Catena Fiorello a Villa Manzoni

Catena Fiorello a Villa Manzoni

Catena Fiorello. Un nome impegnativo e un cognome ingombrante. Non si può fare a meno di pensare al noto showman dalla battuta sempre pronta e all’attore dallo sguardo intenso. Fin troppo istantaneo chiedersi se sia loro sorella. Ebbene sì, è proprio così! Oltre al cognome ce lo conferma lo stesso sorriso radioso e vivace. Ma guai a pensare che quel cognome possa averle facilitato la scalata. La deliziosa siciliana, con i suoi inseparabili occhialini da intellettuale, è una donna intraprendente, creativa, spontanea. Una lottatrice, con la simpatia e la forza comunicativa che sono nel dna di famiglia.

Ma Catena Fiorello, 48 anni, sei libri di cui quattro romanzi, un passato anche da autrice e conduttrice tv, ci aggiunge un surplus di leggerezza e di ferrea, fiera e positiva volontà, quella che le permette di essere felice perché autonoma nel pensiero e libera dal giudizio altrui. Insomma, Catena, la più piccola di famiglia , ha fatto pace con i pregiudizi all’incontrario, quelli “di chi non ti perdona di chiamarti Fiorello e di avere successo, proprio come i miei due fratelli”. Ed è così che, all’indomani dalla pubblicazione di Un padre è un padre, romanzo edito da Rizzoli e già piazzatissimo nelle classifiche, decide di girare l’Italia per promuoverlo personalmente. Un tour de force che ora la porta fino a San Marino, a Villa Manzoni, dove presenterà questo suo ultimo lavoro domenica 28 settembre, ore 21.

Al centro della storia c’è una paternità non convenzionale, perché la protagonista, Paola, è una ragazza di 22 anni che a Catania nel 1982, poco prima che inizino i mondiali di calcio e mentre nelle radio impazza Giuni Russo con “Un’estate al mare”, riceva dalla madre morente un singolare testamento. E’ una lettera in cui ella le rivela in un solo colpo tutte le bugie con cui ha accompagnato la sua infanzia priva dell’abbraccio di un padre. Un uomo descritto sempre come un uomo lontano che se ne fregava di lei e della madre. Le cose invece non stavano proprio così. Ed è la madre stessa a supplicarla in quella lettera di mettersi alla ricerca del padre, che anziché vivere nella lontana America abita a Milano. Così Paola si mette alla ricerca dell’uomo di cui è figlia e soprattutto cerca di non fare gli stessi errori della madre, e cioè di non farsi rovinare la vita dall’odio. Il titolo del libro in origine era L’odio non esiste: perché è un sentimento esattamente contrapposto all’amore e quasi necessario.

Una storia non convenzionale, accurata, con una profonda introspezione psicologica tutta femminile, che arriva a Villa Manzoni per scrivere un altro affascinante capitolo del suo salotto culturale, voluto e promosso dall’Ente Cassa Faetano – fondazione Banca di San Marino.

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