La segreteria in una nota rileva che né il segretario né il direttore generale erano al corrente della chiusura. L’accaduto arriva in Commissione
(…) Lunedì 18 luglio viene diramata la circolare che, causa l’aumento dei casi Covid, le visite ai degenti dell’ospedale da parte dei famigliari sono sospese fino al 31 luglio. Tre giorni dopo, giovedì 21 luglio, viene diramata una nuova comunicazione che revoca lo stop alle visite che vengono quindi ripristinate, seppure con precise limitazioni: un familiare per paziente al giorno e per la durata di 45 minuti, indossando la mascherina FFP2. Già questo avvicendarsi di ordine e contrordine, nel giro di due giorni, è apparso schizofrenico. A contribuire ad alimentare la convinzione che regni una certa confusione, il comunicato della segreteria alla Sanità che, nello smarcarsi dalla prima circolare relativa alle limitazioni, rende noto che la stessa segreteria non era al corrente che sarebbe stata disposta la chiusura alle visite e, inoltre, aggiunge che non ne era al corrente neppure la direzione generale. Allo stesso tempo, tuttavia, non dice chi abbia preso la decisione di fermare le visite. Stando così le cose, il comunicato della Segreteria non può che suscitare l’interrogativo su chi stia guidando l’Iss. (…)
Particolarmente critici sulla gestione dell’Istituto per la sicurezza sociale sono Matteo Ciacci, Vladimiro Selva e Guerrino Zanotti di Libera: “Siamo sbigottiti – ha detto Matteo Ciacci – dalla nota della segreteria di Stato per la Sanità sulla questione dell’accesso dei parenti in ospedale. Né il segretario di Stato né il direttore generale dell’Iss erano a conoscenza dello stop. C’è un tema di metodo e di assunzione di responsabilità, basta alle battaglie politiche e a scelte fatte e non fatte sulla pelle dei pazienti. È un approccio da scaricabarile”. (…)
Articolo tratto da L’Informazione di San Marino
