CHIUSURA ANTICA PIADINA: NESSUNA IPOCRISIA

CHIUSURA ANTICA PIADINA: NESSUNA IPOCRISIA

Il riconoscimento della piadina quale prodotto a Indicazione Geografica Protetta a livello nazionale italiano, tramite apposito decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale che ne fissa la denominazione in “Piadina Romagnola” o “Piada Romagnola”, ha comportato per le aziende produttrici dell’alimento il non poter più usare tale denominazione per identificare il proprio prodotto se non rispondente alle condizioni e ai requisiti indicati dal disciplinare di produzione.

Fra questi, ovviamente, la zona geografica di produzione (provincia di Rimini, di Forlì-Cesena e di Ravenna) e i controlli sulla conformità del prodotto al disciplinare, che prevede ben precisi ingredienti, metodologie e fasi di lavorazione. Il passo atteso da parte italiana è ora quello del placet dell’Unione Europea per l’ottenimento della valenza a livello comunitario.

In data 8 ottobre 2013, si è svolto un incontro fra le Segreterie di Stato Lavoro e Industria, Artigianato e Commercio e le associazioni sindacali, richiesto dalle forze sociali con lettera datata 4 ottobre in quanto venute a conoscenza dai dipendenti della possibilità che la Antica Piadina San Marino srl “lasci il territorio sammarinese poiché impossibilitata ad ottenere il marchio IGP” per la sua produzione di piada, incontro a cui l’azienda non ha partecipato facendosi rappresentare solo dall’Associazione di Categoria di riferimento.

In data 8 ottobre 2013, la ditta ha effettuato formale richiesta di riduzione del personale, lamentando la richiesta da parte dei loro clienti di prodotti a marchio IGP con conseguente “situazione di forte difficoltà, perché impossibilitati ad ottenere suddetto marchio, visto che per San Marino non vi sono ancora disposizioni in merito”.

La società Antica Piadina San Marino ha ottenuto dallo Stato sammarinese: contributi a fondo perduto in conto capitale, credito agevolato, sgravio contributivo per la metà dei dipendenti per 5 anni e esenzione IGR sugli utili per 3 anni da parte della Commissione per l’Imprenditoria Giovanile e Femminile nel 2005; la formazione professionale per l’assunzione di 6 unità nel 2009; la riqualificazione professionale per 7 mesi tra il 2011 e il 2012.

Come Antica Piadina Romagnola srl, denominazione con cui è nata l’azienda nel 2001 e da cui ha preso vita nel 2005 l’Antica Piadina San Marino, ha usufruito di ulteriori periodi di riqualificazione professionale per importi cospicui. In sintesi la proprietà ha utilizzato praticamente ogni forma di sostegno prevista dalle norme a dimostrazione che lo Stato ha sempre avuto attenzione verso gli imprenditori.

La “storica azienda”, così viene definita da alcune testate giornalistiche che riportano oggi la notizia della sua chiusura, pare riapra i battenti oltre confine col nome di “Acqua e farina”. Esiste già un’azienda, nata nel 2010, a nome “Acquafarina”, facente parte del Consorzio della Piadina Romagnola, vedremo se si tratta della medesima.

Affermare che “è colpa dello Stato” se l’Antica Piadina San Marino ha chiuso in quanto “il Titano non vuole sentir parlare” del marchio IGP, come dichiarato dall’imprenditore De Biagi, è veramente assurdo. Lo Stato, negli anni, è andato incontro in più occasioni all’imprenditore attraverso diversi strumenti e agevolazioni, come sopra riportato.

In merito al marchio IGP riconosciuto alla piadina romagnola, inoltre, le Segreterie di Stato si erano già consultate con l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) e si stava valutando l’adesione all’Accordo di Lisbona sulla protezione delle denominazioni di origine e sulla loro registrazione internazionale. D’altra parte, la tempistica entro la quale è avvenuto il tutto lascia ben poco spazio a commenti e interpretazioni diversi sulla volontà precostituita dalla proprietà della ditta.

San Marino, 5 novembre 2013/1713 d.F.R.

SEGRETERIA DI STATO INDUSTRIA ARTIGIANATO  E COMMERCIO

Trasporti e la Ricerca

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