L’Informazione di San Marino. “Caso Titoli”, tutto o quasi da rifare. Torna in istruttoria
ANTONIO FABBRI – (…) Ribadisce il giudice delle appellazioni: “Il capo di imputazione, essendo il mezzo processuale che traduce l’incontro tra il fatto e il diritto e da cui discende l’applicazione concreta della norma penale, assolve innanzitutto allo scopo di rendere chiari all’accusato i termini dell’accusa, vale a dire quale sia il fatto che viene contestato e quale sia la norma penale alla stregua della quale quel fatto può essere qualificato come reato. La ‘fattispecie giudiziaria’ in cui si risolve la formulazione dell’accusa, in tanto è in grado di assolvere alla sua primaria funzione, in quanto contenga la descrizione in termini chiari e precisi dell’addebito, partendo dalla fattispecie astratta desunta dalla norma penale e fornendo gli elementi indispensabili per la sua concretizzazione. Chiarezza e precisione sono due requisiti distinti e congiuntamente necessari: senza il primo, l’accusato non può comprendere ciò di cui è chiamato a rispondere; senza il secondo non può articolare la sua difesa”. Parole già scritte, queste, nel provvedimento del gennaio 2019, ma rimaste inascoltate. “Sotto questo profilo – scrive infatti Brunelli nella nuova ordinanza – occorre preliminarmente constatare che i rilievi contenuti nella citata ordinanza non hanno sortito alcun effetto, non solo in relazione ai reati già presi in considerazione in quella circostanza, ma anche in relazione a tutti gli altri capi di imputazione, coinvolgenti una pluralità di persone, talune delle quali neppure individuate”. (…)
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino
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