Caso Serenissima, il procedimento penale per esercizio abusivo della professione è stato disposto dal dirigente Canzio

Caso Serenissima, il procedimento penale per esercizio abusivo della professione è stato disposto dal dirigente Canzio

Cittadini accusati di esercizio abusivo della professione: esposto di Ciavatta e procedimento penale disposto da Canzio

ANTONIO FABBRI – La vicenda che vede liberi cittadini che hanno espresso il loro pensiero inviandolo al giornale “La Serenissima” per la pubblicazione e si trovano oggi indagati per esercizio abusivo della professione, emerge via via nei suoi contorni più precisi.

Ma più si comprende come sono andate le cose e come si è innescata ed è proseguita l’indagine, più la vicenda assume contorni grotteschi, non foss’altro che a rendere ancora più grave quanto accaduto c’è il fatto che gli attori che hanno dato impulso a tutta la vicenda sono soggetti istituzionali e poteri dello Stato che hanno portato avanti azioni con l’esito, voluto o meno poco cambia perché non valutato nelle sue conseguenze, di scatenare contro i cittadini e il loro libero pensiero l’“arma” dell’indagine penale, tradottasi, anche qui volontariamente o meno, in una intimidazione nei confronti di chiunque intenda esprimere liberamente la propria opinione.

Dall’esposto al fascicolo Che cosa è accaduto. Il Segretario di Stato Roberto Ciavatta ha presentato, il 3 marzo del 2021 un esposto arrivato al Dirigente del tribunale Giovanni Canzio. L’esposto è quello letto in Consiglio, per la parte riguardante La Serenissima, dallo Stesso Segretario alla Sanità. Il Dirigente del tribunale ha ricevuto l’esposto, evidentemente lo ha letto e valutato, ma non si è limitato a trasmetterlo alla Cancelleria penale che poi avrebbe provveduto ad assegnarlo al magistrato competente sulla base della valutazione della ipotesi di reato e della distribuzione dei carichi di lavoro. Il Dirigente Canzio, invece, l’11 marzo 2021 ha disposto egli stesso l’apertura di apposito procedimento penale, indicando addirittura nel dettaglio il reato per il quale si sarebbe dovuto procedere. Così, con quella indicazione dell’articolo del codice penale, il 385, visto che i carichi di lavoro sono disposti a priori indicando la competenza per titoli di reato, il fascicolo è arrivato al Commissario della legge al quale competeva quell’argomento.

L’indagine Quindi Canzio “DISPONE” l’apertura di apposita indagine penale per ciascuna segnalazione – Ciavatta ne ha fatte tre nel suo esposto – e tra queste quella sfociata nel fascicolo a carico dei cittadini che hanno anche solo inviato il loro pensiero al giornale. E’ dunque lo stesso Canzio, nel disporre l’apertura del procedimento, ad indicare che si debba procedere per esercizio abusivo della professione. Il fascicolo finisce al Commissario della legge Roberto Battaglino. Le indagini vengono in una prima fase delegate all’uditore Manuela Albani. Viene incaricata di svolgere delle verifiche la Polizia giudiziaria nella persona dell’ispettore Paolo Morri che raccoglie le informazioni circa “La Serenissima”. Nell’indagine sono emerse delle irregolarità amministrative da parte del giornale che, comunque, per le stesse è stato sanzionato. 

Un inciso Si rende necessario un inciso. A fronte del singolare percorso di quel fascicolo e del fatto che una sanzione sia stata comminata, decadono dunque un po’ tutti i distinguo uditi in Consiglio Grande e Generale da parte di chi ha voluto, parlando di mancato rispetto delle regole da parte del giornale, sviare il discorso dal reale problema, ovvero quello della violazione della libertà di espressione, diritto fondamentale in capo a tutti i cittadini, che viene innegabilmente colpito da questa indagine.

L’elenco dei nomi Proseguendo nella ricostruzione dell’iter giudiziario del fascicolo, emerge che il Commissario della legge Battaglino ha, in seguito, revocato l’incarico all’uditore e chiesto una ulteriore relazione alla Polizia giudiziaria. La Pg ha quindi ricostruito tutte le uscite de “La Serenissima” e stilato un elenco degli articoli e contributi scritti pubblicati dal giornale, molti recanti la firma dei cittadini. A quel punto, dopo la prima fase in cui si erano indagate le eventuali irregolarità del giornale ed era stata rilevata l’avvenuta sanzione di 1000 euro, si è evidentemente tornati alla indicazione di Canzio che aveva disposto che si aprisse l’indagine per “esercizio abusivo della professione”, ai sensi dell’articolo 385 del codice penale. Così si è preso l’elenco dei cittadini che hanno firmato gli articoli e otto di questi sono stati indagati, con la contestazione di quel titolo di reato. 

Considerazioni Ora, non c’è dubbio che, oltre al discutibile iter politico-giudiziario che ha caratterizzato la vicenda e che sarà compito degli avvocati mettere in discussione se lo riterranno, i cittadini finiti indagati dovranno presentarsi con il legale, a proprie spese, davanti agli inquirenti per rispondere di esercizio abusivo della professione giornalistica, semplicemente per avere espresso il proprio pensiero. Difficile far finta di non vedere quanto sia grave ciò che è accaduto, considerato che i tre poteri dello stato – Esecutivo, Giudiziario e, ad ascoltare buona parte del dibattito in Consiglio, pure il Legislativo – paiono adoperarsi per mettere in discussione il diritto fondamentale alla libertà di espressione. Circostanza tanto più grave se vista nel contesto di numerose azioni pubbliche e sotterranee che stanno caratterizzando l’attuale legislatura e generano un clima di intimidazione e timore diffusamente percepito dalla cittadinanza e di vessazione verso la libertà di stampa, il diritto di critica e il dovere di cronaca.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 21

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