare a qualche risultato; con gli occhi di adesso è facile capire che l’essere potenzialmente omofobi o misogini sia legato agli usi e costumi di un’epoca … con questo tipo di censura si finirebbe per negare contributi e idee che hanno segnato un percorso di progresso dalle società passate alla nostra. L’importante è contestualizzare.
Vorrei parlare di “cancel culture” anche nel significato che ha assunto su Internet. E in questo caso se da un lato mi fa molto ridere, allo stesso tempo penso sia una faccenda molto crudele; ormai le persone fanno sempre più fatica a distinguere la vita reale da quella dei social, quindi “cancellare” qualcuno da uno o più social porta per forza conseguenze anche nella vita reale. In generale è un fenomeno degradante, in cui si diventa giudici di altri senza cognizione di causa, senza sapere e conoscere le persone e le circostanze”. 

Qual è il ruolo che ogni individuo può avere nella collettività in un tempo così duro come il nostro? Quali cambiamenti auspichi?

Essere responsabile e mantenersi informato, poi scegliere di fare ciò che ritiene sia meglio in base agli ideali in cui si crede e alla propria visione del futuro.
Riguardo a questa società penso che potrebbe andare meglio ma anche peggio; io non vedo così tanti giovani che “non hanno voglia di fare niente” né così tanti “boomer”. Quindi in generale penso che alla radice, tutto sia un po’ meglio di quel che può sembrare: in fondo abbiamo ancora tutti la possibilità di scegliere, fare del nostro meglio e cambiare le cose…”

Giudica chi ti giudica … 

“Probabilmente chi ha una visione negativa dei giovani cerca solo un capro espiatorio, a cui addebitare il mal funzionamento del sistema, ma magari non si rende conto che il declino è iniziato prima ancora che “noi giovani”, almeno quelli della mia generazione, avessimo la possibilità di fare qualsiasi cosa, avere il diritto di voto…”

 

Parte terza – Cosa ti passa per la mente se ascolti queste parole: 

Divertimento “ Penso di amare due tipi diversi di divertimento; il primo è quello collegato alla radice latina della parola: “de-vertere”, “allontanarsi da …”; in questo caso serve ad allontanarsi da preoccupazioni, stress, problemi … Così mi piace uscire con gli amici, la musica, le discoteche…Però personalmente conosco anche un altro tipo di divertimento, che forse è paradossalmente opposto al primo, ed è costituito da un tempo che a volte spendo da solo: passeggiate per il centro città, merende dolci, tè, guardare i turisti o le persone lavorare e godersi il vento fresco…

Moda “Non saprei… in generale non me ne frega più di tanto ma penso sia perché non mi piace fare shopping…

Emarginazione “Credo che a volte nella quotidianità non possa essere evitata; anche in un mondo ideale in cui le persone sono prive da pregiudizi ci sarebbe comunque il fattore antipatia – simpatia che porterebbe a creare gruppi e di conseguenza a escludere ed emarginare magari quelle persone con caratteri più forti e sgradevoli“.

Pensiero “In generale ritengo che la gente pensi troppo poco o troppo, senza una via di mezzo; c’è chi si lascia trasportare solo dalle emozioni e dagli istinti e chi è costretto a ponderare ogni minimo dettaglio prima di poter prendere una decisione. E credo sia sempre più difficile costruirsi un pensiero proprio perché si è inevitabilmente influenzati da troppi condizionamenti”

Dio Mhmm … penso sia uno strumento utile per affrontare al meglio le cose che non riusciamo a spiegarci, ad esempio il “dopo la morte”. È anche un meccanismo di speranza, per affidarsi a qualcuno e per non sentirsi soli nell’affrontare magari le situazioni più difficili della vita: dolori, lutti, malattie…

Coscienza Questa parola mi fa sempre venire in mente il grillo parlante di Pinocchio: è presente, lo sentiamo ma decidiamo comunque spesso e volentieri di ignorarlo e calpestarlo per tornaconto personale“.

Pace “Un’illusione? Non so… fino all’anno scorso non mi sarei immaginato che una guerra di questo tipo potesse scoppiare in territori così vicini a noi, eppure…” 

Dolore “Ci rende umani immagino; se soffriamo è perché proviamo emozioni, siamo in grado di affezionarci, di legarci a qualcuno e piangerne la perdita. Legandoci a qualcuno diventiamo inevitabilmente vulnerabili per questo motivo“.

Gioia “Raggiungibile, basta imparare ad accontentarsi e ad apprezzare le piccole cose… ma penso che ciò che è più importante sia imparare a stare bene con sé stessi, non credo che la nostra felicità possa, debba, dipendere da altri”.

Ansia Mi dispiace vedere così tante persone stare così tanto male a causa dell’ansia, non penso possa essere evitata ed è normale esserne colti; però non capisco come mai in giro ce ne sia così tanta. Io cerco di vivere più serenamente possibile e di non preoccuparmi troppo per quel che non posso controllare“.

Amore “Sicuramente esiste, è un po’ come il dolore… ci rende umani e vulnerabili“.

Pudore In generale penso che se fossimo tutti un po’ più educati, capaci di accettare il prossimo o a rispettare la sensibilità degli altri, non si dovrebbe nemmeno più parlare di pudore“.

Immigrazione “Inevitabile; tanto vale accettarla, coglierne gli aspetti positivi, normalizzarla; infatti tramite lo sviluppo della tecnologia e il conseguente abbassamento dei costi ci sono mezzi per spostarsi ormai accessibili a tutti, ad esempio voli super economici. Basti pensare ad esempio che un volo di andata e ritorno per il Marocco a me è costato trenta euro …”

Uguaglianza-Disuguaglianza Allora: credo che allo stato brado delle cose ci sia una naturale disuguaglianza tra le persone, perché, come si suol dire, ognuno di noi è unico; non penso però che l’uguaglianza sia la soluzione ai nostri problemi, perché ci porrebbe tutti a uno stesso livello, magari senza offrire comunque a tutti le stesse opportunità. E allora equità è forse la parola più giusta, ovvero il dare strumenti migliori a chi ha meno opportunità, in modo che tutti possano raggiungere idealmente gli stessi obiettivi: ma questo potrebbe avvenire solo in una società giusta“.

Libertà “Tosta. La libertà è difficile da raggiungere e non penso si possa essere mai completamente liberi, ma ripeto, quando si è a posto con sé stessi la maggior parte del lavoro è fatta“.

Per terminare questa nostra conversazione cita una frase dal libro che più ti è piaciuto fra quelli che hai letto

“But before I can live with other folks I’ve got to live with myself. The one thing that doesn’t abide by majority rule is a person’s conscience”

“Ma prima di vivere con gli altri bisogna che io viva con me stesso. La coscienza è l’unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza”.

Harper Lee, “Il buio oltre la siepe”

E infine un verso di un poeta o di un cantautore che secondo te ti rappresenta o in cui ti rispecchi 

“In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr” 

Pinguini Tattici Nucleari, “Ringo Starr”

 

Il prossimo appuntamento vedrà come protagonista Veronica Gasperoni.

A cura di Rosanna Ridolfi

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy