Civico10: linee di proposta per una Pubblica amministrazione efficiente

Civico10: linee di proposta per una Pubblica amministrazione efficiente

Se dovessimo elencare le buone intenzioni di cui si riempie la bocca la politica, quella di rendere efficiente la PA è “sburocratizzarla” sarebbe senz’altro al primo posto. Peccato che quasi mai alle parole seguano i fatti, e che anche quando vi sono stati dei tentativi apprezzabili – come la riforma del 2011 – buona parte di quelle indicazioni sono rimaste lettera morta. 

Civico10 parte da un semplice assunto: per massimizzare i risultati in termini di servizi, minimizzando i costi, è necessario uscire da una logica burocratica e introdurre criteri di gestione manageriali. La nostra proposta, che illustreremo giovedì 10 marzo, alla sala Polivalente di Murata, in una apposita serata, prevede quindi:

1) che ogni dirigente si debba confrontare con obiettivi predeterminati e che conosca in partenza i parametri (quantitativi e qualitativi) che saranno usati per la sua valutazione. Alla fissazione degli obiettivi e dei loro parametri di misurazione partecipa certamente il Governo, ma anche le altre istituzioni e le organizzazioni sociali;

2) che la valutazione venga fatta non dal Governo (che si muove con logiche politiche) ma da un organismo indipendente e scelto con meccanismi che ne assicurino l’imparzialità, composto da persone esperte delle dinamiche delle pubbliche amministrazioni, che sappia analizzare i risultati raggiunti (o non raggiunti) in maniera professionale;

3) che il dirigente, per raggiungere i risultati prefissati, abbia autonomia nella gestione del personale, del budget e dell’organizzazione del suo ufficio/servizio allo scopo di avere tutti gli strumenti per raggiungere gli obiettivi prefissati;

4) che il dirigente, assunto tramite bando di concorso, veda vincolata la sua riconferma al raggiungimento o meno dei risultati richiesti: basta quindi coi dirigenti a vita a prescindere da quel che fanno o da dirigenti promossi o rimossi secondo logiche politiche;

5) che sparisca il concetto di inamovibilità del posto: se il dirigente deve raggiungere degli obiettivi, deve poter gestire il personale in maniera flessibile;

6) che venga introdotta una forma di salario variabile, sia per i dirigenti che, in misura minore, per i dipendenti, che sia capace di premiare il lavoro e la professionalità nel raggiungimento degli obiettivi;

7) che il Governo esca dalla gestione quotidiana degli uffici, attraverso la miriade di delibere e deliberine sulle più disparate questioni: questo spetterà ai dirigenti, per raggiungere gli obiettivi fissati.

I dirigenti e i dipendenti più bravi e volenterosi nel loro lavoro potranno quindi essere premiati a livello di salario e livello, e non si andrà più solo avanti per anzianità o per appoggi politici. Bisogna iniziare davvero a premiare il merito e la funzionalità dei servizi, e pensiamo di poterlo fare con questa proposta.

Sembra qualcosa di naturale, di logico, di scontato. Ma se ci guardiamo attorno siamo lontani da questo modo di far funzionare la PA.

Comunicato Civico10

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