Centrale elettrica: quando la politica crea i problemi

Centrale elettrica: quando la politica crea i problemi

La vicenda della centrale elettrica di Cailungo è un emblema della commistione politico affaristica e di quanti danni questa abbia prodotto e continui a produrre al Paese. Vediamo il perché. Prima alcuni politici hanno concesso l’edificabilità in aree a ridosso dei cavi dell’alta tensione, benché la legge lo proibisse. Poi, una volta creato il problema, anziché intervenire per risolverlo, si è cercato il modo per specularci sopra. E ciò è accaduto nonostante la presenza di deliberazioni che impegnavano il governo e l’AASS ad adottare la soluzione più logica, ovvero l’interramento dei cavi a ridosso delle abitazioni.

Negli anni passati, infatti, il Consiglio Grande e Generale si era espresso in tal senso, approvando appositi ordini del giorno e istanze d’Arengo. Nella finanziaria per il 2004, inoltre, era già stata stanziata la cifra necessaria per la realizzazione dell’interramento.
A questo punto è lecito chiedersi cosa abbia impedito ai vertici dell’AASS di mettere in pratica una decisone assunta dalla massima istituzione del Paese. Forse la risposta risiede nell’ideazione di un progetto che va contro quanto era già stato deciso e che prevede lo spostamento dell’intera sottostazione elettrica, un’ipotesi tecnicamente svantaggiosa e rispondente solo a un disegno speculativo, ma che è diventato ‘il verbo’ di tutti i governi.
Evidentemente in questa Repubblica esiste un potere occulto più importante del Consiglio, che decide sulle nostre teste cosa si deve e cosa non si deve fare. La vicenda della centrale, dicevamo, è quindi l’esempio calzante di una politica che non solo non risolve i problemi, ma che contribuisce a creare per sfruttarli, come sempre, a danno della collettività, a beneficio di pochi, e che non si ferma neppure davanti al peggior deficit di bilancio di sempre.

La strada che Sinistra Unita ritiene si debba percorrere è quella dell’immediato interramento dei cavi. Una posizione, questa, motivata dalle seguenti ragioni:

1) l’interramento eliminerebbe quasi completamente ogni emissione e garantirebbe il rispetto dei parametri previsti nella legge attuale, come dimostrano uno studio ed il relativo progetto elaborati a suo tempo da Enel su incarico dell’AASS, e sulla cui competenza e professionalità pensiamo non ci sia motivo di dubitare;

2) le centrali elettriche devono essere collocate in modo baricentrico rispetto alle zone servite, e non è un caso che la centrale si trovi a Calungo, ovvero in una posizione ottimale;

3) spostando la centrale in aree più periferiche si rischierebbe di creare un problema maggiore in quanto occorrerebbe posare cavi di media tensione con correnti molto più elevate e di conseguenza più pericolose;

4) i costi dello spostamento sono perlomeno tripli rispetto a quelli dell’interramento.

Da quanto si apprende dalle dichiarazioni del Segretario Berardi il Governo sembrerebbe invece avere scelto proprio il dislocamento, una decisione questa che come abbiamo già detto sembra rispondere più a logiche speculative che non di carattere tecnico o di protezione della salute pubblica. E pensare che per risolvere il problema non si dovrebbe far altro che dare il via ai lavori di interramento così come indicato dalle istanze approvate e dalla delibera congressuale.

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