Cincinnato e la democrazia dei professori. Domenico Gasperoni, La Tribuna Sammarinese

Cincinnato e la democrazia dei professori. Domenico Gasperoni, La Tribuna Sammarinese

Preoccupati della crisi
economica,dello
spread che rimane
oltre i 500 punti
e delle borse che
calano a picco,pochi
si sono accorti che
nell’ ingiallito panorama
politico italiano
sta succedendo
un miracolo. Purtroppo
quello sammarinese
è ancora
incartapecorito in
vecchie cartoline e
la nostra politica è
infognata nelle sue
beghe condominiali.

In questi ultimi mesi,con il
“governo dei professori”,
in Italia sono successe cose
interessanti! Provo a ricomporre
il quadro. Sono spariti
gli insopportabili talk
show televisivi,diventati
arene della peggior lotta
politica. Dove il già povero
pensiero politico veniva
soffocato da urla, invettive,
feroci scambi di accuse.
Dove il Gasparri di
turno cambiava sempre
argomento,sparando contro
le malefatte del precedente
governo. Dove il ciellino
Lupi, con le sue appassionate
omelie, rivendicava
che lui e il suo gruppo stanno
in politica solo per spirito
di servizio. Dove la (a me
simpatica) Rosy Bindi non
riusciva a terminare una
trasmissione senza buttarla
in “caciara”.

Ancora. Non si sventola
più la paura dei comunisti,
che vogliono prendere il potere
con la violenza,perché
non riescono a vincere
un’elezione,

Nessuno ci avverte che gli
elettori della sinistra sono
“coglioni” e “senza cervello”.
Che i politici della sinistra
non si lavano, puzzano
e le loro donne sono brutte,
mentre le altre sono bellissime“.

Fra gli uomini di governo è
sparito l’armamentario da
osteria, linguaggio e gesti.
Dito medio alzato, pernacchie,
i “föra da i ball” bossiani.

Non c’è più bisogno “delle
cene del lunedì ad Arcore”
fra i due BB padroni del vapore
politico, per mettere
d’accordo i diversi interessi
elettorali. Né sembra essere
più celebrato il rito delle
estenuanti nottate di trattative
tra il governo e le infinite
sigle sindacali.

I giudici non sono più definiti
come delle metastasi.
Anzi sembra che lavorino
con tranquillità, senza
gli sconfinamenti del protagonismo
mediatico.

La satira politica è in stato
confusionale,non sapendo
bene dove scegliere i propri
bersagli. E questo è un male:
sono proprio i governi
virtuosi che devono essere
bacchettati, perché possono
migliorare.

Da ultimo,miracolo dei miracoli:
finalmente le due categorie
ammuffite e manichee
di destra e di sinistra
sono lasciate riposare in pace.
Oggi è bello sentire che
le scelte della manovra saranno
fatte “guardando alle
future generazioni,chiave
di ispirazione delle misure
da approvare”.

Il quadro che ho abbozzato mi sembra
fantastico, affascinante. La
nascita di un periodo d’oro
della vita democratica! Ma
a qualcuno non piace. Agli
strilloni del golpe e ai furbacchioni
della democrazia.
Perché sarebbe sospesa la
democrazia. Perché il popolo
non si è espresso.

Ma quale democrazia è stata
sospesa? Quella che non
c’è. La democrazia che non
è democrazia, ma “post democrazia”.
Così la chiama
un illustre sociologo politico
inglese,Colin Crouch.
L’attuale assetto democratico
ha gravi malattie: le forme
istituzionali (elezioni)
rimangono in vigore, ma
sono sempre di più le èlites
privilegiate a prendere
il potere; la partecipazione
dei cittadini è sempre più
ridotta e c’è uno strapotere
mediatico. Il partito del 21
secolo è screditato, formato
da una èlite interna che
si autoriproduce. Gli uomini
del palazzo sono ridotti a
qualcosa di simile più a bottegai
che legislatori, ansiosi
di scoprire (con i sondaggi)
cosa vogliono i loro «clienti
» per restare a galla.

Questa vocazione bottegaia
è rimbalzata spavaldamente
in un recente discorso di
Berlusconi, quando spiega
ai suoi fedelissimi che
“un grande partito è sempre
in campagna elettorale”.
E riappare ogni giorno,
sempre più infastidita, anche
nei due partiti principali
che sorreggono il governo
Monti. Ormai pentiti.
Perché la salvezza dell’Italia
si sta mettendo sempre più
contro gli interessi dei propri
elettori. Questa deriva
democratica non esiste solo
in Italia. Gli interessi elettorali
della Merkel e di Sarkozy
prevalgono sulla salvezza
dell’Euro e dell’ Unione.
Lo stesso Obama, per
salvare la seconda Presidenza,
negli ultimi due anni
sta spegnendo i grandi progetti
e programmi lanciati
al mondo nei primi due anni
del mandato.

Non so se la democrazia
dei professori d’Italia sarà
vera democrazia,ma è già
opposta a quella dei professionisti
della politica, che si
inebriano di delirio d’ arroganza
da “unti del Signore”.
Forse le loro politiche falliranno,
ma so che non dipenderà
dagli interessi di
partito e di essere rieletti. E
alla fine se ne torneranno
alle loro università. Come
tanti “Cincinnati” dell’antica
Roma, che ritornavano a
coltivare i loro campi, dopo
la chiamata a salvare la città.
Sono invece spaventato
dalla certezza che rientreranno
“gli eletti dal popolo”.
Falliranno anche loro,
ma sapranno come farsi rieleggere
e mantenere il potere.
Nell’articolo ho parlato
dell’Italia. Anche a San Marino
abbiamo una democrazia
inquinata, scaduta nella
postdemocrazia. Sta a noi
curarla, pungolando i buoni
amministratori e cacciando
via gli incapaci o gli inguaiati.
Che si ripresenteranno
puntualmente alle prossime
elezioni.

Domenico Gasperoni

La Tribuna Sammarinese

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