Cesena. Teatro Bonci. Voci della Shoah, musiche e letture con gli studenti del Liceo Monti

Cesena. Teatro Bonci. Voci della Shoah, musiche e letture con gli studenti del Liceo Monti

Al Teatro Bonci domani, lunedì 27 febbraio alle 21,  per la rassegna ‘Uno scrittore e le sue musiche’,  serata di musica e letture, realizzata dagli studenti
del Liceo Classico “Monti” di Cesena: I SOMMERSI E I SALVATI
Voci dalla Shoah (a cura di Paolo Turroni).

La serata programmata per il 2 febbraio era stata rinviata causa neve.

“Lo spunto per questa serata di letture deriva da un corso,
intitolato Fare storia, promosso da alcuni insegnanti del Liceo classico
‘Vincenzo Monti’ di Cesena. Gli studenti hanno partecipato ad incontri dedicati
alla scoperta o riscoperta di alcuni personaggi, testimoni della Shoah, italiani
e stranieri. Parallelamente a quella serie di incontri, si è svolto un corso di
lettura espressiva dedicato a testi che permettessero di comprendere le
differenze e le somiglianze fra questi testimoni. Anne Frank, la più giovane, il
simbolo ormai della memorialistica sulla Shoah; la più adulta Etty Hillesum, la
cui riscoperta è stata più tarda, dagli anni Ottanta, ma che in questi
trent’anni è diventata un punto di riferimento nella riflessione sullo sterminio
degli Ebrei ad opera della violenza nazista; Primo Levi, l’unico fra questi ad
essere sopravvissuto al campo di sterminio che lo trasformò da chimico a
scrittore e che gli diede la consapevolezza, che fino a quel momento gli
mancava, di essere ebreo; Ilse Weber, i cui diari e poesie sono ancora inediti
in Italia, che accompagnò i suoi bambini al campo di sterminio e scelse di
proseguire il viaggio insieme a loro fin dentro le camere a gas.

Ascoltare
dalle voci di questi personaggi la descrizione degli stati d’animo, della
sofferenza psico-fisica che li accompagnò al campo, permette di pensare in modo
più vivido un evento della storia moderna che non ha pari nella storia umana,
non tanto per la distruzione consapevole della vita umana – operazione in cui,
purtroppo, l’umanità ha sempre dimostrato notevole capacità – ma per la
scientificità con cui tale azione distruttiva fu messa in opera, per la facilità
con cui proprio nella nazione culturalmente più evoluta d’Europa fu possibile
mettere in pratica un’azione così abbietta e spietata. Ricordate che questo è
stato, ci intima Primo Levi nella sua famosa lirica, Shemà, che fa da prologo a
Se questo è un uomo: dimenticare significa distruggere due volte, corpo e anima
di quanti, giovani, adulti, bambini, vecchi, buoni o cattivi, vennero sterminati
non per qualcosa che avevano fatto, ma semplicemente per ciò che erano.
Attraverso le giovani voci degli studenti, in questo modo, le voci dei
testimoni, oggi muti, possono risuonare e spingere nuovamente a riflettere su
come eventi così terribili poterono svolgersi, su come persone apparentemente
civili scelsero deliberatamente di lasciar vincere il male. Eppure, proprio in
tanto orrore, le voci di questi testimoni ci spingono ad avere speranza
nell’uomo, a costruire sull’amore e non sull’odio, proprio come Anne Frank
scriveva nel suo alloggio segreto.”

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